Per chi si riconosce in una nuova visione del mondo: guardandolo da se stessi. Per chi vuole abitare e non distruggere la propria casa... "Ricordatevi della vostra umanità, e dimenticate il resto". If you recognize yourself in a new vision of the world, looking at it from themselves. For those who want to live and not destroy your home ... "Remember your humanity and forget the rest."
venerdì 28 agosto 2009
La radura del castagnone
Spicchi di luce intersecano i rami
creando il divino aleggiare
delle mie palpebre indecise
fra il verde rassicurante
ed il buio abisso dentro.
Odori puri e leggeri
e suoni di piccoli uccelli volano
mentre la calda aria estiva
accarezza le mie gote stanche.
Come vorrei volare ora anch'io !
Almeno sopra questo mio castagno
che di fianco mi saluta garrendo.
Come vorrei essere ora la pioggia
che disseta il mio viaggiatore...
Invece il clacson
di una corriera di montagna
mi scuote e mi riporta quieora.
Come vorreii essere la mia risata!
Festival della Meditazione a Varazze 4-5-6 settembre
Segnalo a tutti, interessati e non un interessante evento che si terrà a breve nello splendido paesino di Varazze.
Sono rare queste manifestazioni in cui si concentrano tante persone interessate allo sviluppo spirituale dell'uomo, tramite la meditazione.
Credo non bisogni perdere un'occasione del genere.
Io pultroppo parteciperò solo venerdi 4 settembre.
Per chi vuole unirsi o sapere info basta cliccare sul titolo del post oppure su questo link:
http://www.thefestival.it/
Namastè.
sabato 1 agosto 2009
Il significato della parola "Namastè"
Dalle nostre parti il saluto è diventato raro, soprattutto quello sincero dal cuore e non il rituale "per educazione".
Noi spesso abusiamo di strette di mano in cui la mano sembra essere morta e non viva e vibrante di energia positiva, di baci e abbracci dati per educazione, per forza e quindi senza un vero trasporto.
Sembra più saggio il saluto orientale che tende a rimanere lontano dal corpo altrui ma vicino allo spirito, tramite una condivisione della stessa esistenza, del divino che ci circonda e di cui facciamo parte.
La parola che si dice è "Namastè", ecco il suo significato:
Namastè è una parola sanscrita il cui significato letterale è "mi inchino a te": infatti è formata da namas, ossia "salutare, inchinarsi facendo una reverenza" e dalla parola ti, ossia "a te"! Ma a parte il significato puramente letterale, il saluto Namastè è legato ad un significato spirituale che molti traducono con: *il divino che è in me saluta il divino che è in te*. Io lo leggo proprio in questo modo e mi piace, se posso, unirvi anche il classico gesto delle mani giunte dinnanzi al cuore (che sarebbe, poi, un mudra), mentre inchino il capo verso la persona a cui lo dirigo!
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In our part of the greeting has become rare , especially the sincere from the heart and not the ritual " for education."
We often abuse it handshakes where the hand appears to be dead and not alive and vibrant positive energy , kisses and hugs data for education , for strength , and then without a true transportation.
It seems wiser to the eastern greeting that tends to stay away from the body but others close to the spirit , through a sharing of the very existence of the divine that surrounds us and of which we are part .
The word that is said is " Namaste " , its meaning here :
Namaste is a Sanskrit word which literally means " I bow to you " : it is formed by namas , meaning " healthy , making a bow reverently " and the word you , that is " you" ! But apart from the purely literal meaning , the greeting Namaste is tied to a spiritual significance which many translate as : * the divine in me greets the divine in you * . I read it in just this way and I like , if I may , add also the classic gesture of hands clasped in front of the heart (which would be , then , a mudra) , and bowed his head toward the person to whom I direct him !
Il perchè ed il come di una scelta
Molti mi chiedono incuriositi perchè non mangio più carne.
Non è facile esprimere certi concetti con chi ti risponde che tanto ormai gli animali sono stati uccisi e quindi è immorale sprecare una risorsa...
Non voglio spingermi a spiegazioni etiche ne salutistiche ma pubblico un famoso discorso del mistico Osho a riguardo perchè calza a pennello con quello che penso:
I miei discepoli sono vegetariani non perchè seguaci di una setta, non perchè fedeli ad una dottina. Sono vegetariani perchè la meditazione li rende più umani, più vicini al cuore e in grado di vedere la totale stupidità di coloro che uccidono esseri viventi per cibarsene.
E' la loro sensibilità, la loro consapevolezza estetica che li rende vegetariani. Io non insegno il vegetarianismo: è una conseguenza della meditazione. Ovunque sia accaduta la meditazione le persone sono diventate vegetariane; sempre da migliaia di anni.
Non puoi uccidere gli animali per mangiarli, non puoi distruggere la vita. Quando hai a disposizione cibi deliziosi di ogni tipo, che bisogno hai di uccidere esseri viventi? Non c'entra niente con la religione. Si tratta semplicemente di sensibilità, di comprensione estetica.
Nessun animale, nessun albero, niente dell'esistenza è incapace di diventare illuminato. Magari ci vuole un po' più di tempo, ma l'illuminazione è inevitabile. E' il destino dell'intera esistenza. E' brutto uccidere per mangiare. L'idea di non uccidere è scaturita dall'esperienza che tutti, per diritto di nascita, sono capaci di diventare divini.
Osho
giovedì 23 luglio 2009
Allevamenti intensivi: possibili conseguenze
Al telegiornale si continua a parlare del caldo e dei condizionatori, delle cazzate di Testa d'asfalto e le risposte dell'inesistente opposizione...
Solo su internet qualcuno comincia a parlare dei grossi problemi globali relativi allo sfruttamento intensivo delle risorse planetarie ed al loro vicino collasso...
Ma non è allarmismo: è come se non dicessi nulla a chi guida la mia auto e stà andando contro un palo!
Da una ricerca statunitense: Le conseguenze globali della zootecnia intensiva
17-07-2009 - Fonte: Enrico Moriconi
Una corposa ricerca intitolata Carne in tavola: l’industria dell’allevamento in America, Progetto the Pew Charitable Trusts and Johns Hopkins Bloomberg School of Public Health” dimostra chiaramente che le preoccupazioni per gli allevamenti intensivi come fonte di contagio di malattie per le persone sono fondate.
L’argomento è ritornato di prepotente attualità dopo la diffusione dell’influenza suina e lo studio conferma con autorevolezza il ruolo degli allevamenti intensivi nella creazione di nuovi agenti infettanti e nella loro diffusione sia negli animali sia tra le persone. Rilevante è il fatto che molte delle conclusioni a cui arriva il lavoro sono oggetto da anni di denuncia da parte dei movimenti ambientalisti e animalisti.
Lo studio citato esamina il problema delle malattie infettive e degli allevamenti sotto diversi punti di vista.
