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Nessuno può dire di conoscere i meccanismi dell’universo che sono alla base della creazione della realtà che viviamo, ma qualcosa è percepibile se vediamo e sentiamo cosa si cela tra le righe di quello che crediamo siano i fatti.
Spesso tendiamo a giudicare tali fatti con etichette come buono o cattivo, giusto o sbagliato, vero o falso, reale o irreale, bello o brutto, funzionale o disfunzionale,
divertente
o triste, forte o debole e tanti altri. Questi giudizi si fondano su quello che i fatti vanno a toccare dentro di noi, profondamente.Posso dire però con un minimo di certezza che molto spesso il risultato di qualsiasi fatto che accada per nostra o altrui volontà, non siamo in grado di vederlo e comprenderlo al momento ma solo dopo aver raggiunto il grado di consapevolezza richiesto per ottenere una lucida visione, al di la della realtà, del tempo, di tutto. Non so spiegare il perché ne il come ma solo il cosa.
In quei brevi istanti la nostra coscienza si espande e la “verità” ci appare limpida come l’acqua di una sorgente: non c’è niente da capire, ragionare, sentire , è li con noi e possiamo quasi “toccarla” come se fosse solida davanti a noi. Quando allunghiamo la nostra mano per toccarla e “farla nostra” con un atto che ci è famigliare (quello di possedere) tutto sparisce e ritorna la penombra del dubbio.
Giuro che non ho preso un colpo in testa e neppure ho bevuto o preso droghe.
A volte questi momenti di luce sono spontanei ed a volte sono creati da quel fantastico esercizio di non-mente chiamato meditazione. Può essere statico o in movimento, come meglio vi piace ed è proprio questo il trucco, perché non è la tecnica che crea l’effetto ma il contrario.
All’inizio la meditazione è qualcosa che si fa, mentre dopo si trasforma in qualcosa che si è.
E voi avete mai sentito questa sensazione o provato questa esperienza?
Come avete fatto ed in quale occasione?
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