sabato 12 agosto 2017

aziende clienti e dipendenti...



Quale sarà il futuro di questa azienda? Come potremo reggere la concorrenza e mantenere i livelli di organico attuali, dando un eccellente servizio al cliente ed al contempo il miglior prezzo?
Sempre più spesso sento fare questo tipo di domande a persone che lavorano in aziende della grande distribuzione organizzata.
La risposta non è di sicuro semplice e forse nessuno la conosce.
L'analisi dell'attuale situazione prevede la presenza di tre soggetti in gioco che sono sempre gli stessi: le aziende, i dipendenti di queste ed i clienti.
E fin qui niente di nuovo , direi che sono gli attori di sempre.
Il problema è che gli obiettivi di questi tre attori sono completamente opposti.
Partiamo dai clienti: sono sempre più informati grazie all'uso di software o app presenti nei nostri immancabili smartphone e quindi si presentano in negozio con informazioni e prezzi: sostanzialmente il cliente “tipo” vuole tre cose: il prezzo migliore , la presenta immediata del prodotto che vuole sullo scaffale ed il miglior servizio possibile (in sintesi e senza entrare nel merito: velocità nell'essere contattato, competenza della consulenza ricevuta e a volte anche un “contatto umano” piacevole).
Qui già incontriamo un “piccolo problema” perché per essere velocemente contattato in un negozio che ha il prodotto a scaffale ed il miglior prezzo significa che tale organizzazione di vendita dovrebbe avere un organico tendenzialmente sovrasviluppato per ovviare ad un flusso di persone molto alto.
Ora passiamo alle aziende: in questo momento di crisi in cui la contrazione delle vendite, l'aumento dei costi fissi non contrattabili (affitti, tasse, ecc) e la concorrenza a dir poco sfrenata delle vendite on line con prezzi a volte incredibili ( non andiamo a spiegare il perché ma penso che ve lo immaginate) l'unico mezzo per avere un minimo di utile è fare leva sui costi fissi contrattabili, ovvero il costo del lavoro. Noi tutti sappiamo che ogni azienda non può certo contrattare la percentuale di contribuzione inps o irpef con lo stato e quindi gli unici modi possono essere: ridurre l'organico con licenziamenti, ridurre gli stipendi togliendo gli straordinari, i premi ed altri benefit, puntare sulla trasversalità facendo fare tutto a tutti e ridistribuendo l'organico nazionale attraverso trasferimento volontari e non e chiudendo i negozi totalmente in perdita da tempo... ecc ecc
Ovviamente tutte queste “manovre” che un azienda potrebbe fare, più altre che non ho elencato o che qualcuno si deve ancora inventare vanno tutte contro la parte più importante che regge l'esistenza stessa di un negozio fisico: entrarci e trovare un minimo di servizio.
Si perché il servizio non nasce sugli alberi o non lo si può comprare un tot al chilo ma viene offerto da delle persone che lavorando da tanti anni in questo settore con passione e determinazione, subendo spesso stress molto alti, con la loro esperienza e la loro creatività riescono a trasmettere con una comunicazione efficace, un entusiasmo al cliente.
Io credo che questo sia impagabile e che le aziende dovrebbero investire con piani formativi veri ed efficaci e non con le solite riunioni piene di dati e grafici senza senso: puntare ad accrescere la capacita di comunicazione delle persone, quella sorta di empatia che ti fa scegliere un negozio piuttosto che un altro AL DI LA DEL PREZZO O DI ALTRI DATI FISSI.
Molte aziende infatti stanno lavorando pesantemente su questo ma sempre “dal loro punto di vista” ovvero vendendo servizi che il web non può dare, ma questo non significa che ogni cliente sia disposto ad acquistarli o comunque anche se fossero i migliori servizi del mondo ci vorrebbe comunque un organico MOTIVATO E FORMATO per saperli vendere in percentuali abbastanza alte da poter coprire quella parte di utile che si perde abbassando i prezzi per la concorrenza.
Arriviamo quindi ai dipendenti: chi si trova a lavorare in questo tipo di aziende in questo momento vede crollare due capisaldi del lavoro dipendente: un minimo di sicurezza del posto di lavoro e un minimo di aumento costante nel tempo della retribuzione o almeno la presenza di premi per obiettivo raggiungibili. Purtroppo questo non è tutto: dovendo affrontare periodi in cui la contrazione delle vendite è molto alta le aziende stanno facendo anche smaltire tutte le ferie arretrate e spesso alcune sono in contratto di solidarietà (con un ulteriore taglio delle ore disponibili di copertura)...con una situazione del genere la motivazione e quindi il servizio al customer sono destinati a crollare a picco e quindi la strategia di “dare un servizio eccellente” chi la deve attuare?
Non credo che si possa attuare da sola.
Insomma per dirla in una frase abbiamo tre attori che vogliono tre cose diverse e nessuno credo sia disposto a cedere qualcosa per arrivare ad un accordo: le aziende devono arrivare ad un minimo di utile per sopravvivere e far guadagnare gli azionisti abbassando i costi, i prezzi di vendita, lo stock in magazzino ed aumentando le vendite; i clienti vogliono il miglior prezzo, il prodotto presente sullo scaffale ed un ottimo e veloce servizio; i dipendenti vogliono un lavoro sicuro, sereno, giustamente retribuito: chi può metterli d'accordo?
In effetti ora esiste un quarto attore che sono le aziende del web: chi di noi non ha mai comprato su amazon o altri siti di vendita on line?
Ma qualcuno sa come si trovano i dipendenti di queste aziende? Le notizie sono discordanti ma sempre più spesso si ha notizia di pesanti abusi sul posto di lavoro, di orari massacranti ed obiettivi impossibili da raggiungere, di pause inesistenti neppure per bisogni fisiologici, insomma siamo tornati ad un moderno e sofisticato “schiavismo”... tutto questo per avere a disposizione l'acquisto di prodotti on line solo premendo due bottoni ed avendoli il giorno successivo consegnati a casa?
Senza contare lo sfruttamento incredibile del personale della logistica: provate a chiedere ad un padroncino di un furgone che lavora per i vari corrieri quante ore deve fare per poter portar a casa uno stipendio dignitoso...
Insomma alla fine SIAMO NOI CLIENTI CHE STIAMO CREANDO QUESTA SITUAZIONE, si proprio noi che vogliamo il miglior prezzo, il prodotto subito disponibile ed il miglior servizio!
Si perché questo MODUS OPERANDI potrebbe anche estendersi tra poco anche al settore dove lavoriamo noi e quando saremo noi a dover rinunciare agli straordinari, ai bonus, all'aumento o addiritura al posto di lavoro allora come la prenderemo la cosa? CON CHI DOBBIAMO PRENDERCELA?
Io non ho risposte preconfezionate ma posso dirvi solo una cosa: partiamo da noi stessi!
Nel lavoro che facciamo ad esempio: diamo sempre il massimo con passione e determinazione ed ecco che il risultato sarà sicuramente ottimale ed assicuriamoci che ogni nostro collega faccia altrettanto: se ognuno facesse la sua parte sarebbe sicuramente più facile e si avrebbe meno stress per tutti , non è vero?
Inoltre quando andiamo ad acquistare qualcosa non usiamo solo il metro della nostra convenienza e del nostro interesse: non ci dovrebbe essere un'etica anche nella scelta dei prodotti che acquistiamo e dove li stiamo acquistando? Ad esempio sapete che molti capi di abbigliamento a buon mercato acquistabili in molte catene di negozi blasonate sono il risultato dello sfruttamento di lavoro minorile con orari massacranti e luoghi di lavoro insalubri? Sono sicuro che vale lo stesso per ogni tipo di prodotto: siete disposti alla sofferenza o addiritura alla morte altrui per un piccolo risparmio?
Facendo tutti scelte più consapevoli potremmo migliorare il mondo anche partendo da piccole cose come comprare un prodotto, un alimento, un servizio: in fondo stiamo cedendo il denaro che abbiamo guadagnando togliendo tempo alla nostra vita lavorando tutto il giorno, non pensate che questo abbia un valore?
Sicuramente lo ha perché la vita stessa è il valore più alto e basandoci su questo postulato possiamo modificare le nostre scelte creando felicità e non sofferenza.
Vale per tutti gli attori in gioco.
Alessandro Orlandi
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What will be the future of this company? How can we hold the competition and maintain current organic levels, giving excellent customer service and at the same time the best price?
I'm always more and more often asked to ask this kind of question to people who work in large organized distribution companies.
The answer is not for sure simple and maybe nobody knows it.
The analysis of the current situation involves the presence of three players in the game who are always the same: companies, employees and clients.
And now nothing new, I would say that they are the actors of all time.
The problem is that the objectives of these three actors are completely opposed.
Let's start with our customers: they are increasingly aware of the use of software or apps in our inevitable smartphones and then come to the store with information and prices: basically the "type" customer wants three things: the best price, the immediate present of The product she wants on the shelf and the best service possible (in summary and without getting into the merits: speed in contact, expertise of the advice received and sometimes even a nice "human contact").
Here we already encounter a "small problem" because in order to be contacted quickly in a store that has the shelf product and the best price means that this sales organization should have a tendency of over-developed organic to overcome a very high flow of people.
Now let's go to the companies: at this time of crisis where the contraction in sales, the increase in non-contractual fixed costs (rents, taxes, etc.) and competition to some extent of on-line sales at sometimes unbelievable prices (not Let's explain why, but I think you imagine it) the only means to have a minimum of profit is leverage on contracted fixed costs, that is, the cost of labor. We all know that every business can not bargain with the rate of inps or irpef contribution to the state, and therefore the only ways can be: to reduce the staff by redundancies, reduce wages by eliminating overtime, awards and other benefits, Transversality by doing everything to everyone and redistributing the national staff through voluntary transfer and not by closing down the stores in total loss of time ... etc. etc
Obviously all these "maneuvers" that a company can do, more than I have not listed or that someone has yet to invent, all go against the most important part that holds the very existence of a physical store: get in and find a minimum of service .
This is because the service is not born on trees or can not be bought a ton per kilo but is offered by people who have been working for so many years in this industry with passion and determination, often undergoing very high stress with their experience and their Creativity are able to communicate with effective communication, enthusiasm for the customer.
I think this is unmanageable and companies should invest with real and effective training plans and not with the usual full-scale meetings and meaningless graphics: aim to increase people's communication skills, that kind of empathy that makes you choose A store rather than another AT THE PRICE OR OTHER FIXED DATA.
Many companies are working heavily on this but always "from their point of view" or by selling services that the web can not give but this does not mean that every customer is willing to buy them or even if they are the best services in the world would want However, an organic MOTIVATED AND FORMATED to know how to sell them in high enough percentages to cover that portion of profit that is lost by lowering the prices for competition.
So let's get to the employees: whoever is working in this type of business at this time sees two jobs falling down: a minimum of job security and a minimum increase in the time of pay or at least the presence of rewards For achievable goals. Unfortunately this is not all: having to deal with times when the sales contraction is very high, companies are also doing away with all vacancies and often some are in a solidarity contract (with a further cut in the hours available for coverage) ... With such a situation the motivation and therefore the service to the customer are destined to collapse, so the strategy of "giving excellent service" who is to implement it?
I do not think it can be implemented alone.
In short, to say it in a sentence, we have three actors who want three different things and no one is willing to give up something to reach an agreement: companies have to come to a minimum of profit to survive and earn shareholders by lowering costs, prices Sales, stocks in stock and increasing sales; Customers want the best price, the product on the shelf and a great and fast service; Employees want a safe, serene, just paid job: who can agree?
In fact there is now a fourth actor who are the companies on the web: who has never bought us on amazon or other online sales sites?
But does anyone know how the employees of these companies are located? The news is discordant, but more and more often there is news of heavy workplace abuses, massive timetables and impossible targets to reach, no breaks even for physiological needs, in short, we are back to a modern and sophisticated "slavery" ... All this to have the purchase of online products just by pressing two buttons and having them the next day delivered home?
Not to mention the incredible exploitation of logistics personnel: try to ask a master of a van who works for various couriers how many hours he needs to make a decent salary ...
In the end we are CUSTOMERS WHO ARE WE WORKING FOR THIS SITUATION, we just want the best price, the product immediately available and the best service!
Is this why MODUS OPERANDI could even extend to the industry where we work and when we are going to have to give up extraordinary bonuses, increases or additions to the job then how will we take it? WHO WE WOULD BE AWARDED?
I have no preconfigured answers but I can only tell you one thing: let's start by ourselves!
In the work we do for example: we always give the most with passion and determination and here the result will certainly be optimal and make sure that each of our colleagues does the same: if everyone makes his part would be definitely easier and would have less stress for everyone, it's not true?
Also when we go shopping something we do not use only the meter of our convenience and our interest: should there not be ethics in choosing the products we buy and where are we buying them? For example, do you know that many cheap clothing items that can be purchased at many of the bargain shopping chains are the result of exploitation of child labor with massive timetables and unhealthy workplaces? I'm sure it's the same for every type of product: Are you willing to suffer or add to the death of others for a little savings?
By making all the more conscious choices we could improve the world even starting from small things like buying a product, a food, a service: in the end we are surrendering the money we are gaining taking time to our lives working all day, do not you think this has a value?
Surely it is because life itself is the highest value and based on this postulate we can change our choices by creating happiness and not suffering.
It applies to all players in the game.