Innanzi tutto richiama l’attenzione sul fatto che è esposto alla contaminazione degli agenti infettanti, in modo più frequente e a concentrazioni più alte, chi è direttamente coinvolto nella produzione e che il rischio diminuisce proporzionalmente al contatto, cioè per quanto più o meno tempo si rimane dentro o in prossimità dell’allevamento.
All’esterno la diffusione avviene tramite la contaminazione delle acque reflue e si può estendere alle acque potabili, propagandosi anche a grande distanza dalla sorgente iniziale, come ha mostrato anche la recente trasmissione Report. Se poi gli agenti patogeni sono infettivi per le persone, come nel caso dell’influenza aviare, possono diffondersi nella comunità e persistere durante i processi di lavorazione della carne e contaminare i consumatori di prodotti animali…
La ricerca ammette che gli agenti infettanti si possono più facilmente trasmettere dagli allevamenti intensivi alle persone perché il rischio di ammalarsi per gli animali è più alto che altrove, legato alla quantità di animali stabulati insieme in spazi ristretti e alle caratteristiche degli allevamenti dove il cibo e il trattamento sono finalizzati alla crescita rapida, insieme di condizioni che creano le opportunità per i patogeni di trasmissione agli umani.
In particolare, viene detto che tre fattori concorrono ad aumentare il rischio: il prolungato contatto dei lavoratori con gli animali, l’aumentata trasmissibilità dei patogeni nei gruppi di animali e l’accresciuta possibilità di una antibiotico-resistenza ai batteri e ai nuovi agenti infettivi. Anche lo stress indotto dal costrizione in spazi ridotti aumenta la possibilità di infezione e malattia nella popolazione animale.
Anche i sempre più frequenti episodi di nuove forme virali sono messi in relazione con gli allevamenti intensivi. La concentrazione degli animali negli allevamenti intensivi rende possibile la creazione di molte vie di trasmissione degli agenti infettivi negli animali; gli agenti infettanti così possono evolvere diventando più virulenti, anche perché nella popolazione infetta si realizzano numerosi eventi di trasmissione e di co-infezioni, cioè trasmissione tra soggetti diversi oppure virulentazione di agenti infettanti che si mescolano tra di loro. L’allevamento industriale facilita quindi la nascita di nuovi agenti infettivi proprio per il fatto che vi sono molti animali rinchiusi insieme.
Anche la presenza di animali con forme asintomatiche può diffondere l’infezione prima che si possano individuare.
Lo studio denuncia che numerose infezioni note possono essere trasmesse tra umani e animali; in effetti su più di 1.400 patogeni umani documentati, circa il 64% sono zoonosici (Woolhouse e Gowtage-Sequeria, 2005; Woolhouse et al.,2001) . Degno di nota il fatto che tali agenti zoonosici sono in relazione proprio con gli allevamenti intensivi e non con la convivenza domestica degli animali compagni o con la prossimità dei sinantropi (come i colombi, eccetera).
Per quanto riguarda il problema del consumo di sostanze alimentari animali si dice che i sistemi di allevamento degli allevamenti intensivi possono aumentare significativamente la forme patogene per i consumatori di prodotti animali. Secondo lo studio ne sarebbe interessata l’intera catena produttiva. Infatti ogni area, passaggio, della filiera della produzione di carne bovina, pollame, uova e latticini (pratiche manuali, lavorazioni della carne, trasporto e allevamento) può contribuire alle sindromi zoonosiche e alla contaminazione (Gilchrist et al.,2007).
La ricerca indica due esempi significativi sottolineando come “il recente richiamo serio e di alto profilo riguardante Escherichia Coli O157:H7 e Salmonella enterica serve a ricordare drammaticamente questo rischio” (di trasmissione dagli animali alle persone). Si citano così dei dati: nel 1999 un rapporto stimava che l’infezione da E. Coli O157:H7 causava approssimativamente 73.000 forme patologiche all’anno con più di 2000 ospedalizzazioni e 60 morti negli Usa (Mead et al., 1999), con costi stimati in 405 milioni di dollari, 370 per i morti, 30 per la cure mediche, e 55 milioni per il calo di produttività (Frenzen et al., 2005). Si ammette che il concime animale, specialmente dei bovini, possa essere la fonte primaria di questa batteremia, e il consumo di cibo e acqua contaminata dalle deiezioni animali è la maggiore via di infezione umana.
Nell’eziologia della malattia si deve considerare che negli allevamenti intensivi molti animali possono essere debolmente colpiti e passare inosservati e quindi diffondere l’infezione senza che si prendano iniziative di controllo.
Altri complicazioni sono relative al fatto che, in molti casi, è veramente difficile diagnosticare il patogeno: Salmonella enterica ad esempio è nota per colonizzare il tratto intestinale degli uccelli, senza causare sindromi visibili (Suzuki, 1994), oppure, come noto, può infettare le ovaie e trasferire il microrganismo nelle uova. Anche se la frequenza della contaminazione nelle uova è bassa , circa 1 ogni 20.000 uova, il grande numero di uova prodotte - 65 miliardi negli Usa ogni anno – fa sì che la contaminazione da uova rappresenti una fonte significativa di esposizione umana.
Relativamente a questo punto, il Centers for Disease Control and Prevention (CDC) stima che la decontaminazione da SE nelle uova diminuirebbe di circa 180.000 casi di malattia negli Usa (Schroeder et al., 2005).
Un ulteriore elemento negativo degli allevamenti intensivi è l’alimentazione ottimizzata per ridurre il tempo necessario alla crescita per la vendita, aumentare l’efficienza della conversione del cibo e delle proteine, assicurare la sopravvivenza e l’uniformità degli animali. Questo determina l’introduzione nella dieta di molte sostanze chimiche che possono favorire la diffusione di forme patogene perché deprimono le difese immunitarie. Si possono anche utilizzare sostanze direttamente pericolose per la salute umana come derivati e composti arsenicati, utilizzati per aumentare l’appetito degli animali.
Infine si punta il dito contro l’uso indiscriminato degli antibiotici, come integratori per indurre una più rapida crescita, che favorisce l’antibiotico resistenza, cioè la non reazione alla somministrazione dei chemioterapici come cura in caso di forme patologiche.
La Infection Disease Society of America (ISDA) ha dichiarato che le infezioni antibiotico resistenti sono una epidemia negli Usa (Spelberg et al., 2008) mentre la CDC (Centers for Disease Control and Prevention) stima che circa 2 milioni di persone all’anno contraggono infezioni antibiotico resistenti e di queste 90.000 muoiono. Per tali eventi i costi stimati, dieci anni fa, ammontavano tra i 4 e i 5 miliardi di dollari, ma oggi sono certamente più alti visto l’aumentare della sindrome (Harrison et al., 1998).
Le conclusioni del lavoro non lasciano molti dubbi: infatti si afferma che le preoccupazioni relative alle questioni esaminate, resistenza antimicrobica, trasferimento di sindromi dagli animali all’uomo, impatto sulla salute dei lavoratori e delle comunità, sono problematiche degli allevamenti o dell’agricoltura e riguardano anche l’economia industriale che causa significative sconvolgimenti ecologici, i quali sono una della maggiori cause di malattie.
