Curare la malattia o la persona?
Studio le medicine alternative da quando avevo vent’anni ed allora vi erano solo pochi che ne parlavano, pochissimi libri pubblicati ed internet era ancora agli albori: ricordate il vecchio modem collegato al telefono di casa? 🙃
Facciamo un salto di trent’anni: ora ne sentiamo parlare ovunque, abbiamo un’ampia scelta di libri con una molteplicità di tecniche, metodi ed opinioni, spesso raccontati da medici, e questo è molto indicativo.
Una cosa la posso dire tranquillamente: io non sono mai guarito tramite l’allopatia a meno che non si parli di interventi dove non si discute l’efficienza della cura, come per esempio una frattura, un infarto, un’incidente che ci procura lesioni ecc ecc
Per quanto riguarda invece le malattie croniche le terapie farmaceutiche non fanno altro che attenuare i sintomi e la cura diventa spesso per tutta la vita e non aggiungo altro.
Quello che però mi induce a dirvi questo riguarda tutt’altro. Ma ho dovuto comunque fare questa premessa.
L’approccio verso il “cliente / paziente” ovvero il ricevente bisognoso di CURA qual’è?
Ho parlato spesso con molti laureati in medicina e nessuno mi ha mai parlato di un esame o corso che riguardasse come approcciarsi alla PERSONA, COME ASCOLTARE, COME ESSERE IN QUEL MOMENTO UN CONTENITORE VUOTO E PRIVO DI GIUDIZIO, COME COMUNICARE LA PRESENZA DI UNA GRAVE MALATTIA SENZA CAUSARE UN EFFETTO NOCEBO...
Spesso ricevendo sia io che altre persone visite da vari medici ho notato una disattenzione ed una fretta tale fino a spingersi a qualcuno che non ha mai alzato lo sguardo verso la persona vicino a me che si era rivolta a lui, ricevendo numerose telefonate ed alzando la voce in modo smodato, pur essendo una visita specialistica molto delicata ed urgente ( e ben pagata, oltre che inutile ).
Mi sono trovato a dare un giudizio piuttosto duro nei suoi confronti tornando a casa e pensando che io, quando incontro la prima volta una persona per un massaggio o un trattamento energetico o una sessione di coaching, faccio molte più domande sull’aspetto psico fisico di quante ne abbia ricevute da chi dovrebbe curarmi…
Per esempio io chiedo oltre alle notizie di rito (malattie, medicinali, operazioni subite, zone del corpo dove ha dolore o più sensibili, ecc ecc) : se la persona ha figli, che rapporto ha con essi, la sua professione e se gli piace, che tipo di hobbies coltiva, che tipo di attività motoria fa, se ha allergie, se dorme bene, che tipo di alimentazione segue e se va di corpo regolarmente, se beve molto o poco durante il giorno ecc ecc
Come diceva Patch Adams nel film a lui dedicato "Se si cura una malattia, si vince o si perde; ma se si cura una persona, vi garantisco che si vince, si vince sempre, qualunque sia l'esito della terapia."
Forse la fretta ed avere tanti pazienti non aiuta... ma, allora, come puoi dare un minimo di qualità al tuo servizio?
voi cosa ne dite?
Nessun commento:
Posta un commento