Alessandro Orlandi

martedì 25 luglio 2017

Apriamo gli occhi







Spesso ascolto o leggo di persone in difficoltà e sento dentro di me lo stomaco che si contorce, è qualcosa di fisico perché sento la sofferenza causata da quel particolare periodo della loro vita.
Allo stesso tempo però mi sento di dire a tutti che proprio grazie a quei momenti si cresce e si acquista quel pizzico di consapevolezza in più per poter vedere la realtà così com'è.
Già perché in effetti noi siamo ciechi e sordi ed il logorio dei pensieri compulsivi di cui più della metà non sono nostri ci riempe la giornata ed a volte anche la notte con i sogni.
Non sto dicendo che i problemi non esistono e che dobbiamo ignorarli perché sarebbe proprio stupido ma possiamo cambiare solo il nostro atteggiamento perché il problema da solo non scomparirà mai. Io vi posso assicurare dal profondo del mio cuore che se cambiate atteggiamento verso il problema , per metà è già risolto.
Apriamoci alla vita,
Non vediamo che la vita è proprio li davanti a noi !
la bellezza è li davanti a noi...
il sole, il vento, il mare, la pioggia, camminare, parlare, ridere, fare l'amore, piangere di gioia o di tristezza e l'elenco potrebbe essere pressoché infinito...
apriamo gli occhi, spegniamo i pensieri specialmente negativi per un po' e regaliamoci la vita , la nostra vita, la nostra gioia...
e poi potremo essere pronti al passo successivo: a regalare la nostra gioia anche agli altri
grazie
Namastè