Con un atteggiamento molto calvinista, si dice che microbi sono sempre esistiti e sempre esisteranno ma stanno diventando sempre più veloci ad adattarsi; in questo senso la dimensione e la concentrazione degli allevamenti industriali facilita il ruolo di attacco degli agenti patogeni nei confronti della popolazione umana.
Per tutti questi motivi la Commissione indica al Governo federale e agli industriali di agricoltura e allevamento queste cause di preoccupazione per la salute pubblica, per una politica di riduzione dei rischi che dovrebbe interessare tutti i governi.
Queste conclusioni sono in linea con quanto da tempo affermato dai movimenti ambientalisti e animalisti di tutto il mondo. Purtroppo pochi ci ascoltano, specialmente in Italia, dove la puntata della trasmissione Report citata a inizio articolo, ha dimostrato la totale noncuranza delle prescrizioni di legge da parte degli allevatori, dei produttori e somministratori di farmaci – vale a dire i veterinari pubblici e privati – e naturalmente dei politici che coprono loro le spalle, come ho già detto in un altro articolo.
Enrico Moriconi
www.unaltralimentazione.org
mercoledì 15 luglio 2009
Sri Chinmoy
Aspiriamo all’armonia,
nella vita interiore ed esteriore.
Dò profondo valore all'unità
di tutti gli esseri umani.
A scuola ci hanno insegnato ed abbiamo letto sui libri di testo delle gesta di uomini che muovevano eserciti e conquistavano altre nazioni, spinti dalla brama di potere e nel tentativo di avere un controllo totale sulla vita degli altri.
Qualcuno invece, di cui non parla nessuno, ha dedicato la sua vita a capire cosa veramente noi siamo: guardando dentro se stesso .
Qualcuno ha dedicato il esto della vita a elargire come un profumo da un fiore la conoscenza acquisita dalle proprie esperienze: per cercare di "risvegliare" altri uomini.
Questa è la vera rivoluzione e non guerre o scrivere libri di economia globale...
Cambiare l'uomo per cambiare il mondo.
Uno di questi uomini fantastici è Sri Chinmoy.
Grazie Sri: rimani con noi e guida il nostro spirito verso l'illuminazione.
sito:
http://www.srichinmoy.org/italiano/
sabato 11 luglio 2009
Una scelta importante...
Pubblico una lettera importante perchè spiega molte cose...
A voi ora la scelta
Lettera aperta ai vegetariani
di Marina Berati (marzo 2002)
Questa lettera è indirizzata a chi è vegetariano per motivi etici, ma non ancora vegano. Cosa voglio trasmettervi, in queste pagine? Voglio convincervi a diventare vegani, ve lo dico subito. Voglio spiegarvi perché lo sono diventata io, nella speranza che gli stessi meccanismi di pensiero e di empatia funzionino anche in voi. Forse pensate che sarebbe più utile convincere i carnivori a diventare vegetariani, piuttosto. Ovviamente va fatto anche questo, e le facciamo ogni giorno con tante iniziative, ma qui, in questa lettera, voglio comunicare con voi, voi vegetariani, che già sentite, come me, orrore e rabbia al solo pensiero che un animale possa essere ucciso, angoscia e furore per gli allevamenti, i pescherecci, i macelli. Così possiamo ragionare su basi comuni. E questo è un compito altrettanto importante, perché si tratta, anche in questo caso, di salvare delle vite.
Io sono stata vegetariana per nove anni. Non vi spiego i motivi, perché sono gli stessi vostri. Credevo che non sarei mai diventata vegana. Non è necessario, pensavo. Quello che voglio è non uccidere. E consumando latte e uova non si uccide nessuno. E' vero che c'è dello sfruttamento dietro gli allevamenti di galline ovaiole e mucche da latte. Ma il problema, allora, è cambiare i metodi di allevamento, di trattamento degli animali. Non è la produzione in sé di latte e uova, il problema. E' il metodo. Quindi, in linea di principio, mangiare questi alimenti non è sbagliato. Perché, comunque, non uccide. Devo dire che forse, anche fosse vero che il consumo di latte e uova non uccide gli animali, questo ragionamento non sarebbe stato molto valido, perché occorre comunque dissociarsi e non contribuire allo sfruttamento, quando esiste. Ma questo è quel che pensavo, e ne ero convinta. Forse anche molti di voi ne sono convinti, e, per essere più in linea coi propri principi, consumano solo uova di galline allevate a terra, o di piccole fattorie, e latte di allevamenti non intensivi.
Purtroppo, purtroppo per gli animali, intendo, questo non basta, perché c'è un problema in più: non è "solo" una questione di sfruttamento. Ma di uccisione. Perché anche il consumo di latte e uova implica, necessariamente, l'uccisione di animali. Non gli stessi individui che producono questi "alimenti" (o almeno, non subito), ma loro simili, i loro figli, che devono morire affinché questa produzione sia possibile. E' matematicamente, statisticamente, economicamente impossibile produrre latte e uova senza uccidere un altissimo numero di animali. Vi spiegherò ora perché. Per cui, alla fine, se avete scelto di essere vegetariani per non uccidere dovete, per lo stesso motivo, diventare vegani. Il motivo è identico, quindi è una decisione facile da prendere, perché ci siete già passati una volta. Siete già convinti della sua validità.
Mi concentro sul fatto dell'uccisione proprio per questo: si trattasse solo di sfruttamento, uno potrebbe sempre scegliere di usare prodotti di allevamenti non intensivi (il che significherebbe comunque, se si è coerenti, limitare molto il proprio consumo, renderlo minimale, perché gli allevamenti non intensivi non possono certo fornire prodotti a tutta la popolazione della Terra, nella quantità oggi considerata abituale). Ma si tratta invece di morte. E, come vegetariani per motivi etici, siete di sicuro già convinti che non sia lecito UCCIDERE gli animali. Perciò, punto su questo.
Perché produrre uova significa uccidere animali? Sentiamolo prima dalle parole di un allevatore di galline ovaiole. Vediamo qual è la realtà. I fatti, solo i fatti. E vediamo di tradurre questo esempio in una regola generale.
