Il Tabù della Morte
Il tabù della morte è un’ombra che ci segue ovunque, eppure ci illudiamo di poterla evitare, di non doverla affrontare mai davvero.
Parlarne ci sembra scomodo, ci fa sentire vulnerabili.
Non siamo abituati ad averla dietro di noi ad un passo alla nostra sinistra per tutta la vita.
Ma forse, a renderci davvero fragili non è la morte stessa, bensì la paura di ciò che non osiamo vivere.
Abbiamo imparato a temere la fine e a stringerci disperatamente alla vita senza mai abbracciarla fino in fondo.
Viviamo trattenendo il respiro, come se ogni attimo ci fosse dovuto, come se la fine fosse una minaccia e non un invito a risorgere.
La morte è la nostra più grande maestra. Come ogni ombra, anzi, come Regina delle Ombre.
Ogni giorno, con il suo sussurro silenzioso, ci spinge a chiederci: "Cosa resta quando tutto il superfluo svanisce?"
Ogni passo verso la consapevolezza ci porta a capire che la morte non è solo la fine del corpo, ma è anche lasciar andare l’ego, le paure, la colpa e i limiti auto-imposti. Abbracciare questo tabù è il primo passo verso la libertà, una porta spalancata sulla nostra vera essenza.
In molte tradizioni spirituali, come lo sciamanesimo, la morte è vista come un ponte tra i mondi, un passaggio di trasformazione e rinascita. È una sfida ad accettare l’impermanenza, a liberarci delle zavorre e a camminare nella vita come esseri autentici.
Allora, cosa sarebbe la vita senza il tabù della morte?
Forse, sarebbe più piena, più vera? Non credo perché senza una fine certa ogni bellezza diverrebbe sempre più tiepida fino a sparire nella noia… pensate se fossimo esseri che vivono millenni.
La morte, se la lasciamo parlare, ci insegna a vivere senza rimpianti, a liberarci da ciò che non ci appartiene e a trasformare ogni respiro in un atto di coraggio.
E con coraggio possiamo prendere in mano la nostra vita, liberarci dalla colpa e dare spazio all'amore più grande che ci sia.
Foto di Ricardo CL: https://lnkd.in/dG-umYD5
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