Often listening or reading to people in trouble and feeling inside me stomach contorting is something physical because I feel the suffering caused by that particular period of their life.
At the same time, however, I am telling everyone that thanks to those moments grows and you acquire that pinch of awareness in order to see the reality as it is.
Already because we are blind and deaf and the weariness of compulsive thoughts of which more than half are not ours fills the day and sometimes even the night with dreams.
I am not saying that the problems do not exist and that we have to ignore them because it would be stupid but we can only change our attitude because the problem alone will never disappear. I can assure you from the depths of my heart that if you change your attitude towards the problem, half is already resolved.
Let's open ourselves to life,
We do not see life just in front of us!
Beauty is ahead of us ...
The sun, the wind, the sea, the rain, walking, talking, laughing, making love, crying of joy or sadness and the list could be almost infinite ...
We open our eyes, we turn off the especially negative thoughts for a while and give us life, our lives, our joy ...
And then we will be ready for the next step: to give our joy to others as well
thank you
Namastè

venerdì 2 giugno 2017

La matrice del tempo


La vita è un processo di trasformazione in crescendo . Miglioriamo continuamente imparando e facendo nuove esperienze , positive o negative che siano. In fondo è tutto soggettivo compresa la percezione del tempo. Quello che erroneamente chiamiamo vecchiaia non è decadenza e vicinanza alla fine ( la morte ) ma semplicemente il periodo più vicino al nostro culmine, il momento in cui ci trasformeremo in qualcosa di diverso così come da un bruco nasce una farfalla .

Se la vita non  è questo ma solo una serie di abitudini sempre uguali che si ripetono a random, ci siamo auto condannati ad una morte precoce , facendo finta di vivere .

Alessandro Orlandi 

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Life is a process of growing transformation. We continually improve by learning and doing new experiences, whether positive or negative. After all, it is all subjective, including the perception of time. What we erroneously call old age is not decadence and closeness to the end (death) but simply the period closest to our culmination, the moment we will turn into something different as well as a caterpillar comes from a butterfly.

If life is not this, but only a series of always equal habits that repeat at random, we are condemned to an early death, pretending to live.

Alessandro Orlandi

martedì 16 maggio 2017

dodicesima lezione presso l'universita dell'essere umano



In politica, come in altre attività di coordinamento ed in generale in qualsiasi professione sappiamo tutti che sono importanti due aspetti.
Il primo è la professionalità, il know how, , l’esperienza, ecc ecc. Non mi dilungo nel descrivere tale qualità perché non serve: nell’attuale società distorta dove la competitività è la norma e la crescita è l’imperativo ci hanno insegnato che DEVI essere migliore degli altri in una ipotetica scala infinita dove godi per quelli sotto e soffri per quelli sopra, quindi solo infelicità e sofferenza.
Il secondo che viene sempre ritenuto meno importante è l’aspetto umano.
Ed è questo che può salvarci.
Ogni persona ha peculiarità negli aspetti caratteriali, comportamenti , abitudini, cultura ecc
Ogni persona ha dei talenti ed alcuni sono nascosti. Neppure lui li conosce, devono uscire allo scoperto ma ci sono.
Come ben saprete se avete studiato le lezioni precedenti secondo il mio metro generale e non particolare l’essere umano per essere chiamato tale deve avere almeno queste tre componenti:
libertà , naturalità e consapevolezza.
Se non sei libero non puoi fare nulla poiché nelle tua condizione di schiavo non puoi affatto vivere, sei solo un robot che esegue gli ordini dati in modo automatico con qualche sprazzo di umanità (magari durante le ferie…).
Se non sei naturale e totale nell’essere e nell’azione ed ogni cosa scaturisce solo dalla mente torniamo al punto di partenza: sei solo un robot che esegue le sue abitudini, frutto dei condizionamenti precedenti ed ormai inseriti in modo permanente nella tua “ram” , l’inconscio: per cui non ti accorgi neppure di cosa stai pensando, facendo.
Essere naturali non è una qualità che solo alcuni hanno ma si può coltivare: con delle pratiche psico fisiche di consapevolezza e con il contatto di madre natura, un contatto vero e profondo. Per questo le nostre città sono purtroppo inadatte a questa trasformazione.
Per farvi un esempio di perfezione in questo senso pensate allo sciamano dei nativi Americani (i veri Americani con la A maiuscola che sono stati ovviamente trucidati dai famosi cow boy , una cozzaglia di delinquenti armati e senza cervello e soprattutto senza umanità, molto diversi da quello che ci volevano far credere nei film che abbiamo visto da piccoli).
La consapevolezza è fondamentale: “sono arrivato, sono a casa, nel qui e ora” e quindi vedo cosa succede intorno a me e dentro di me, perché lo vivo e scelgo i pensieri e le azioni e non il contrario.
Quanto sono la maggior parte del tempo in questo stato (perché sempre secondo me è impossibile per molti e possibile solo per alcuni) la mia energia scende in parte dal cervello dove la concentriamo sempre più in basso, verso il cuore.
Questo è importante perché quando l’energia arriva al cuore è possibile vivere l’esperienza dell’amore vero vero: senza condizioni, senza fine, senza bersaglio, così come il sole si espande con i suoi raggi verso qualunque cosa senza escludere: include perché è universale.
Quello che i Buddhisti chiamano compassione: includere e non escludere , in inter-essere in cui ogni cosa vivente e non fa parte di un tutto che si influenza a vicenda in ogni istante: come diceva un famoso scrittore “il volo di una farfalla qui sulla terra può influenzare una stella in un’altra galassia”, ogni nostro pensiero o azione è profondamente legato a tutto ciò che ci circonda.
Ma torniamo alla politica.
La politica dovrebbe essere un servizio dato dalle migliori persone presenti in una comunità (tipo il militare una volta) per un tot di tempo e poi basta (dai due ai cinque anni al massimo),volontario e quindi retribuito con la stessa retribuzione precedente della persona (ovviamente tutto spesato, almeno). Queste persone possono rendere un grosso servizio offrendo in dono le proprie capacità ed esperienze unendo la loro unicità e umanità per rendere migliore l’organizzazione delle cose comuni e la vita di tutti.
Senza tante parole vi farò due esempi degli unici due uomini politici (che io conosco) che rientrano in tutto o in parte nel mio concetto di umanità: Nelson Mandela e José Mujica (ancora in vita: ex presidente della repubblica dell’Uruguay).
Cominciamo a lavorare per questa umanità.
Alessandro Orlandi
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In politics, as in other coordination activities and in general in any profession we all know that two aspects are important.
The first is professionalism, know-how, experience, etc. ecc. I do not dwell on describing this quality because it does not work: in the present distorted society where competitiveness is the norm and growth is the imperative they have taught us that you will be better than the others in a hypothetical infinite scale where you enjoy those under and suffer For those above, so only unhappiness and suffering.
The second that is always considered less important is the human aspect.
And that is what can save us.
Every person has peculiarities in character, behavior, habits, culture, etc.
Each person has talents and some are hidden. He does not even know them, they have to go out and find out.
How well will you know if you have studied the previous lessons according to my general meter and not particularly the human being to be called such must have at least these three components:
Freedom, naturalness and awareness.
If you are not free you can not do anything because in your slave condition you can not live at all, you are just a robot who automatically executes your orders with some humanity spell (maybe during holidays ...).
If you are not natural and total in being and in action, and everything comes from the mind, let's go back to the starting point: you're just a robot that performs its habits, the result of the previous conditioning and now permanently inserted into your "ram ", The unconscious: so you do not even realize what you're thinking, doing.
Being natural is not a quality that only some have but can be cultivated: with physical psychic practices of awareness and with the touch of mother nature, a real and profound contact. That is why our cities are unfortunately unsuitable for this transformation.
To give you an example of perfection in this regard, think of the Shaman of native Americans (the true Americans with the A capital that were obviously slain by the famous cow boy, a bunch of armed and brawny criminals and especially without humanity, very different from that That they wanted to make us believe in the movies we've seen from little ones).
Awareness is crucial: "I came, I'm home, here and now" so I see what happens around me and inside me, because I live and choose thoughts and actions and not the other way around.
How much of my time is in this state (because I always think that it is impossible for many and possible only for some) my energy falls in part from the brain where we focus it all the way down to the heart.
This is important because when energy reaches the heart it is possible to experience the experience of true love: without conditions, without end, without target, as the sun expands with its rays to anything without excluding: it includes why Is universal.
What the Buddhists call compassion: to include and not exclude, in inter-being, in which everything is alive and is not part of an all-influencing one at a time: as a famous writer said, "the flight of a butterfly here on Land can affect a star in another galaxy, "all our thoughts or actions are deeply tied to everything around us.
But let's go back to politics.
Policy should be a service given by the best people present in a community (like the military once) for a while and then enough (from two to five years at most), voluntary and therefore paid with the same person's previous salary (Of course everything is worth it, at least). These people can make a great deal of service by offering their skills and experiences by joining their uniqueness and humanity in order to better organize common things and the lives of all.
Without so many words I will give you two examples of the only two political men (whom I know) that fall entirely or partly into my concept of humanity: Nelson Mandela and José Mujica (still alive: former president of the Uruguay republic).
Let's start working for this humanity.
Alessandro Orlandi



