mercoledì 31 ottobre 2007

La vera religiosità

Tratto da "LIberi di essere" di OSHO:


Vorrei che chi aspira ad una vera religiosità nella sua vita o comunque chi vorrebbe capire leggesse questo discorso di Osho.
Lui ci ha dato dei grandi insegnamenti dettando le sue risposte ad alcune domande fondamentali sulla vita. Pur avendo raggiunto "l'illuminazione" egli ha dedicato la vita ad insegnare , così come detta la via del Bodhisattva.
Leggetele bene e traete le vostre conclusioni...Sono tratte dal libro "liberi di essere":

Domanda:
Dove ha origine il fondamentalismo religioso? Qua! È la psicologia che lo sostiene, e come cambia quest’ultima nelle altre forme di religione che sembrano più amorevoli e tolleranti?

La religione è un fenomeno molto complesso, e la sua complessità va compresa.
Nel mondo esistono sette tipi dì religione. 11 primo tipo è basato sull’ignoranza. Poiché la gente non riesce a tollerare la propria ignoranza, la nasconde. Poiché è difficile accettare di non sapere — è in contrasto con l’ego — la gente crede. Il suo sistema di credenze serve a proteggere l’ego. La fede sembra utile, ma a lungo andare si rivela molto dannosa; all’inizio sembra una protezione, ma alla fine è estremamente distruttiva. le fondamenta stesse sono nell’ignoranza.
La maggior parte dell’ umanità resta ancorata al primo tipo di religione. Esso serve solo a evitare la realtà, a sfuggire il vuoto che si percepisce dentro di sé, il buco nero dell’ignoranza. Le persone del primo tipo sono fanatiche; non possono nemmeno tollerare che al inondo ci siano altre tenne di religione: la loro è “la” religione. Hanno un vero tenore della propria ignoranza, e temono che l’esistenza di altre religioni possa provocare dubbi, sospetti, insicurezze; per sentirsi più sicure diventano fanatiche, testarde. Non possono leggere i testi sacri altrui, ascoltare altre sfumature della verità, tollerare altre rivelazioni di Dio! La loro rivelazione è l’unica valida, e il loro è il solo profeta; tutto il resto è assolutamente falso. Queste persone parlano in termini assoluti, laddove una persona di conoscenza si esprime sempre in termini relativi.
Queste persone hanno danneggiato enormemente la religione; a causa loro, la religione in quanto tale sembra qualcosa di stupido. Ricorda di non cadere vittima di questo primo tipo, nel quale vive, in pratica, il novanta per cento dell’umanità e che non è assolutamente migliore dell’essere irreligiosi. Forse è peggio, perché una persona irreligiosa non è fanatica; è più aperta, quantomeno è disposta ad ascoltare, parlare, discutere, ricerca re e investigare. Viceversa il primo tipo di persona religiosa noti è neppure disposto ad ascoltare.
Quando ero uno studente all’università, ero spesso a casa di un professore, la cui madre era un’hindu molto ignorante, ma pia e devota.
Durante una fredda notte invernale, nel camino ardeva il fuoco e io stavo leggendo il Rig Veda. Quella donna entrò in camera mia, e mi chiese: “Cosa stai leggendo a quest’ora di notte?”.
Per stuzzicarla un po’, le risposi: «Il Corano».
Subito mi balzò addosso, mi strappò il Rig Veda e lo gettò nel camino, dicendo: «Cosa sei, un musulmano? Come osi portare il Corano a casa mia?».