MUCCA PAZZA: SOS SMALTIMENTO IN DISCARICA PER PULCINI MORTI (ANSA) - ASTI, 3 FEB 2001 - Preoccupazione per lo smaltimento in discarica di quintali di pulcini morti, prima destinati alle industrie produttrici di farine animali, è espresso dagli allevatori dell'astigiano. L' SOS viene, in particolare, dall'azienda "Valversa" di Cocconato dove c'è il più grande impianto italiano di incubatrici per pulcini. "Ogni settimana - spiega Valerio Costa, uno dei fratelli titolari dell'azienda - dalle nostre incubatrici nascono 260.000 pulcini. Circa metà sono femmine e vivono per diventare galline ovaiole, l'altra metà maschi e vengono uccisi". Ogni settimana, dunque, tra pulcini morti e gusci d'uova, circa 300 quintali di scarti riempiono almeno 2 autocarri che, fino a quindici giorni fa, erano destinati alle fabbriche per le farine animali a un costo di 30 lire al chilogrammo. Adesso il sindaco di Cocconato, Carlo Scagno, dopo aver sentito tutte le autorità sanitarie regionali, ha emesso un'ordinanza che consente lo smaltimento nella discarica torinese di Basse di Stura per una spesa di circa 1.000 lire al chilo. "Non sappiamo - ha aggiunto il sindaco - fino a quando la discarica torinese potrà accogliere questi rifiuti speciali". D'altra parte "nell'azienda - afferma Costa - si lavora a pieno regime. Bloccare le incubatrici che ogni 21 giorni fanno nascere oltre un milione di pulcini e bloccare l'allevamento di oltre 50 mila galline che producono uova per le incubatrici, sarebbe un disastro". (ANSA).
Che cosa si ricava da questo, in sostanza? Che, mediamente, al fine di far nascere una gallina ovaiola, un pulcino maschio viene ucciso. Nella maggior parte dei casi viene ucciso subito, tritato, soffocato, gasato. Questo è il caso più "fortunato" per lui. In alcuni altri casi, vive qualche settimana per poi essere macellato come pollo. E questo vale ovviamente anche per le galline dei piccoli pollai a conduzione familiare o amatoriale. Anche per quelle galline che non finiranno mai macellate (come invece finiscono macellate quelle ovaiole degli allevamenti intensivi, in gabbia o a terra che siano, a fine carriera). Se in un pollaio ci sono anche solo cinque galline, da qualche parte saranno nate, no? Non ci sono di certo anche cinque galli, lo dice pure il proverbio... Al più, un gallo. E gli altri quattro, che statisticamente devono essere nati per poter aver le cinque galline femmine? Uccisi. Da qualunque posto venissero le galline. Questa è solo logica, e statistica.
Veniamo al latte. Perché la sua produzione comporta l'uccisione di animali (a parte le mucche da latte stesse, a fine carriera)?
Un esempio, dal mondo reale della produzione della mozzarella di bufala, una testimonianza di prima mano (apparsa in una mailing list a diffusione pubblica):
12 marzo 2002 - Il 12 di febbraio ultimo scorso, tornando a casa, ho intravisto una grande macchia scura sul bordo della strada. Avvicinandomi, ho visto che "la cosa"... era un bufalotto di alcuni giorni, ancora vivo. Devo dire che diverse volte negli anni mi è capitato di vedere carogne di bufalotti nei campi e lungo le strade, e ho sempre pensato che fossero morti di malattie perinatali. Ho segnalato il fatto all'autorità competente che è intervenuta per rimuovere la carcassa. Ma questa volta non si trattava di un cadavere, era un animale vivo. Un bufalotto maschio, senza marca nell'orecchio, senza padrone. L'ho caricato in macchina e l'ho portato a casa. Ho chiamato subito il Servizio Veterinario il cui responsabile ha detto che posso tenerlo per farlo crescere, perché probabilmente è stato abbandonato essendo un maschio. Allora i maschi vengono abbandonati? Si, mi è stato risposto, è l'abitudine in zona. Per legalizzarlo sono andata ai Carabinieri per fare la denuncia di "ritrovo". Anche il Comandante "sapeva": i maschi si uccidono, si lasciano lungo le strade, è "normale", non servono, non danno latte. Si parlava di soffocarli buttando la paglia in gola... Con il Servizio Veterinario abbiamo fatto i calcoli: circa 15.000 bufalotti maschi all'anno "non nascono" ufficialmente. Ma devono essere nati, perché la natura procura l'equilibrio: nascono tanti maschi come femmine. E se sono iscritti 40.000 bufali femmina devono essere minimo 15.000 i maschi che "spariscono". Ho sentito di altri "metodi" di uccisione: la maggior parte degli allevatori semplicemente lascia morire di fame i neonati, cioè li allontanano dalla mamma subito dopo il parto e non danno più attenzione. Muoiono! Basta! Ci sono quelli che li sotterrano vivi e ci sono quelli che li buttano nella fossa del letame. Qualche allevatore locale cresce i bufali maschi per la carne. Una percentuale molto bassa. Per il resto, per continuare a produrre mozzarella di bufala si dovrebbe organizzare una raccolta dei piccoli appena nati per portarli ai macelli.
Al di là dell'esempio specifico, per far produrre latte alla mucca occorre farle partorire un vitellino. Uno ogni anno, o ogni due, in ogni caso, se il vitellino è maschio non potrà vivere come "mucca da latte", perciò vivrà qualche mese e poi verrà macellato. I bufaletti fanno la stessa fine dei pulcini, ammazzati, o lasciati morire, appena nati. I vitellini invece vengono abitualmente mangiati, perciò vivono qualche mese per mettere su carne.
In conclusione, non è pensabile che possano essere mantenuti "a sbafo" animali improduttivi (i maschi). Anche nei piccoli allevamenti. Significherebbe raddoppiare i costi. E se mai gli allevatori e i consumatori diventassero così (e comunque ADESSO non lo sono e quindi ADESSO latte e uova implicano morte) tanto sensibili al benessere degli animali da consentire agli animali maschi di vivere... credete davvero che non sarebbe più probabile che si arrivasse invece a una semplice rinuncia a quella piccolissima quantità di prodotti animali che allevamenti di questo genere consentirebbero di ottenere?
Mi sembra così dimostrata, in termini logici, e in termini empatici (con i due esempi sopra riportati, che non possono non far inorridire un vegetariano), la necessità di diventare vegani. Il perché queste ragioni non siano immediatamente visibili non lo so, io stessa ci ho messo nove anni a rendermene conto. E ora sono vegana da cinque anni. Una volta scoperti i motivi, quale può essere la remora a diventare vegani? Solo qualche problema pratico in più. Maggiore difficoltà nel mangiare fuori casa. Minore scelta di cibi, e quindi qualche dubbio sul "ma cosa posso mangiare???" Perplessità sull'aspetto salutistico no, perché è noto che latte e uova di certo non fanno bene, anzi. Piuttosto, il non voler rinunciare alla mozzarella così buona o all'omelette alle verdure. Però... ci siamo già passati una volta, nella transizione da carnivori a vegetariani. E ce l'abbiamo fatta. Possiamo farcela anche questa volta. Dopotutto, questi sono gli stessi motivi che adducono i carnivori nel non voler diventare vegetariani. E noi, da vegetariani, non li accettiamo, vero?
Attenzione: è vero che facciamo già molto come vegetariani, e non possiamo essere perfetti, che non ridurremo mai a zero il nostro impatto negativo sul mondo e sugli animali, però... queste non possono essere delle ragioni per non fare il più possibile il prima possibile. Una volta che ci rendiamo conto del perché sia giusto e necessario.