lunedì 8 maggio 2017

utopia di un dipendente


Dalla mia esperienza ho notato alcune cose per cui non funziona la comunicazione nelle aziende.
Che siano piccole, medie o multinazionali i rapporti interpersonali sono fra gli stretti collaboratori, mentre la cosiddetta “padronanza” rappresenta un miraggio soprattutto nelle multinazionali.
La distanza fra questi e quelli diventa incolmabile e le interpretazioni dei messaggi dei vari manager “di mezzo” provocano distorsioni e incomprensioni.
Parliamoci chiaro: ognuno in questo mondo, specialmente nel mondo del lavoro tende a fare il proprio interesse e spesso questa solida verità non viene affrontata come se fosse scomoda e fastidiosa.
Non è forse normale che il datore di lavoro tenda a far dare il massimo ai collaboratori pagandoli meno possibile nello stesso tempo non è forse normale che i dipendenti cerchino di fare meno possibile guadagnando sempre di più?
Tutto questo tenendo conto che il messaggio fondamentale di fondo che questa società ci impone è di crescere smisuratamente aumentando i profitti per avere una solidità che consenta la prosecuzione della vita dell’azienda.
E’ un po’ come se ogni giorno ognuno di noi andasse al supermercato comprando del cibo a lunga conservazione e stipandolo in casa perché...non si sa mai nei momenti di magra potrei morire di fame.
Come noi dipendenti impieghiamo i nostri danari lo sappiamo bene, non serve che io lo elenca qui ma sappiamo anche che siamo sempre “sul filo del rasoio” perché tutto sommato la vita è rischiare, è portare se stessi ai propri limiti ed andare oltre, dunque vi immaginate la noia?
Nelle aziende invece che fine fanno i fiumi di denaro che vengono creati dai profitti anno dopo anno? Chi lo sa? Oltre agli investimenti , che sono il sacrosanto modo di creare un futuro il resto dove finisce?
Qual è il futuro che stiamo creando per i nostri figli, nipoti e pronipoti (sempre che ci saranno) ?
Secondo me l’unico vero scopo per cui un’azienda debba esistere è la felicità dei suoi dipendenti e dei suoi clienti, con il giusto profitto per sopravvivere, niente di più.
Non è una forma di comunismo aziendale ma credo l’unico modo per poter creare una vera etica aziendale capace di far sopravvivere l’uomo su questo pianeta.
Si perché non ci scordiamo che le risorse utili alla sopravvivenza sono ben oltre consumate ormai e ci vorrebbero due pianeti per far andare avanti questa maledetta crescita che si sta mangiando tutto proprio tutto il nostro futuro!
Nelle aziende spesso vengono fatte riunioni, date disposizioni ma sempre a riguardo di obiettivi economici: aumentare il fatturato, crescere sui margini, diminuire gli stock, aumentare la fidelizzazione dei clienti ecc ecc
Il 99,9% delle persone mentre sente queste disposizioni pensa: “ e io cosa ci guadagno, come al solito niente o la solita pacca sulla spalla?”. Parliamoci chiaro, la motivazione manca e diventa la solita: se l’azienda non riesce a fare questo andrà male e quindi potresti essere licenziato ecc ecc…. Ecco avete capito di cosa parlo? Della paura. Nelle aziende si motivano i collaboratori ancora come migliaia di anni fa si faceva con gli schiavi: con la paura.
Mai sentito che un’azienda dica: no, io prima di tutto voglio che chi lavori qui sia felice e appassionato per quello che sta facendo, che sia presente nel quieora mentre lavora: pensate a quale risultato avrebbe un’azienda con collaboratori di questo tipo sui clienti?
Credete che non si possa fare?
Io credo di si.
Sono sicuro di si.
Basta volerlo.
Alessandro Orlandi

From my experience I noticed some things that communication in companies does not work.
Whether small, medium or multinational, interpersonal relationships are among the close associates, while so-called "mastery" is a mirage especially in multinationals.
The distance between these and those becomes unbreakable and the interpretations of the messages of the various "middle" managers cause distortions and misunderstandings.
Let's be clear: Everyone in this world, especially in the world of work tends to make their own interest and often this solid truth is not addressed as if it were uncomfortable and annoying.
Is it not normal for an employer to try to make the most of its employees by paying them less than possible at the same time, is it not normal for employees to try to make less profit by gaining more and more?
All this taking into account that the fundamental message that this company imposes on us is to grow tremendously by increasing the profits to have a solidity that will allow the company to continue its life.
It's a bit like every day we go to the supermarket by buying long-lasting food and putting it in the house because ... you never know when I'm lean I could starve.
As we employees use our money we know it well, I do not need to list it here but we also know that we are always "on the razor wire" because all together life is risking, is to bring ourselves to your limits and go further, therefore Do you imagine boredom?
In the end-to-end businesses do the rivers of money that are created by profits year after year? Who knows? In addition to the investments, which are the sacrosanct way of creating a future the rest where it ends?
What is the future we are creating for our children, grandchildren, and grandchildren (when ever there)?
In my view, the only true purpose for which a company has to exist is the happiness of its employees and its customers, with the just profit to survive, nothing more.
It is not a form of business communism, but I believe the only way to create a true corporate ethic that is able to survive man on this planet.
It is because we do not forget that the resources that are useful to survival are far more than consumed now and we would like two planets to keep this damned growth going on all of our future!
Meetings, arrangements, but always on economic goals are often made in companies: increasing revenue, increasing margins, decreasing stocks, increasing customer loyalty etc. etc.
99.9% of people feel these arrangements thinking, "and what do I gain, as usual, or the usual pouch on my shoulder?" Let's be clear, motivation lacks and becomes the usual: if the business fails to do this it will go bad and so you could be fired etc etc .... So you understand what I'm talking about? Of fear. Employees continue to motivate their employees as thousands of years ago they did with the slaves: with fear.
Never heard of a company say no, I first want that whoever works here is happy and passionate about what she is doing, that she is present in her while she works: think about what result she would have a company with such collaborators About customers?
Do you think that can not be done?
I think so.
I'm sure you did.
Just want it.
Alessandro Orlandi