11 giorno seguente dissi a suo figlio, il professore:
“Sua madre sembra una musulmana”, perché questo tipo di azioni sono considerate tipiche dei musulmani. I musulmani hanno bruciato uno dei più grandi tesori del mondo antico, la biblioteca di Alessandria. 11 fuoco durò quasi sei mesi; la biblioteca era così grande che ci vollero sei mesi perché fosse ridotta in cenere. E l’autore del rogo era un califfo musulmano. La sua logica era quella del primo tipo di religione. Entrò in quella biblioteca con il Corano in una mano e una torcia accesa nell’altra, e chiese al custode: «Ho una domanda semplicissima. In questa enorme biblioteca ci sono milioni di libri...» Quei libri contenevano tutto ciò che l’umanità sapeva all’epoca, e di fatto era più di quanto sappiamo adesso, in quanto vi erano raccolte informazioni su Lemuria e Atlantide, il continente scomparso in fondo al mare. Vi erano raccolti tutti i testi di Atlantide. Era la biblioteca più antica che sia mai esistita, un patrimonio enorme. Se fosse sopravvissuta, forse oggi l’umanità sarebbe totalmente diversa, perché stiamo ancora riscoprendo molte cose che erano già state scoperte.
Questo califfo disse: «Se questa biblioteca contiene solo ciò che è racchiuso nel Corano, non è necessaria, è superflua; se invece contiene più di quanto c’è nel Corano, è fallace e va distrutta immediatamente». In entrambi i casi andava distrutta. Se i contenuti sono gli stessi del Corano, è superflua; perché mantenerla inutilmente? il Corano è più che sufficiente. E se dichiari che contiene più cose di quelle contenute nel Corano, quelle cose sono sicuramente sbagliate, perché il Corano è la verità. Reggendo il Corano in una mano, appiccò il fuoco con l’altra... in nome del Corano. Quel giorno, in cielo, Maometto deve aver pianto disperato, perché in suo nome veniva data alle fiamme quella biblioteca.

Questo è il primo tipo di religione. Fa’ sempre attenzione, perché questo tipo di fanatismo esiste in tutti: hindu, musulmani, cristiani, buddhisti, giainisti. Tutti devono stare attenti a non cascarci; solo così puoi ascendere a forme più elevate di religiosità.
Il problema con questo primo tipo di religione è che praticamente tutti vi siamo cresciuti; poiché è un nostro condizionamento, ci sembra pressoché normale. Un hindu cresce con l’idea che gli altri abbiano torto; anche se gli è insegnato a essere tollerante, è la tolleranza di chi sa nei confronti di chi non sa. Un giainista cresce con la convinzione che solo lui ha ragione: tutti gli altri sono ignoranti che vagano a tentoni nel buio. Questo condizionamento può divenire così profondo che puoi dimenticarti che è ‘m condizionamento e che devi innalzarti al di sopra di esso. Ci si può abituare a un certo condizionamento e cominciare a pensare che sia la tua stessa natura, o che sia la verità. Per cui bisogna stare molto attenti e scoprire in sé questa trappola, senza caderci.
Talvolta lavoriamo duramente pcr trasformare la nostra vita, ma continuiamo a credere nel primo tipo di religione. Nessuna trasformazione sarà possibile, perché ti stai muovendo in un contesto tanto meschino da non poter essere davvero religioso. Il primo tipo di religione è tale solo di nome, non bisognerebbe chiamarlo religione.
La sua caratteristica è l’imitazione. Questa tipologia si fonda sull’imitazione: devi imitare il Buddha, Cristo, Mahavira, comumque devi imitare qualcuno. Non essere te stesso•. sii qualcun altro! E se sei davvero testardo, puoi forzarti fino a essere qualcun altro.
Ma non riuscirai mai a essere qualcun altro. In profondità, non puoi esserlo. Resterai te stesso, tuttavia puoi farti tanta violenza da iniziare a sembrare qualcun altro.
Ogni persona nasce con un’individualità, una sua unicità, un proprio destino. L’imitazione è un delitto, è criminale. Se cerchi di diventare un Buddha, forse riuscirai ad assomigliargli.. camminerai come lui, parlerai come lui, ma avrai mancato il punto.. avrai lasciato sfuggire tutto ciò che la vita era pronta a darti. Il Buddha accade solo una volta. Non è nella natura delle cose ripetersi; l’esistenza è così creativa che non ripete mai nulla. Non puoi trovare nessun essere umano nel passato, nel presente o nel futuro, che sia esattamente identico a te. Non è mai successo. L’essere umano non è una macchina come le automobili Ford che escono dalla catena di montaggio. Tu sei un’anima individuale. L’imitazione è velenosa; non imitare mai nessuno, altrimenti sarai una vittima del primo tipo di religione, che non è affatto una religione.