Datevi tempo. Ma iniziate a pensarci. Grazie.
martedì 30 giugno 2009
Greenpeace: le aziende che stanno distruggendo l'amazzonia
E' costata tre anni di lavoro, di indagini e ricerche, ma ora Greenpeace fa i nomi, uno per uno.
E ce n'è per tutti: Gucci, Adidas, Reebok, Geox, Clarks, Nike, Timberland, Divani&Divani, IKEA, Simmenthal, Cremonini, Carrefour, Eurostar, Honda, Kraft, Tesco e Wal-Mart. In un modo o nell'altro sono tutti legati all'espansione dell'allevamento bovino ai danni della foresta amazzonica.
Il rapporto di Greenpeace Slaughtering the Amazon (macellare l'Amazzonia) segue il traffico di carne, pellami e tutti gli altri prodotti derivati. Dagli allevamenti nel cuore dell'Amazzonia, dove il lavoro schiavile è la regola, e l'invasione delle terre indigene la prassi, i bovini vengono convogliati nelle macellerie controllate da tre grandi aziende a partecipazione statale: Bertin, JBS e Marfrig. Dai loro impianti nel sud del Brasile escono carni e pellami distribuiti tra i marchi più prestigiosi: dalle scarpe all'alta moda, dai divani alle automobili, dai supermercati agli autogrill, e tutti insieme distruggono l'Amazzonia.
Le indagini di Greenpeace però vanno oltre, e mostrano il coinvolgimento del governo di Lula nell'espansione dell'allevamento in Amazzonia. Infatti il governo controlla o sovvenziona i tre super-macellai del Brasile, Bertin, JBS e Marfrig. Peggio: le strategie governative puntano a un raddoppio dell'allevamento brasiliano entro il 2018. Questa politica è in aperto contrasto con l'obiettivo di tagliare del 72 per cento la deforestazione amazzonica, per la stessa data. Intanto il Brasile è diventato il quarto paese per emissioni di gas serra, proprio a causa della deforestazione.
Una versione breve in italiano è di sponibile sul sito italiano di Greenpeace:
Amazzonia che macello
"Sovvenzionando la distruzione dell'Amazzonia per fare spazio ai pascoli, il governo del Presidente Lula vanifica i propri impegni sul clima - è il commento di Andre Muggiati, di Greenpeace - Lula deve uscire dal business delle macellerie e impegnarsi a fermare la deforestazione in Amazzonia, o la catastrofe ambientale sarà inevitabile."
Greenpeace si batte affinché al vertice di Copenhagen i governi adottino misure adeguate a fermare la catastrofe climatica, e a investire 140 miliardi di dollari l'anno nella protezione del pianeta dalla più grave minaccia mai affrontata. La deforestazione è da sola responsabile di circa il 20 per cento delle emissioni di gas serra su scala planetaria.
http://www.salvaleforeste.it
NEW : http://www.inindia.it/index.htm
http://www.apnu.net/
http://it.youtube.com/user/neoumanesimo
http://www.prout.it/
"La modernità ha fallito. Bisogna costruire un nuovo umanesimo, altrimenti il pianeta non si salva."
— Albert Einstein
giovedì 11 giugno 2009
Torniamo alle radici
"Oh Grande Spirito, la cui voce ascolto nel vento,
il cui respiro dà vita a tutte le cose.
Ascoltami; io ho bisogno della tua forza e della tua saggezza,
lasciami camminare nella bellezza,
e fa che i miei occhi sempre guardino il rosso e purpureo tramonto.
Fa che le mie mani rispettino la natura
in ogni sua forma e che le mie orecchie rapidamente ascoltino la tua voce.
Fa che sia saggio e che possa capire le cose che hai pensato per il mio popolo.
Aiutami a rimanere calmo e forte di fronte a
tutti quelli che verranno contro di me.
Lasciami imparare le lezioni che hai nascosto in ogni foglia ed in ogni roccia.
Aiutami a trovare azioni e pensieri puri per
poter aiutare gli altri.
Aiutami a trovare la compassione senza la opprimente contemplazione di me stesso.
Io cerco la forza, non per essere più grande del mio fratello,
ma per combattere il mio più grande nemico: Me stesso. Fammi sempre essere pronto a venire da te con mani pulite e sguardo alto.
Così quando la vita appassisce, come appassisce il tramonto,
il mio spirito possa venire a te senza vergogna".
Preghiera per il Grande Spirito
Tatanka Mani (Bisonte che Cammina)
(1871 - 1967)
VI SEGNALO QUESTA BELLISSIMA MANIFESTAZIONE SABATO E DOMENICA 4 E 5 LUGLIO:
FESTA DELLA MADRE TERRA
CASA DEL ROMANO - 4 e 5 luglio 2009
Sabato 4 luglio 2009
10,00 Apertura campo e stand
10,30 Costruzione Teepee e incontro con i Nativi: Gilbert Douville (Lakota Sicangu - Sioux
Brulé) - Ted Warren Marshall White Bull (Lakota Hunkpapa) - Kendall Old Elk (Absaroka
- Crow) - Kevin Dust (Absaroka - Crow) - Julie Ray (Ojibway) - Lisa Marie Lavallée
(Ojibway-Anishinabe)
13,00 Pausa pranzo
15,00 "Ita zipa wahin kpe kagapi" - Incontro con Gilbert Douville e il ricercatore Ivano Ciravega
(costruzione arco e frecce dei Nativi Americani)
17,00 Esibizione del gruppo Buffalo Spirits
19,00 Gilbert Douville: preghiera dellaMadre Terra
20,00 Pausa cena
21,30 “Cinque secoli di inganni e falsità” - racconto storico a cura della compagnia Genova
Spettacoli con Elisabetta Garbarino, Giunio Lavizzari Cuneo, Maria Luisa Pili, commento
musicale a cura del gruppo Buffalo Spirits
23,00 Attorno al fuoco coi Nativi Americani
Domenica 5 luglio 2009
10,30 "La Poiana e i Narcisi: Flora, Fauna e Tradizioni sull'Antola” - Incontro per i bambini
di tutte le età con Eraldo Minetti (commissario Polizia Provinciale - Genova) e Gilbert
Douville
11,00 Laboratorio coi Nativi
13,00 Pausa pranzo
15,00 Conferenza di Ted Warren Marshall White Bull: Vivere a Standing Rock - “In Indian
Country”. Introduce Andrea Benso. Commento di Naila Clerici (Soconas Incomindios)
16,30 Presentazione dei libri: Un ligure contro Toro Seduto, di Umberto Torretta e Saai
Maso - Racconti Yaqui di Fernando Eros Caro, a cura di U. Torretta e Patrizia Ribelli
17,00 Spettacolo danze tradizionali Nativo- Americane con il gruppo Buffalo Spirits
17,30 Danza dei Cerchi tradizionale di Kevin Dust
18,30 Conclusione con la "Danza Rotonda" ed estrazione sottoscrizione a premi
Ingresso a offerta libera
Traduzione a cura di Camilla Novelli
Stand artigianato Nativi Americani - Libreria tematica
ATTENZIONE!