lunedì 6 febbraio 2017

Il triangolo della salute



Spesso sento dire alle persone intorno a me: mi fa male qui, ho un dolore la, devo prendere quel medicinale oppure devo andare a farmi vedere. Insomma voglio dire che spesso ci accorgiamo della presenza del nostro corpo solo quando abbiamo un problema: un dolore, una contrazione muscolare, un'articolazione che non si muove bene...
"Normalmente" non ci pensiamo, il corpo va da se, si arrangia con le sue risorse e la sua intelligenza e soprattutto molti credono di essere qualcosa di diverso da un insieme di corpo-mente-anima.
Tutti questi tre aspetti andrebbero curati sistematicamente con la prevenzione ed una cura approfondita in quanto sono il mezzo per poter interagire con la realtà introrno a noi. Altrimenti possiamo solo curare nel momento del bisogno ma andiamo incontro a sofferenze, effetti collaterali, spendiamo tempo e denaro per curare dei mali che potremmo non avere. Il famoso triangolo della salute della chinesiologia applicata spiega molto bene questo principio: ogni lato rappresenta un aspetto e quando si trovano in armonia abbiamo un triangolo perfetto con tre lati uguali (equilatero) mentre invece con la preminenza di un aspetto invece di altro si viene a creare una figura disarmonica.
Ad esempio quanti di noi si informano rispetto alla funzionalità del nostro corpo in tutte le sue parti? Come tenerlo sempre allenato e "lubrificato" al meglio per avere una buona prestazione e soprattutto per evitare sofferenze? Ad esempio lo sport non è solo competizione ma soprattutto cura del proprio corpo o meglio del nostro sistema globale.
Per chi fa poco moto o comunque non riesce a mantenere una costanza nel tempo e nella quantità viene in nostro aiuto l'arte del massaggio attraverso il quale un operatore esterno crea dei movimenti che ridanno giovamento alla varie parti del corpo ed in varie modalità: la muscolatura con tocchi particolari, le articolazioni drenando il sistema linfatico che è la sua lubrificazione ed anche la nostra parte meno densa con movimenti che influenzano le energie che attraversano i nostri corpi cosiddetti più "sottili".
Fare almeno un massaggio alla settimana o almeno due al mese può aiutare il sistema globale a ritrovare in parte la sua armonia e prevenire gran parte dei piccoli malanni , senza uso di fastidiose medicine ed eliminando quindi effetti collaterali. La spese è quasi la stessa dei farmaci ma sicuramente l'effetto è più piacevole.

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Often I hear people around me: it hurts me here, I have a pain, I have to take that medication or do I go to show myself. In short I want to say that often we notice the presence of our body only when we have a problem: a pain, muscle contraction, joint that is not moving well ...
"Normally," we do not think, the body goes without saying, gets by with its resources and its intelligence and above all many believe to be something other than a set of body-mind-soul.
All these three aspects should be treated systematically with the prevention and a thorough care as are the means to be able to interact with the reality introrno to us. Otherwise we can only treat in times of need, but we run to suffering side effects, we spend time and money to cure the ills that we may not have. The famous triangle of health of applied kinesiology explains very well this principle: each side is one aspect, and when they are in harmony we have a perfect triangle with three equal sides (equilateral) whereas with the pre-eminence of one aspect rather than another it comes to create a discordant figure.
For example, how many of us are informed with respect to the functionality of our body in all its parts? How to keep it always trained and "lubricated" at best to have a good performance and above all to avoid suffering? For example, the sport is not only competition but above all care of their bodies, or best of our global system.
For those who make a slight motion or otherwise fails to maintain consistency over time and in the amount it comes to our aid the art of massage through which an external system creates movements which restore joy to the various body parts and in various modes: with special touches muscles, joints draining the lymphatic system that is its lubrication and also our share less dense with movements that affect the energies that run through our bodies more so-called "thin".

Make at least one massage a week or at least two a month can help the global system to regain some of its harmony and prevent much of minor ailments, using annoying medicine and the consequent side effects. The cost is almost the same drug but the effect is definitely more enjoyable.

La mente umana




La mente umana è un fantastico strumento che può creare bellezza, conoscenza e benessere. Per fare ciò deve appunto essere, uno strumento in mano alla consapevolezza e non un padrone che ci governa come burattini.
Per accorgersi se la mente governa o è governata basta fare attenzione ai propri pensieri:siamo noi a decidere o arrivano "da soli" e senza sosta?
Ed inoltre i pensieri che riguardano il passato o il futuro generano solo sofferenza ed ansia e ci fanno perdere l'unico istante eterno che ha senso vivere pienamente e totalmente: qui e ora, l'adesso.
Quando "siamo nel presente" la mente smette in parte o totalmente di funzionare e la nostra consapevolezza diventa testimone della realtà: può essere un momento estatico e molto rilassante oppure un momento come tanti altri.
Inoltre non dobbiamo dimenticarci l'esistenza di un "sottofondo" molto potente che quasi sempre sfugge al nostro controllo: l'inconscio, ovvero una mente che governa i comportamenti cosiddetti "automatici" e le abitudini e che affonda le sue radici anche oltre la nostra stessa esistenza, sconfinando in un sapere comune dell'essere umano.
Proprio come un iceberg mostra solo la punta così la mente mostra solo la parte conscia ma al di sotto esiste la porzione più consistente e difficile da controllare.
--------------------------------------------------------------------------------The human mind is an amazing tool that can create beauty, knowledge and well-being. To do so must be precisely, a tool in the hands of consciousness and not a master who rules us like puppets.
To notice when the mind governs or has just ruled to pay attention to their thoughts: we decide or come "on their own" and on and on? And also thoughts about the past or the future only generate suffering and anxiety and make us lose the only eternal instant that it makes sense to fully and completely live: here and now, the right now.
When "we are in this" mind stops in part or in whole to function and our awareness becomes a witness of reality can be a very relaxing and ecstatic moment or a moment like so many others.
Also we must not forget the existence of a "substrate" very powerful that almost always out of our control: the unconscious, or a mind which governs the so-called behavior "automatic" and habits, and that has its roots beyond our very existence, trespassing in a knowledge of the human being common.
Just like an iceberg only shows the tip so the mind shows only the conscious but below there is the largest portion and difficult to control.