Poi viene il secondo tipo di religione, basato sulla paura. L’uomo ha paura, il mondo è qualcosa di sconosciuto e noi vogliamo sentirci protetti e al Sicuro. Durante l’infanzia, il padre e La madre sono una protezione; e milioni di persone non crescono mai oltre l’infanzia: restano bloccate da qualche parte e hanno ancora bisogno di un padre e di una madre. Per questo Dio viene chiamato “il Padre” o “la Madre”. Quelle persone hanno bisogno di un genitore divino che le protegga: non sono abbastanza mature per stare da sole. hanno bisogno di sicurezze.
Forse avrai visto i bambini piccoli con il loro orsacchiotto o il loro giocattolo preferito, oppure una coperta, qualsiasi cosa che per loro abbia una personalità speciale.
Non è possibile sostituire quell’orsacchiotto; puoi dire al bambino che ci sono orsacchiotti più belli, ma non Serve. Esiste un rapporto d’amore tra il bambino e il “suo’ orsacchiotto; il suo orsacchiotto è unico, nonio puoi sostituire. Anche se è sporco, arriva a essere maleodorante e va in pezzi, il bambino continua a portarlo con sé. Non puoi sostituirlo con uno nuovo e pulito. Anche i genitori devono accettare e rispettare quell’orsacchiotto, altrimenti, il bambino si offende. Se la famiglia va. in viaggio, deve portare anche l’orsacchiotto, trattandolo quasi come un membro di famiglia. Sanno che è stupido, ma per il bambino è importante.
Che significato ha l’orsacchiotto per il bambino? In un certo senso è oggettivo. Esiste al di fuori del bambino, fa parte della realtà; di certo non è una semplice fantasia, un sogno, qualcosa di soggettivo. E non è soltanto oggettivo, perché molti sogni del bambino notano intorno a esso. E un oggetto carico di un’enorme soggettività. Per il bambino è praticamente vivo. Il bambino parla all’orsacchiotto, talvolta si arrabbia e lo getta via, poi dice: «Mi spiace» e lo riprende. ha una personalità, è praticamente umano. Senza l’orsacchiotto, il bambino non riesce a dormire; sì addormenta abbracciandolo, così si sente al sicuro. Se c’è l’orsacchiotto, il mondo è perfetto, tutto è a posto; senza l’orsacchiotto, il bambino è improvvisamente solo.
Molti bambini crescono fisicamente, ma non evolvono mai spiritualmente e hanno bisogno di orsacchiotti per tutta la vita. Le tue immagini di Dio nei templi e nelle chiese non sono altro che orsacchiotti.
Per cui; quando un hindu va nel tempio hindu, vede qualcosa che un musulmano non riesce a vedere. Il musulmano vede solo una statua di pietra, viceversa un hindu vede qualcosa che nessun altro può vedere: il suo orsacchiotto. E oggettivamente presente ma la sua realtà non è solo oggettiva. IL fedele proietta su di esso un’enorme soggettività; l’orsacchiotto opera come uno schermo.
Allo stesso modo, se sei un hindu, in un tempio gìainista non sentirai affiorare in te alcun senhmento di devozione, In certi casi potresti addirittura sentìrti leggermente offeso, perché le statue di Mahavira sono nude. Invece un giainista ha un enorme rispetto per esse: sono il suo orsacchiotto, si sente protetto
Quindi, ogni volta che hai paura, cominci a ricordare Dio, Il tuo Dio è un prodotto della tua paura. Quando stai bene e la paura è lontana, non hai di questi pensieri; non occorrono.
Il secondo tipo di religione è basato sulla paura: èqualcosa di malato, di praticamente nevrotico, perché la maturità sopraggiunge solo quando comprendi che sei solo, che devi essere solo e devi affrontare la realtà così com’è. Questi orsacchiotti transitori sono solo una tua fantasia; non ti aiuteranno. Se deve succedere qualcosa, succederà, l’orsacchiotto non. può proteggerti. Se la morte deve venire, verrà. Puoi continuare a invocare Dio, ma non potrai essere protetto. Stai solo invocando in nessuno, stai semplicemente dando voce alla paura; forse ti dà un p0’ di coraggio.