Per chi volesse pranzare e cenare nelle
giornate di sabato e domenica presso il Ristorante
Rifugio Casa del Romano,
è gradita la prenotazione
al numero 010 95946
Possibilità di campeggiare liberamente
nel prato sottostante l’area della
Festa della Madre Terra.
Altri alberghi nelle vicinanze:
Torriglia (GE)
Hotel Posta 010 944050
Cabella Ligure (AL)
Fraz. Cornareto 0143 919509
Cabella Ligure (AL)
Hotel alla Posta 0143 99012
Fontanigorda (GE)
Hotel Due Ponti 010 95812
mercoledì 10 giugno 2009
Dimmi cosa mangi e ti dirò chi sei...
Il 18% delle emissioni di gas serra è causato dall'allevamento del bestiame.
(Itrasporti sono il 13% comprensivi di aerei e tutti i tipi di trasporto!)
Questo significa che il metodo con cui le lobby dell'allevamento di carne stanno trattando le risorse naturali della terra ci porterà in breve tempo ad un collasso.
Siccome nessuno conosce queste verità ed i telegiornali sono troppo impegnati a dare notizie inutili (utili a qualcun altro) l'unico metodo per il cambiamento e far prendere coscienza a più persone possibili...
Ognuno di noi si deve impegnare, ognuno di noi deve cominciare un cambiamento, cercare di migliorare noi stessi per migliorare il mondo!
Non esiste altro metodo di rivoluzione poichè tutte le rivoluzioni sono fallite.
Obbligare una moltitudine di persone a capire qualcosa o fare qualcosa non è lo stesso di far COMPRENDERE.
La vera comprensione è basata sull'esperienza personale.
Per questo motivo io da ieri sono diventato un "vegan".
Cosa vuol dire?
Vuol dire che la mia alimentazione sarà basata in modo bilanciato da alimenti che non provengono dal regno animale.
Non è solo una scelta etica ma soprattutto salutistica. E' dimostrato da studi di circa 50 anni in America che una dieta vegetariana riduce ad esempio fino al 50% il rischio di tumore!
Allego alcuni dati scaricati dal sito della SSNV ( società sceintifica di nutrizione vegetariana) sito: http://www.scienzavegetariana.it/
Perché alimentazione vegetariana?
La scelta di adottare un’Alimentazione basata su cibi vegetali può prendere origine da motivazioni diverse che possono prendere spunto da aspetti etici, eco-ambientalisti, sociali e salutistici.
In questo opuscolo affronteremo gli aspetti salutistico/nutrizionali, al fine di illustrare gli innumerevoli vantaggi apportati alla Salute da una dieta a base di alimenti vegetali.
Per una Dieta Vegetariana equilibrata non è necessario eseguire centomila calcoli o consultare un Nutrizionista. Come per qualunque altro tipo di Dieta, compresa quella “onnivora”, sono necessarie solamente alcune attenzioni ed un po’ di tempo. Quante persone infatti tra coloro che non seguono alcun particolare regime dietetico possono vantarsi di seguire un’alimentazione equilibrata? Ben poche. Perciò, tutti noi, dagli onnivori ai vegetariani, ai crudisti, ai fruttariani, per avere una dieta equilibrata abbiamo bisogno di leggere e informarci. E, tutto sommato, è più facile ottenere una dieta equilibrata come vegetariani che come carnivori. Perciò... niente paura!
Di seguito forniremo alcune indicazioni da cui partire, suddividendo così gli argomenti:
I PRINCIPI BASE DELLA NUTRIZIONE VEGETARIANA
Informazioni nutrizionali sull’Alimentazione Vegetariana (Lacto-Ovo-Vegetariana e Vegana). Dove si trovano e come agiscono sulla Salute le Proteine, il Calcio, il Ferro, gli altri Minerali, le Vitamine.
IL VEGETARISMO COME PREVENZIONE E CURA
La maggior parte delle malattie degenerative, che costituiscono la principale causa di invalidità e di morte nei Paesi occidentali, può essere prevenuta seguendo una corretta Alimentazione Vegetariana.
L’ALIMENTAZIONE VEGETARIANA NELLE DIVERSE FASI DELLA VITA
La Dieta Vegetariana è del tutto idonea per le donne in gravidanza e per i bambini fin dallo svezzamento, nonché nell’adolescenza, maturità e vecchiaia.
I VEGETARIANI E LO SPORT
Per sfatare il mito che chi fa sport necessiti di cibi animali.
UNA VITA VEGETARIANA
Consigli pratici in cucina, con una breve guida alla pianificazione dei pasti.
Nota: con la definizione “Dieta Vegetariana”, si intendono tutte le varianti, dal Lacto-Ovo-Vegetarismo (che esclude il consumo di carni di qualsiasi animale - mammiferi, uccelli, pesci, crostacei - ma che contempla il mantenimento di tutti i cibi animali indiretti) al Veganismo (che esclude anche tutti i cibi animali indiretti). Diversamente, viene precisato il tipo di variante.
I principi basi della nutrizione vegetariana
I risultati delle Ricerche sui Vegetariani sono stati pubblicati e sono disponibili nella Letteratura medico-scientifica internazionale. I dati relativi agli Studi epidemiologici sui Vegetariani dei Paesi Occidentali, condotti negli ultimi 40 anni, hanno documentato un ridotto rischio di malattie croniche, un aumento della longevità, ridotti valori di Peso Corporeo e Pressione Arteriosa, ed un miglior Stato generale di Salute. Gli individui che consumano elevate quantità di cibi vegetali evidenziano un rischio ridotto per molte malattie croniche, mentre gli individui che consumano elevate quantità di carne e Grassi animali presentano un rischio aumentato.
Sulla base di tali acquisizioni, condotte da Studiosi di tutto il mondo, le principali Società Scientifiche internazionali per la prevenzione dei Tumori e dell’Arteriosclerosi hanno prodotto delle Linee Guida per un sano Stile di Vita, atto a ridurre il rischio di queste malattie. L’alimentazione ideale per la prevenzione di queste malattie risulta ricca di Fibre, povera di Grassi (specialmente animali), con abbondanti porzioni di frutta e verdura. E’ facile riconoscere le caratteristiche della Dieta Vegetariana.
L’ADA (American Dietetic Association) dal 1987 ha emanato la propria Posizione Ufficiale sulle Diete Vegetariane, in cui dichiara che le Diete Vegetariane correttamente bilanciate sono salutari, adeguate dal punto di vista nutrizionale e comportano benefici per la Salute nella prevenzione e nel trattamento di alcune patologie. Tale Posizione viene periodicamente aggiornata.
L’ADA sancisce inoltre che le Diete Vegetariane e Vegane ben bilanciate sono adatte a tutti gli stadi del ciclo vitale, inclusi gravidanza e allattamento, e che soddisfano le esigenze nutrizionali di neonati, bambini e adolescenti, garantendo una crescita normale.