La storia dell'ignoranza


La storia dell'ignoranza si ripete ciclicamente. I primi cristiani furono perseguitati perché le istituzioni (Impero Romano) temevano un effetto destabilizzante dal fatto che chi si dichiarasse “il figlio di Dio” sostenesse che siamo tutti uguali e fratelli e che l'amore è la suprema spiritualità.
Giordano Bruno fu bruciato sul rogo dai Cristiani per la sua enorme intelligenza e le sue intuizioni della verità. Giovanna D'Arco lo stesso perché “le voci e le visioni” non potevano essre frutto di una spiccata sensibilità verso l'Ignoto , ma solo diaboliche menzogne di una strega...
Albert Einsten fu insultato dai suoi insegnanti a scuola che sottolinearono la sua inferiorità rispetto agli atri compagni.
Potrei continuare per pagine ma il succo è uno solo: l'ignoranza della massa contro l'intelligenza che è solo individuale.
L'intelligenza non è qualcosa di misurabile con stupidi test o la quantità di informazioni con cui una persona si riempe inutilmente la mente come un computer.
Io credo che una persona si possa dire intelligente per quanto riesce ad essere se stessa nel modo più naturale, attingendo con l'intuito ad un sapere immenso universale che è disponibile per noi esseri umani nella misura in cui affiniamo la nostra consapevolezza.
La consapevolezza esiste solo in assenza del pensiero compulsivo e delle emozioni che determina.
Anche oggi giorno in cui la cultura ufficiale prevede che ogni “bravo schiavo” sia aderente alla cultura imperante, chiunque provi ad esprimere se stesso , la sua profondità, il suo interessere con il Tutto e l'Esistenza e quindi la nascita di una nuova consapevolezza, non viene capito: perché nessuno pensa individualmente, con la sua mente libera, i suoi sensi, il suo cuore ; apponiamo etichette come ci hanno insegnato in modo meccanico in base alle credenze assimilate... cosa c'è di umano in questo? Dove è finita la consapevolezza? Dove è finita la compassione in ogni atto quando viene dal nostro cuore?
Tutti si ergono a giudici degli altri pensando di essere superiori, in una scala infinita che diventa una orrenda giostra colma di orribili sofferenze, per noi e tutti.
Userò un esempio basato sulla mia esperienza.
Io stò cercando di compiere questo viaggio a piccoli passi verso la mia comprensione attraverso pratiche di meditazione, di connessione con altre persone che stanno facendo lo stesso viaggio, tramite la condivisione delle proprie emozioni e difficoltà. 
Ho avuto una ispirazione da alcuni maestri che hanno fatto questo percorso ed ho cercato di comprendere portando a me stesso quella qualità di consapevolezza.
Alcuni di questi maestri sono Osho, Tich Nath Han, Eckhart Tolle, Ramana Maharshi, Mooji.
Ho conosciuto anche tante persone che hanno seguito e conosciuto personalmente questi Maestri ed ognuno di loro è per me importante.
Ho conosciuto anche persone che non seguivano alcun maestro e nessuna disciplina e tantomeno le religioni ufficiali ed una in particolare rappresenta per me il vero faro, il vero maestro a cui attingere per la mia crescita spirituale, in un bellissimo cammino conune che continuerà per sempre.
Non parlo di religioni o sette o cose del genere. Questi uomini sono come dei catalizzatori: la forza delle loro parole se pur solo parole riesce a farci fare qualche piccolo passo verso la consapevolezza e verso un progresso spirituale.
La loro energia , vibrante se vivi ed a noi vicini ma anche dopo lasciato il corpo riesce a smuovere i nostri cuori e le nostre emozioni facendo un altro passo... e mattoncino dopo mattoncino costruiamo la nostra e altrui salvezza verso la fine della sofferenza ed una nuova vita, un nuovo mondo che parte da noi stessi.
Non pretendo che nessuno capisca , approvi o ancora peggio segua i miei consigli ma mi aspetto almeno il rispetto verso ogni essere umano come io rispetto ogni essere vivente facente parte di questa meravigliosa esistenza. Io sono voi e voi siete me, Noi siamo Uno.
Alessandro Orlandi
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The ignorance history repeats itself cyclically. The early Christians were persecuted because institutions (Roman Empire) feared a destabilizing effect that those who declared himself "the son of God" once said that we are all equal and brothers and that love is the supreme spirituality.
Giordano Bruno was burned at the stake by the Christians for his enormous intelligence and his insights of truth. Joan of Arc the same because "the voices and visions" could not essre result of a marked sensitivity towards the Unknown, but only evil lies of a witch ...
Albert Einstein was insulted by his teachers at school that emphasized its inferiority to the other companions.
I could go on for pages but the gist is the same: the ignorance of the mass against the intelligence that's just personal.
Intelligence is not something measurable with stupid tests or the amount of information by which a person is needlessly fills the mind as a computer.
I believe that a person can be said smart as able to be herself in the most natural way, drawing with the intuition of a universal knowledge immense that is available to us as human beings insofar as we refine our awareness.
Awareness exists only in the absence of compulsive thoughts and emotions that determines.
Even today, the day when the official culture provides that any "good slave" adheres to the dominant culture, anyone who tries to express himself, its depth, its inter-be with the Whole and the existence and thus the birth of a new consciousness , you do not understand why no one thinks individually, with his clear mind, his senses, his heart; we put on labels as we were taught mechanically based on similar beliefs ... what is human in this? Where is the knowledge? Where is the compassion in every act when it comes from our hearts?
All stand in judgment of others thinking they are superior, in an endless staircase that becomes a horrible carousel filled with horrible suffering, for us and all.
I'll use an example based on my experience
I'm trying to accomplish this journey in small steps towards my understanding through with meditation practices, connecting with others who are doing the same journey, by sharing their emotions and problems.
I had an inspiration from some teachers who have made this journey and I tried to understand myself bringing that quality of awareness.
Some of these teachers are Osho, Tich Nath Han, Eckhart Tolle, Ramana Maharshi, Mooji.
I also met many people who have followed and personally met these Masters and each of them is important to me.
I also met people who did not follow any master, and no discipline, much less official and one in particular religions is for me the true beacon, the real master to draw upon for my spiritual growth, in a beautiful way conune that will continue forever.
I do not speak of religions or sects or anything. These men are like catalysts: the power of their words even if only words can make us do some small step toward awareness and to spiritual progress.
Their energy, vibrant and if you live close to us but also after leaving the body unable to stir our hearts and our emotions making another step ... and brick by brick we build our and others' salvation to the end of suffering and a new life, a new world that part of ourselves.
I do not claim that no one understands, approves or worse still follow my advice but I expect at least respect for every human being as I respect every living being is part of this wonderful existence. I am you and you are me, We are One.
Alessandro Orlandi

sabato 28 gennaio 2017

ne questo ne quello


Chi sono io? Cosa c'è di davvero importante in questa vita che sto vivendo?
Sto realmente vivendo come vorrei e in conformità a quello che realmente sono, oppure i miei pensieri, le mie azioni e addirittura quello che penso di vedere di fronte a me sono solo il risultato dell’illusione postami da tutte le influenze avute da quando sono nato?
Qual è il nocciolo a cui devo tornare per fare il punto zero? Dove si trova il mio vero centro?
Centinaia di domande a cui si potrebbero dare altrettante risposte, ma non è questo il punto.
Proviamo a fare come i Deva, a dire quello che non sono?



- Non sono il mio nome e cognome,il mio sesso, la mia razza, la mia nazionalità...ecc ecc: sono targhette che mi sono state affibbiate in base ad un semplice “caso” geografico, o altro. Se io fossi nato in Africa… Se non potessi cambiare nessuna di queste realtà la mia libertà sarebbe semplicemente finta e inesistente.
Inoltre tutte queste etichette le posso facilmente modificare in un attimo e sarei sempre lo stesso, o no? Provate a scambiare due bambini appena nati ( ad esempio un israeliano ed un palestinese) e darli alle nuove famiglie. Quando cresceranno diventeranno quello che la società intorno a loro determinerà di essere ed anche provando a raccontare loro di questo scambio avvenuto alla nascita, pensate che cambierebbe qualcosa, oltre allo shock?