Forse la preghiera ti dà un po’ di coraggio in più, ma non c’è alcun Dio a risponderti. Non c’è nessuno che risponderà mai alla tua preghiera, se invece pensi che esista, puoi provare un p0’ di sollievo, di rilassamento.
La religione basata sulla paura è quella che dice:
«Non fare’>.., non fare questo, non fare quello. Infatti, la paura è negativa. I dieci comandamenti sono tutti basati sulla paura: non fare questo, non fare quello,
come se la religione consistesse unicamente nell’evitare le cose. Ci si richiude nelle sicurezze e nelle garanzie senza mai correre alcun rischio, senza. mai avventurarsi su sentieri pericolosi.. di fatto, senza darsi mai il permesso di essere vivi. Come il primo tipo di religione è fanatico, così il secondo è negativo. Ti rende rigido, ansioso. E la ricerca di una sicurezza impossibile da raggiungere, perché la vita è insicura; esiste in quanto rischio, pericolo e Sicurezza.
Le parole chiave per la religione basata sulla paura sono “inferno” e, naturalmente, “repressione”: «Non fare questo». Questa tipologia di persona ha sempre paura. E qualunque cosa reprimì, non te ne liberi mai; di fatto, ne sei più soggetto, perché reprimendo-la, la spingi più in profondilà nell’inconscio. Raggiunge le tue radici e avvelena tutto il tuo essere.
Ricorda: la repressione non è la via verso la libertà. La repressione è peggio dell’espressione, perché tramite quest’ultima ‘ma persona diventerà libera, un giorno o l’altro; è inevitabile. Viceversa? tramite la repressione si resta sempre ossessionati. Solo la vita ti dona libertà. Una vita vissuta ti dona libertà, Le parti non vissute della tua vita continuano a esercitare un’enorme attrazione e la mente insiste nel girare intorno a ciò che hai represso.
Una religione autentica ti libera dalla paura: lascia che questo sia il criterio. Se la religione crea in te paura, non è autentica religione.
il terzo tipo di religione si basa sull’avidità cosa strana è questa: tutto ciò che secondo queste religioni dobbiamo negarci in vita, in paradiso viene elargito ìn grandi quantità. Qui devi essere casto per raggiungere il paradiso, dove ti stanno aspettando bellissime ragazze sempre ferme all’età di sedici anni. I musulmani vietano di bere alcolici, ma nel loro paradiso scorrono fiumi di vino. Sembra assurdo. Se una cosa è sbagliata, è sbagliata; come può diventare buona e giusta in paradiso? In questo caso Omar Khayyam ha ragione
quando dice: «Se in paradiso ci sono fiumi di vìno, è meglio iniziare a fare pratica adesso, altrimenti lassù sarà difficile vivere. Facciamo un po’ di esercizio, per affinare il gusto e migliorare la nostra abilità». Omar Khayyam sembra più logico. In realtà, sta deridendo il concetto musulmano di paradiso; sta dicendo che l’idea in sé è stupida. Purtroppo la gente diventa religiosa per avidità.
Una cosa è certa: qualunque cosa accumuli qui ti sarà portata via; la morte te la prenderà. Quindi, la persona avida vuole accumulare qualcosa che la morte non può prendersi;
E una religione che dice: «Fai». Come la religione basata sulla paura dice: «Non fare», quella basata sull avidità dice: «Fai», «Fai questo». E come la parola chiave per la religione basata sulla paura è “inferno”, la parola chiave per la religione basata sull’avidità è “paradiso”. Bisogna fare di tutto affinché il mondo — l’altro mondo — e la felicità ultraterrena siano garantiti.