Vediamo in dettaglio i principali Nutrienti.
Proteine
Se l’assunzione di cibi vegetali è variata e congrua con il fabbisogno energetico individuale, le Proteine vegetali sono in grado di soddisfare il fabbisogno proteico giornaliero, fornendo da sole quantità adeguate di aminoacidi essenziali. Nell’alimentazione a base di cibi vegetali non è necessaria la simultanea assunzione di Proteine complementari, perché il consumo di diverse fonti di aminoacidi nel corso della giornata è in grado di assicurare l’assunzione di tutti gli aminoacidi essenziali in misura adeguata per le persone sane.
La dose di Proteine necessaria per un adulto medio con uno stile di vita sedentario è infatti di 0.8-1 g per kg di peso corporeo al dì, pari al 10-15% delle calorie totali. Questo valore presenta un largo margine di sicurezza, poiché il reale fabbisogno dell’organismo è persino inferiore. Infatti la WHO (World Health Organization) consiglia di non superare i 50 grammi al dì.
Nelle donne in gravidanza, od in allattamento, il fabbisogno proteico è più elevato e così anche nelle persone fisicamente attive. In questi casi è possibile soddisfare l’aumentato fabbisogno proteico semplicemente aumentando l’apporto energetico quotidiano, e mantenendo invariata la proporzione di Proteine rispetto alle calorie totali.
Nella dieta occidentale tradizionale si consuma circa il doppio delle Proteine necessarie e si tratta prevalentemente di Proteine di origine animale. I cibi animali contengono infatti circa il 30% di Proteine, contro il 10-15% dei cibi vegetali.
E’ stato dimostrato che diete ad elevato contenuto proteico - articolate sull’assunzione di carne, uova e derivati del latte, con ridotto apporto di frutta, verdura e cereali - sono dannose per la Salute, in quanto aumentano il rischio di comparsa di alcuni tipi di Tumore. L’assunzione di Proteine ricche di aminoacidi essenziali è infatti correlata con la presenza di elevati livelli di IGF-I, (Insulin-like Growth Factor I) un fattore mitogeno implicato nello sviluppo dei principali tipi di Tumore.
Le Proteine animali, inevitabilmente accoppiate con i Grassi Saturi e il Colesterolo, favoriscono la comparsa di Arteriosclerosi e cardiopatia. Inoltre, producono scorie acide, che provocano la perdita di Calcio dall’osso (Osteoporosi).
Grassi
I Grassi sono responsabili di molteplici effetti all’interno dell’organismo. Essi incrementano la produzione di ormoni, stimolano la produzione degli acidi biliari, aumentano i livelli dei Grassi circolanti - Colesterolo e Trigliceridi.
Molti Studi indicano che le diete ad alta percentuale di Grassi aumentano il rischio individuale di sviluppare Tumore (mammella, colon, prostata) e possono anche influenzare negativamente la sopravvivenza di coloro che hanno già contratto questa malattia. La quantità di Grassi nella dieta è correlata anche al rischio di sviluppare Arteriosclerosi, mentre una riduzione degli stessi è in grado di farla regredire.
Le Linee Guida per la Prevenzione di Tumori ed Arteriosclerosi fissano al 30% delle calorie totali il massimo apporto di Grassi con la dieta. La dieta media negli Stati Uniti comprende circa il 37% di Grassi. I Lacto-Ovo-Vegetariani seguono una dieta che contiene circa il 10% in meno di Grassi rispetto alla dieta non-vegetariana, mentre la Dieta Vegana contiene circa il 20% in meno di Grassi.
Tuttavia anche molti Vegetariani seguono diete ad elevato contenuto di Grassi, e alcuni Studi concludono che, per ottenere un effetto positivo in questo senso, la percentuale di Grassi andrebbe abbattuta fino al 10-15%.
E’ poi accertato che i Grassi animali sono molto più dannosi dei Grassi vegetali. I Grassi animali contengono infatti Colesterolo e Acidi Grassi Saturi. Gli olii vegetali sono per contro ricchi di Acidi Grassi Polinsaturi e Monoinsaturi, poveri (ad eccezione degli olii tropicali) di Acidi Grassi Saturi, e totalmente privi di Colesterolo. Sono i Grassi animali ad essere strettamente associati al Cancro al colon, mammella, prostata ed ovaie, ed al rischio di Arteriosclerosi.
Gli Acidi Grassi Omega-3, contenuti elettivamente nell’olio di semi di lino (acido alfa-linolenico), secondo vari Studi, ridurrebbero sensibilmente l’incidenza di Tumori di mammella e colon. Sia gli Acidi Grassi Monoinsaturi che gli Acidi Grassi Omega-3 sono in grado di conferire protezione nei confronti delle cardiopatie, riducendo l’aggregabilità piastrinica ed elevando la soglia per la fibrillazione ventricolare.
Studi clinici sull’uso di Diete a base di cibi vegetali, che includono olii vegetali ad elevato contenuto di Acidi Grassi Monoinsaturi ed Omega-3, mostrano una riduzione della mortalità del 50-70%, contro il 15 ed il 30% degli Studi clinici con l’uso di pesce ed olii di pesce.
Gli Studi di popolazione hanno individuato una minor incidenza di morte per malattia cardiovascolare nei soggetti che presentavano elevati consumi di noci ed altra frutta secca: il consumo quotidiano può far guadagnare 2 anni di Vita (anche di più per gli uomini). L’assunzione quotidiana di frutta secca e di olii vegetali, soprattutto olio di semi di lino, è in grado di fornire adeguate quantità di Acidi Grassi Omega-3.
Ferro
Più di 500 milioni di individui nel mondo, indipendentemente dal tipo di dieta, sono affetti da anemia da carenza di Ferro. Le persone a rischio sono quelle in cui il fabbisogno è più elevato (bambini ed adolescenti, donne in età fertile, gravidanza ed allattamento).
I cibi vegetali sono ricchissimi di Ferro (legumi, cereali integrali, verdure verdi, frutta secca e semi), ma in questi alimenti il minerale è presente nella forma non-eme, una forma molto sensibile alle interferenze positive o negative sull’assorbimento da parte di altre sostanze assunte contemporaneamente.
L’anemia da carenza di Ferro non è più diffusa tra i Vegetariani rispetto agli onnivori, anche se i Vegetariani presentano riserve di Ferro più limitate. Ciò appare vantaggioso in termini salutistici, dal momento che un eccesso di Ferro può generare delle specie molto reattive di radicali liberi, ed elevati depositi di Ferro sono fattore di rischio per molte malattie croniche.
Alcuni piccoli accorgimenti sono sufficienti per assumere quantità adeguate di Ferro dai cibi vegetali: accoppiare i cibi ricchi di Ferro con Vitamina C (agrumi, kiwi), evitarne l’associazione con cibi ricchi di Calcio (latticini, acque Minerali), tannini (caffè, cioccolato, vino rosso), eliminare i Fitati da legumi e cereali integrali (con accorgimenti quali l’ammollo preventivo seguito da abbondanti risciacqui).