- Non sono il mio lavoro. C’è chi si identifica fortemente con quello che “produce” e ciò può essere positivo ma dipende dai punti di vista. Esempio:
Se fossi il miglior progettista di mine anti-uomo al mondo per una grande industria di armi sicuramente avrei un lavoro che mi fornisce fama e molto denaro e quindi una bella vita dal punto di vista materiale ma pensando alle conseguenze dei miei progetti cosa ho veramente prodotto se non sofferenza e morte? Che utilità ha avuto questo mio “lavoro”?
Qualcuno so che starà pensando: “qualcuno deve farlo perché anche se è uno sporco lavoro permette di mantenere degli equilibri tra vita e morte e tra il più forte ed il più debole similmente a quanto detto da Darwin riguardo l’evoluzione della specie”…eccetera eccetera… bla bla bla”.
Gli equilibri per me sono ben altri: collaborazione, armonia, compassione, senso di appartenenza ad un'unica umanità, integrazione e convivenza, rispetto, pace, obiettivi volti alla serenità e non all’accumulo di ricchezza….ecc ecc



- Non sono i miei pensieri, la mia mente. Questo non è vero del tutto ma in parte. I pensieri fanno parte di me nella misura in cui mi attraversano in quell’istante ma non sono prodotti da me e quindi non sono me. La semplice dimostrazione di questa realtà avviene allorquando in una fase meditativa riesco a “vedere i miei pensieri” e piano piano svaniscono…qualcosa rimane vigile in quel momento di non-mente? Certo che si altrimenti starei dormendo o sarei morto. Ergo : non siamo i nostri pensieri. I pensieri non sono ovviamente fisici ma neppure sottilmente, stiamo parlando solo di un processo.



- Non sono il mio corpo: e qui si va sul difficile. Io ho un corpo ma non sono quello. (Ne questo ne quello). Il corpo mi permette di collegarmi e interagire con l’esterno e l’interno tramite le mie emozioni, ma non sono neppure le emozioni, variabili come il tempo atmosferico.
Posso concepire tutto questo grazie alla mia autocoscienza che è pura consapevolezza, il testimone che guarda i miei pensieri, il mio corpo e le mie emozioni.
Il corpo è un fantastico mezzo, una macchina meravigliosa ed intelligente di cui mi dovrei sempre meravigliare e provare lo stupore del bimbo di fronte al mare la prima volta.



La realtà è che noi siamo tutte queste cose e nessuna di esse in assoluto, facciamo parte di un sistema vivente interconnesso di cui abbiamo perso la consapevolezza.
Alcune persone vivono in modo infelice parte o tutta la loro vita spesso a causa della loro identificazione con il possesso di oggetti o modi di essere inutili: grosse quantità di denaro, fama e successo, la casa più grande e bella, l’auto più grossa e potente, il cellulare o il computer più nuovo, il corpo più bello e ammirato, la collezione di fidanzate/i.
Tutto quello per cui vale la pena di vivere solitamente non ha alcun valore per questo tipo di persone ed effettivamente non ha alcun valore misurabile: essere amati ed amare, avere comprensione profonda, vivere in pace e serenità, raggiungere alti picchi di consapevolezza, riuscire ad avere accettazione non passiva, salute del corpo e della mente, dedicarsi al proprio e altrui progresso spirituale…
Ne questo ne quello.
Un abbraccio a tutti      da Alessandro Orlandi
Who am I? What's really important in this life that I'm living?
I'm really living as I would like and in accordance to what they really are, or my thoughts, my actions, and even what I think I see in front of me are just the result of illusion put to me by all the influences had since I was born ?
What is the core to which I must return to do the zero point? Where is my true center?
Hundreds of questions that you could give as many answers, but it is not the point.
We try to do as the Devas, to say what they are not?

- I am not my name, my gender, my race, my nationality ... etc. etc. They are tags that I have been buckled under a simple "case" geographical, or otherwise. If I had been born in Africa ... If you could not change any of these actually my freedom would simply fake and non-existent.
Moreover all these labels I can easily change in a moment and I would always be the same, or not? Try to swap two newborn children (for example, an Israeli and a Palestinian) and give them to new families. When they grow up to become what society around them and also determine to be trying to tell them about this exchange occurred at birth, you think that it would change something, in addition to the shock?

- I'm Not my job. There are those who strongly identifies with what they "produce" and this can be positive but it depends on your point of view. Example:
If I were the best designer of anti-personnel mines in the world for a large arms industry surely would have a job that provides me fame and money and therefore a good life from the material point of view, but thinking about the consequences of my projects what I really Product if not suffering and death? What use had this my "job"?
I know someone who must be thinking: "someone has to do it because even though it's a dirty job allows you to maintain the balance between life and death and between the strongest and weakest similarly to what was said by Darwin about the evolution of the species" and so on ... etc ... bla bla bla ".
The balance for me are quite different: cooperation, harmony, compassion, sense of belonging to a common humanity, integration and coexistence, respect, peace, serenity and objectives of the non-accumulation of wealth ... .etc etc.

- I am not my thoughts, my mind. This is not true of all but partly. The thoughts are part of me to the extent that through me at that moment but are not produced by me and therefore are not me. The simple proof of this fact takes place when in a meditative phase can "see my thoughts" and vanish floor plan ... something remains vigilant in that moment of no-mind? Sure I'd be sleeping or otherwise I would be dead. Ergo: we are not our thoughts. Thoughts are obviously not physical but even subtly, we are only talking about a process.

- I'm not my body: and here we go on the hard. I have a body but I am not that. (As this nor that). The body allows me to connect and interact with the outside and the inside by my emotions, but they are not even the emotions, variables like the weather.
I can conceive of all this because of my self-consciousness that is pure consciousness, the witness watching my thoughts, my body and my emotions.
The body is a fantastic medium, a wonderful and intelligent machine that I should always be surprised and experience the wonder of the child in front of the sea the first time.

The reality is that we are all of these things and none of them ever, we are part of a living system interconnected that we lost consciousness.
Some people live in miserable so some or all of their lives often because of their identification with the possession of objects or ways of being useless: large amounts of money, fame and success, the largest home and beautiful, the biggest car and powerful, the phone or the newest computer, the most beautiful body and admired, the girlfriends / i collection.
Everything that is worth living usually has no value for this type of people, and indeed has no measurable value to be loved and to love, to have deep understanding, to live in peace and serenity, reach high peaks of awareness, be able to have not passive acceptance, health of body and mind, focusing on their and others' spiritual progress ...
Do this nor that.