La religione avida è formale, ritualistica, ambizio~a, orientata sul desiderio; trabocca dì desideri. Considera, per esempio, l’idea musulmana, cristiana o hindu del paradiso. Le sfumature possono essere diverse, ma la comunque il desiderio di accumulare rimane. Adesso quella persona accumuli vìrtù: la virtù è la moneta dell’altro mondo. Continua ad accumulare virtù, così puoi vivere per sempre nell’altro mondo e dimorare nella lussuria in eterno.
Questo tipo dì persona è fondamentalmente mondano. Il suo concetto dell’altro mondo è solo una proiezione di questo: “fa” perché ha desideri, ambìzioni, brama di potere, ma le sue azioni non vengono dal cuore; sono una sorta di manipolazione.

Era inverno e Mulla Nasruddin, insieme al giovane fìglio, stava attraversando la campagna su un carro. Nevicava e il carro si ruppe; a fatica riuscire— no a raggiungere una fattoria e vennero invitati a fermarsi per la notte. La casa era fredda e l’attico che venne loro offerto era gelido come una ghiacdata. Dopo essersi spogliato fino a restare in mutande, il Mulla si rifugiò sotto un piumino e se lo tirò fin sopra la testa.
Il giovane era leggermente imbarazzato. «Scusa, papà» disse. «Non pensi che dovremmo dire le nostre preghiere, prima di andare a letto?»
11 Mulla tirò fuori un occhio dalle lenzuola e disse: «Figliolo, io ho sempre pregato in sovrappiù, proprio per fronteggiare situazioni come questa».

Tutto è solo in superficie. Avidità, paura e ignoranza sono solo in superficie. Questi sono tre tipi di religione che si mischiano tra loro. E impossibile trovare una persona clic appartenga assolutamente e puramente al primo, al secondo o al terzo tipo. Ovunque c’è avidità, c’è paura; ovunque c’è paura. c’è avidità; e ovunque ci sono paura e avidità, c’è ignoranza. Infatti, l’una non può esistere senza le altre. Per cui, non sto parlando di tipi umani “puri”, sto facendo delle classificazioni solo per aiutarti a capire meglio; in realtà, sono tutte mischiate tra loro.
Questi sono i tre tipi inferiori di religione. Non andrebbero chiamati “religione”.
Poi esiste il quarto tipo: la religione della logica, del calcolo, dell’astuzia. ~ la religione che dice: «Fai», sommato a: «Non fare»; è terrena, materialista, opportunista, intellettuale, teorica, libresca, tradizionale. E la religione dei pandit, degli studiosi che cercano di dimostrare Dio attraverso la logica, che pensano che i misteri della vita possano essere compresi usando la testa. Questo tipo di religione crea la teologia. Non è una vera religione, ma una sua sbiadita fotocopia; d’altra parte, tutte le religioni si basano sulla teologia.
Nel momento in cui al mondo fa la sua comparsa un Buddha, un Maometto, un Krishna o un Cristo, i pandit, gli studiosi, gli intellettuali si raccolgono intorno a loro, e iniziano a impegnarsi per scoprire:
“Cosa intende dire Gesù?”. Iniziano a dar vita a una teologia, a un credo, a un dogma, a una chiesa. Sono persone di grande successo, perché sono molto logiche. Non possono darti né luce né verità, ma ti danno grandi organizzazioni; ti danno la chiesa cattolica, la chiesa protestante. Ti danno grandi teologie che sono solo frutto dell’astuzia, che non riflettono nulla dell’esperienza reale; semplice lavoro intellettuale, elucubrazioni mentali. Il loro è un castello di carte: basta un soffio di vento per farlo crollare. E come se qualcuno cercasse di prendere il largo su questa barchetta di carta; sembra reale, la forma della barca è la stessa, ma è pur sempre fatta di carta. È già destinata ad affondare. La logica è urta barchetta di carta; la vita non può essere compresa attraverso la logica. Attraverso la logica nasce una filosofia, non la vera religione.
Queste quattro categorie sono ciò che di solito si intende con religione”.
La quinta, la sesta e la settima sono le religioni autentiche. La quinta è la religione basata sull’intelligenza; non sulla logica o sull’intelletto, ma sull’intelligenza. Ed esiste una differenza enorme tra l’intelletto e l’intelligenza.
L’intelletto è logico, l’intelligenza paradossale; l’intelletto è analitico, l’intelligenza sintetica. L’intelletto divide, taglia una cosa per capirla; la scienza si basa sull’intelletto, la dissezione, la divisione, l’analisi. L’intelligenza unisce le cose, ricava un Tutto dalle parti. Infatti, questa è una delle più grandi intuizioni; la parte esiste attraverso il Tutto, non viceversa. E il Tutto non è soltanto la somma delle parti, è qualcosa di più.
Per esempio, se porti una rosa da uno scienziato o da un esperto di logica, dicendogli: «Voglio capire questa rosa», cosa farà? La sezionerà e individuerà ogni parte che compone il fiore; alla fine il fiore sarà scomparso Al suo posto ci sarà una serie di flaconi con un’etichetta. Gli elementi sono stati separati, ma una cosa è certa: non ci sarà un flacone con l’etichetta “bellezza”.
La bellezza non è materiale né appartiene alle parti. Una volta dissezionato un Fiore, una volta persa La sua totalità, anche la bellezza è sparita. La bellezza appartiene al Tutto, è la grazia propria del Tutto; è più della somma delle parti. Se dissezioni un essere umano, la vita scompare; a quel punto hai solo un cadavere, conosci un corpo senza vita. Puoi scoprire quanto alluminio, ferro e acqua contiene; puoì portare alla luce tutti i meccanismi , i polmoni, i reni e via d dicendo .. ma mancherà una cosa: la vita. Quella è la parte più preziosa. Manca proprio ciò che in realtà volevamo capire; tutto il resto è presente.
Dov’è la fragilità? Dove sono la vivacità, il palpito della vita? Prima, quando il fiore era vivo! il contesto era del tutto diverso e la vita era presente: il fiore era colmo di presenza; la vita lo animava e il suo cuore palpitava. Tutte le partì erano presenti, ma non puoi dire che le singole parti sono la stessa cosa; non possono esserlo, perché le parti esistono nel Tutto.
L’intelletto seziona, analizza; è lo strumento della scienza. L’intelligenza è lo strumento della religione: essa unisce le parti. Per questo abbiamo chiamato Yoga una delle più grandi scienze della spiritualità. Yoga indica una metodologia per unire, per mettere insieme le cose. il divino è la totalità più grande che ci sia, è tutte le cose messe insieme. il divino non è una persona, ma una presenza; la presenza del Tutto che opera in profonda armonia: gli alberi, gli uccelli, la Terra, le stelle, la luna, il sole, i fiumi, gli oceani... ogni cosa. Quella totalità è il divino. Se la sezioni. non lo troverai ma prova a sezionare un uomo: non troverai la presenza che Io rendeva vivo. Prova a sezionare il mondo: non riuscirai a trovare quella presenza che è il divino.
L’intelligenza è il metodo per unire le cose. Una persona intelligente è molto sintetica; è sempre alla ricerca di una totalità più elevata, perché li significato risiede sempre in quel Tutto superiore. Una persona simile cerca sempre qualcosa di più elevato, in cui l’inferiore si dissolve e opera come urta parte, diventa una semplice nota nella melodia generale; dà il suo contributo all’orchestra dei Tutto, ma non ne è separato. L’intelligenza si muove verso l’alto, l’intelletto verso il basso. L’intelletto mette a fuoco le cause.
Per favore, segui ciò che sto dicendo; è un punto delicato.
L’intelletto focalizza le cause, l’intelligenza va allo scopo. L’intelligenza si muove nel futuro, l’intelletto nel passato. L’intelletto riduce ogni cosa al minimo comune denominatore. Se gli chiedi cos’è l’amore, l’intelletto risponderà che non è altro che sesso, ovvero il minimo comune denominatore. Se gli chiedi cos’è la preghiera, risponderà che è solo sesso represso.