Hugs to all   from Alessandro Orlandi

venerdì 8 aprile 2016

Intuizioni

La bellezza e complessità dell'essere umano sono immense almeno quanto la sua stupidità , in quanto non riesce a vedere e comprendere le gioie di fronte a lui.
Satyam Alessandro Orlandi
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The beauty and complexity of the human being are immense as much as his stupidity, as it fails to see and understand the joys in front of him.
Satyam Alessandro Orlandi

sabato 26 marzo 2016

wake up


Svegliatevi, l'incubo è finito. Aprite gli occhi e guardate il sole davanti a voi. La notte è finita ed ora inizia il giorno. Dal momento in cui sai chi sei e ti guardi attorno tutto quello che normalmente ti sembra realtà capisci che è solo una giostra, un palcoscenico dove tutti hanno un ruolo, ma senza saperlo.
Devi solo scendere dalla giostra ed ascoltare una solo timida vocina tra tutti quelli che urlano dentro la tua mente.
Spegni la tv, abbandona i social media se non per comunicare e soprattutto filtra con la tua coscienza tutto quello che ti dicono, non credere alle favole!
Fino ad ora ti hanno fatto credere che devi fare questo e quest'altro, devi avere paura di qualcun altro perché è diverso da te e soprattutto devi continuare a lavorare come uno schiavo per pagare un debito prodotto dalle loro meschine manovre bancarie. Ma il debito in realtà non esiste: è solo un'invenzione delle banche centrali creata ad arte per renderti sempre più schiavo dei loro piani e manovrare la tua vita per non farti svegliare.
Per questo il mondo dell'educazione è sempre più improntato sulla concorrenza e la furbizia e sempre meno sulla collaborazione e l'intelligenza. Se ci fossero in giro tante persone che sanno usare la loro mente anziché esserne schiavi non potrebbero manipolarli per i loro piani.
E poi questi piani, vogliamo parlarne? Cosa te ne fai di tutto il potere e di tutta la ricchezza del mondo quando non c'è amore nel tuo cuore per poter vedere la bellezza, la felicità e godere della libertà di questa splendida vita?
Cosa ve ne fate di questo illusorio immenso potere se il risultato è solo morte, guerre, sofferenza e soprattutto tanta ignoranza e paura?
Apriamo i nostri occhi e guardiamo il mondo con la nostra coscienza ben attenta e senza giudicare: dobbiamo essere testimoni senza implicazioni e confronti, solo guardare, solo il guardare dal cuore e attraverso i sensi.
Guardiamo, ascoltiamo, annusiamo, gustiamo e tocchiamo la vita ogni giorno cogliendo ogni attimo come un regalo e ringraziando l'esistenza per tutta la bellezza che esiste, tutti noi insieme senza divisioni, io sono loro e loro sono me, senza separazioni perché siamo una cosa sola, un unico piano divino universale che coesiste in un solo attimo: ora.
Namastè
Satyam Alessandro Orlandi
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Wake up, the nightmare is over. Open your eyes and look at the sun in front of you. The night is over and now begins the day. From the moment you know who you are and you look around everything normally it seems really understand that it is only a carousel, a stage where everyone has a role, but without knowing it.
You just off the carousel and listen only a timid little voice of all those who scream inside your mind.
Turn off the TV, abandons the social media except to communicate and especially filters with your conscience all that they tell you, do not believe in fairy tales!
So far they have made you believe you must do this and that, you have to be afraid of someone else because it's different from you and above you have to continue to work as a slave to pay a debt produced by their petty banking maneuvers. But the debt does not really exist: it is just an invention of the central banks created on purpose to make you more and more a slave of their plans and maneuver your life so you do not wake up.
This is why the world of education is increasingly focused on competition and the cunning and less and less on collaboration and intelligence. If there were so many people around who know how to use their minds instead of being slaves could not manipulate them to their plans.
And then these plans, we want to talk about it? What do you do with all the power and all the wealth of the world when there is no love in your heart to be able to see the beauty, happiness, and enjoy the freedom of this beautiful life?
What do you do with this illusory immense power if the result is only death, wars, suffering, and especially so much ignorance and fear?
We open our eyes and look at the world with our well-attentive conscience and without judgment, we must be witnesses without implications and comparisons, just watching, just watching from the heart and through the senses.
Look, listen, smell it, taste, and touch their lives every day taking every moment as a gift and thanking the existence for all the beauty that exists, all of us together without divisions, I am them and they are me, no separations because we are a one, one universal divine plan that coexists in a single moment: now.
Namastè
Satyam Alessandro Orlandi


venerdì 18 marzo 2016

Cosa ricordiamo delle persone?



Oggi pensavo a cosa ci resta nella memoria quando pensiamo ad una persona. Cosa ricordiamo fondamentalmente ed in modo automatico pensando ad una determinata persona? L'aspetto fisico, il suo modo di fare, il suo carattere, quello che fa nella vita?
Credo che ognuno dia priorità all'aspetto che più si avvicina alla nostra concezione di identificazione.
Chi sono io?  e quindi Chi è Lui?
In realtà tale distinzione è solo fittizia in quanto frutto di un illusione di separazione... ma se vogliamo restare con i piedi per terra parliamo solo degli aspetti psico fisici relativi alla nostra attuale esperienza fisica di qui e ora.
Io quando penso a qualcuno mi collego istintivamente alla mia parte più emotiva, quella cosiddetta del cuore. Penso e ricordo soprattutto quei momenti in cui questa persona ha mostrato la parte più tenera della sua umanità, con un gesto carino, delle parole dolci, di conforto o magari un sorriso, un abbraccio.
Credo che queste siano le cose più importanti e soprattutto per quanto mi riguarda sono le cose che lasciano un segno nella mia memoria e nel mio cuore.
E voi a cosa pensate?
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Today I was thinking of what remains in the memory when we think of a person. Basically what we remember and automatically you are thinking of a particular person? The physical appearance, his manner, his character, what he does in life?
I think everyone gives priority aspect that is closest to our conception of identification.
Who am I? and then Who is He?
In reality, this distinction is only fictitious as the result of an illusion of separation ... but if we keep our feet on the ground we speak only of mental and physical aspects of our current physical experience of the here and now.
When I think of someone I connect instinctively to my most emotional part, the so-called heart. I think, and I remember especially those moments when this person showed the most tender part of his humanity, with a nice touch, the sweet words of comfort or even a smile, a hug.
I think these are the most important things and especially for me are the things that leave a mark in my memory and in my heart.
And you what do you think?

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Libreria della nuova umanità

  • La Missione di Vita di Angela Verardo Ed.Gagliano
  • Conversazioni con Dio1-2-3-4 di Neale Donald Walsch
  • Un Corso in Miracoli (Foundation for inner peace)
  • Tutta la bibliografia di Vadim Zeland
  • Tutta la bibliografia ed i films di Alejandro Yodorowsky
  • IL LIBRO sui tabù che ci vietano la conoscenza di ciò che veramente siamo di Alan W. Watts
  • IL PROFETA di Kahlil Gibran
  • I cinque tibetani di Peter Kelder
  • Enneagramma per tutti di Maurizio Cusani
  • Guarisci te stesso di Josè Silva e Robert B. Stone
  • 52 idee geniali per avere successo le straordinarie intuizioni di Napoleon Hill di Caren McCreadie
  • Il libro di Mirdad di Mikail Naimy
  • Autobiografia di uno Yogi ParamaHansa Yogananda
  • Il Bar Celestiale di Tom Youngholm
  • il Tao della fisica di Frijtof Capra
  • Benessere totale di Deepak Chopra
  • Istruzioni di volo per aquile e polli di Anthony De Mello
  • La biologie delle credenze di Bruce H. Lipton
  • L'effetto luna di miele di Bruce Lipton
  • La profezia di Celestino di James Redfield
  • La decima illuminazione di James Redfield
  • La fine è il mio inizio di Tiziano Terzani
  • La via del guerriero di pace di Dan Millman
  • Come fare miracoli nella vita di tutti i giorni di W.W.Dyer
  • La voce dell'ispirazione di Wayne Walter Dyer
  • Le vostre zone erronee di Wayne Walter Dyer
  • Lettere dalla Kirghisia di Silvano Agosti
  • Riprendere i sensi di Jon Kabat-Zinn
  • Tutta la bibliografia di Eckhart Tolle
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