Se chiedi all’intelligenza cos’è il sesso, Li risponderà che non è altro che il seme della preghiera è amore in potenza. L’intelletto riduce ogni cosa a quella più bassa. Se gli chiedi cos’è un fiore di loto. ti risponderà che è solo un’illusione; la realtà è L fango, perché il loto esce dal fango e poi vi ritorna, E fango è la realtà, il loto è solo un’illusione. Il fango resta, il loto va e viene. Chiedi all’intelligenza. Cos il fango e ti risponderà: «È il fiore di loto in potenza». In questo caso il fango scompare e sbocciano milioni di fiori di lato.
L’intelligenza si spinge sempre più in alta; il suo sforzo è interamente proteso al raggiungimento dell’Assoluto del culmine dell’esistenza. Infatti, le cose possono essere spiegate solo attraverso ciò che è più elevato, non attraverso ciò che è inferiore. Attraverso I1rtferìore non spieghi, svilisci. E quando l’inferiore diventa troppo importante, tutta la bellezza e la verità vanno perse; tutto ciò che ha significato è smarrito. A quel punto scoppi a piangere: «Dov’è il significa Io della vita?».
In Occidente la scienza ha distrutto ogni valore, riducendo tutto alla materia. Oggi tutti si chiedono quale sia il. significato della vita, perché il significato è nel Tutto più elevato. Per esempio, poiché adesso sei solo, ti chiedi: «Qual è il senso della vita?». Ma poi ti innamori di una donna e inizi a sentire che la tua vita ha un significato. A quel punto due persone sono divenute una sola: ti sei innalzato un pò’. Una persona da sola è a eri livello leggermente inferiore rispetto a una coppia. Nella coppia due persone si sono fuse, due forze opposte si sono incontrate: le energie maschile e femminile. Ora siamo più vicini a un cerchio.
Ecco perché in India abbiamo il concetto di Ardhanarishwar. Shiva è dipinto come mezzo uomo e mezza donna. 11 concetto di Ardhanarishwar rivela che l’uomo e la donna, da soli, sono una metà. Quando un uomo e una donna si incontrano in amore profondo, sorge una realtà più elevata. Di certo questa realtà è più grande e complessa, perché due energie si stanno incontrando.
Poì nasce un bambino e si forma una famiglia:
significato si accresce. Ora il padre sente che la sua vita ha senso: deve mantenere il figlio. Ama il figlio lavora duramente, ma il lavoro non è più “lavoro Lavora per il figlio, per la donna. che ama, per la casa. Il lavoro non è più un peso che l’opprime, ogni peso è scomparso. Stanco per la giornata di lavoro l’uomo torna a casa danzando. Quando vede il sorriso del figlio, è felicissimo. Una famiglia è un unità più elevata di una coppia e così via. E il divino non è altro che la comunione deI Tutto, la famiglia più grande che ci sia; diventi parte di un’unità più grande, più vasta di te. Il significato nasce non appena a diventi parte di un’unità più grande.
Quando un poeta scrive una poesia, si crea significato perché il poeta non è solo: ha creato qualcosa.
Quando un ballerino danza, si crea significato; quando una madre partorisce un bambino, si crea significato. Se sei solo, tagliato fuori da tutto il resto, isolato come un’isola non hai senso. Unito agli altri acquisisci senso. Più grande il Tutto, maggiore il significato.
questo livello di comprensione, il divino è il Tutto più grande che si possa concepire, e senza di esso non potrai raggiungere il significato più elevato. Dio non è una persona; non è seduto da qualche parte. Quelle idee sono semplicemente stupide. Dio è la presenza totale dell’esistenza, l’essere, il fondamento stesso dell’essere. Il divino esiste ovunque ci sia unione, ovunque ci sia Yoga, prende vita il divino. Per esempio, stai camminando da solo e il divino è profondamente addormentato; poi, all’improvviso incontri qualcuno e sorridi: il divino si è risvegliato, perché è comparso l’altro. Il tuo sorriso non è isolato, è un ponte; hai gettato un ponte verso l’altro. Anche l’altro ha sorriso, c’è stata una risposta. Tra voi sorge quello spazio chiamato “il divino”: una vibrazione leggera. Quando ti avvicini a un albero e ti siedi sotto di lui, dimenticando completamente la sua esistenza, il divino è profondamente addormentato; poi, all’improvviso guardi l’albero e senti esplodere un sentimento, provi qualcosa per lui: il divino è sorto. Ovunque c’è amore, c’è il divino; ovunque c’è risposta, c’è il divino. Il divino è lo spazio: esiste ovunque c’è unione. Ecco perché si dice che l’amore è la possibilità più pura di percepire il divino, perché rappresenta l’unione più sottile delle energie che passa esistere.
Da qui nasce l’idea sottolineata da alcune tradizioni mistiche secondo cui l’amore è Dio: «Dimenticati di Dio, l’a more è sufficiente. Ma non dimenticare mai l’amore, perché Dio da solo non basta». L’intelligenza è discriminazione, comprensione. “Verità” è la parola chiave, sat; chi procede attraverso l’intelligenza procede verso sat, la verità.
Più elevato dell’intelligenza è il sesto tipo di religione. Io la chiamo la religione della meditazione.
La meditazione è consapevolezza, spontaneità, libertà. Essa è non-tradizionale, radicale, rivoluzionaria, individuale. La parola chiave è chit, corisapevolezza. L’intelligenza è pur sempre la tonta più pura ed elevata di intelletto. La scala è la stessa. L’intelletto percorre verso il basso quella stessa scala, l’intelligenza la sale verso L’alto; comunque la scala è sempre la stessa. Con la meditazione, la scala viene eliminata; ora non ci sono più movimenti su quella stessa scala, né verso l’alto nè verso il bassa Adesso è presente soltanto uno stato di non-movimento interiore, di abbandono, di immersione in se stessi, uno sprofondare all’interno.
L’intelletto è orientato verso l’altro, anche l’ intelligenza è orientata verso l’altro. L’ intelletto disseziona l’altro, mentre l’intelligenza ti unisce a lui: entrambi comunque sono focalizzati sull’altro. Quindi, se mi hai seguito, avrai capito che per me i primi quattro tipi di religione non sono tali: sono pseudoreligioni. La religione autentica comincia dal quinto tipo. Il quinto tipo è la religione autentica del tipo più basso, ma quantomeno è reale.
Il sesto tipo di religione è quello della meditazione, dalla consapevolezza, chit. Semplicemente, si va dentro se stessi. Ogni direzione, ogni dimensione viene abbandonata. Si cerca semplicemente di essere se stessi, si tenta semplicemente di essere. E qui, nel sesto tipo, che incontriamo lo Zen. La parola stessa Zen viene da dhyana,, meditazione.
Poi viene il tipo più elevato, il settimo: la religione dell’estasi, del samadhi, dell’illuminazione. Così come la parola chiave del quinto tipo è sat, verità, e del sesto tipo, la religione della meditazione, chit, consapevolezza, allo stesso modo il settimo e



più elevato tipo di religione ha come parola chiave arnind, beatitudine, estasi. Tutte insieme, formano la parola chiave saI chitananda: verità, consapevolezza, estasi.
Il settimo tipo è gioia, celebrazione, canto, danza, estasi: anand. La meditazione diventa estremamente gioiosa... infatti una persona può anche essere meditativa, eppure diventare triste. Una persona meditativa può diventare molto silenziosa e potrebbe lasciarsi sfuggire la beatitudine. Infatti, la meditazione può renderti silenzioso e assolutamente immobile ma, se al suo interno non si manifesta la danza, manca qualcosa. La pace va bene, è splendida, ma in essa manca qualcosa: la beatitudine. Quando la pace liti-zia a danzare, è beatitudine. Quando la pace diventa attiva e straripante, è beatitudine. Quando la beatitudine è racchiusa in un ,ne, è pace. E quando il seme si è schiuso. e non solo: quando l’albero è ricoperto di fiori e il seme è diventato un fiore,, quella èdiurninazione. Questo è il tipo più elevato di religiosità. La pace deve danzare e il silenzio cantare. E se la tua realizzaiione più profonda non si: trasforma in una risata, manca ancora qualcosa. Qualcosa va ancora fatto.

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