Calcio
Il fabbisogno di Calcio nella popolazione generale è di circa 1 g al dì, e questo quantitativo è generalmente garantito nei Lacto-Ovo-Vegetariani. Nei Vegani, l’assunzione di Calcio può essere inferiore, ma questi soggetti presentano un fabbisogno ridotto rispetto agli individui che assumono cibi animali, dal momento che il consumo esclusivo di Proteine vegetali è in grado di ridurre le perdite di questo minerale, mantenendone positivo il bilancio all’interno dell’organismo, soprattutto se gli introiti di Sodio sono anch’essi ridotti.
Il fabbisogno di Calcio dei Vegani non è stato ancora stabilito, e la carenza di questo minerale può essere in rapporto variabile con il rischio di Osteoporosi. Risulta tuttavia che l’incidenza di questa malattia è elevata proprio in quei Paesi dove è elevato anche il consumo di cibi ricchi di Calcio (latte e derivati). Se ne ricava che la densità ossea è in funzione più della composizione della dieta e dell’attività fisica svolta che non della semplice assunzione di Calcio. Infatti, sono gli elevati consumi di Proteine animali, di sale, di caffeina e la mancanza di esercizio fisico i fattori che risultano principalmente correlati con l’Osteoporosi.
Elevate assunzioni di Calcio sono anche correlate con una riduzione del rischio cardiovascolare, grazie alla riduzione della Pressione Arteriosa, dell’incidenza di cardiopatia ischemica e di ictus cerebrale, e con la riduzione del rischio per certi tipi di Tumore.
Va quindi prestata particolare attenzione nell’inserire nella dieta fonti ottimali di Calcio (“greens and beans”, cioè legumi e verdure a foglia verde quali broccoli, cavoletti di Bruxell, cavoli, cavoli verdi, crucifere, bietole da coste, ed altre verdure verdi, eccetto gli spinaci). L’uso di acque Minerali ricche di Calcio e povere di Sodio può aiutare a raggiungere il fabbisogno giornaliero di Calcio.
La Vitamina D - la cui presenza è scarsa/nulla nei cibi vegetali, ma che viene sintetizzata a livello cutaneo ad opera delle radiazioni UV - assicura la preservazione di adeguate quantità di Calcio all’interno dell’organismo (“bilancio positivo”), agendo sulle entrate e sulle uscite. E’ quindi buona regola passare una parte anche piccola della giornata all’aria aperta, esponendo almeno il viso e le mani alla luce solare (possono bastare 15-30 minuti al giorno). Nei Paesi Nordici, è in uso la pratica di esporre i bambini alle radiazioni UV artificiali. Mantenere un buon colorito della cute è garanzia di sufficiente disponibilità di Vitamina D nell’organismo.
Altri minerali
Il contenuto degli altri Minerali nei cibi vegetali appare non solo adeguato, ma responsabile di una parte dei vantaggi salutistici di questo tipo di Dieta. Il Selenio, contenuto nei cereali integrali, è un potente antiossidante e favorisce la funzionalità della Tiroide. Può essere rapidamente assunto ad esempio con una sola noce brasiliana al giorno. Elevati apporti di Potassio, di cui sono ricche frutta e verdura, a fronte di ridotti apporti di Sodio, scarso nei cibi vegetali, sono responsabili di una riduzione della Pressione Arteriosa, del rischio vascolare e di Osteoporosi.
Lo Iodio, indispensabile per il normale funzionamento della Tiroide, va ricavato, piuttosto che dal sale da cucina jodato, dall’uso regolare di piccole quantità di alghe. Rame, Fosforo, Magnesio e Zinco sono presenti in quantità più che adeguate in cereali integrali, legumi, semi e frutta secca. L’ammollo ed il risciacquo di legumi e cereali, e la germogliazione, migliorano l’assunzione dello Zinco, la cui biodisponibilità a partire da cibi vegetali è ridotta. I cibi vegetali contengono poi Vitamine e Sostanze Fitochimiche che posseggono una provata azione antiossidante (Vitamine A, C ed E) . Le uniche attenzioni per le Vitamine riguardano la Vitamina D (vedi paragrafo Calcio) e la Vitamina B12.
Vitamina B12
Questa importante Vitamina viene prodotta dai microrganismi che inquinano i cibi vegetali e che sono presenti nel lume intestinale dell’animale. La Vitamina viene assorbita dall’intestino e viene utilizzata dall’animale per le funzioni vitali, mentre quella in eccesso viene depositata nei tessuti (muscolo, fegato). I cibi vegetali non contengono quindi Vitamina B12 se non come frutto di inquinamento, mentre i cibi animali contengono la Vitamina B12 di deposito, frutto di sintesi batterica.
Il rischio di andare incontro a carenza di questa Vitamina è tanto più elevato quanto più vengono eliminati dalla dieta i cibi animali. Per i Lacto-Ovo-Vegetariani, dipende dalla frequenza di assunzione di cibi animali indiretti, e va comunque tenuto in considerazione, mentre per i Vegani è molto probabile. Quello che varia è il tempo necessario perché si sviluppi la carenza, dal momento che i depositi tissutali e la capacità di produrre questa Vitamina nell’intestino e di recuperarla dalle feci variano da individuo ad individuo.
Da ciò non si deve dedurre che la Dieta Vegetariana sia inadeguata, pittosto che le attuali misure di igiene degli alimenti compromettono un’assunzione naturale di Vitamina B12, cosa che invece non succederebbe in una ipotetica vita “in Natura”.
La carenza di Vitamina B12, a fronte di elevate assunzioni di Folati, provoca danni al Sistema Nervoso, piuttosto che Anemia. La Vitamina B12 è inoltre cruciale nei Vegetariani per mantenere bassi livelli di Omocisteina, che appare correlata alla comparsa di malattie cardiovascolari, Tumori, Demenza e Depressione. E’ quindi imperativo integrare la B12 con opportuni preparati, facilmente reperibili in commercio, al fine di ottenere il massimo dei vantaggi dalla Dieta Vegetariana, annullando gli effetti dannosi della carenza di B12.
Integratori di Vitamina B12
Nei Vegani, per mantenere livelli ematici di B12 sopra i 300 pmol/l è necessaria una quantità assorbita di circa 1.5 mcg/die. Questa quantità è ottenibile con l’assunzione di:
* 3 mcg/die a partire da cibi fortificati assunti nel corso di parecchi pasti, oppure
* 10 mcg/die da un’unica dose giornaliera di integratore, oppure
* 2000 mcg/settimana da un supplemento in unica assunzione, probabilmente il metodo più comodo.
Gli integratori non sono tutti uguali, soprattutto non bisogna utilizzare alghe od altri preparati a base di componenti vegetali, perché non costituiscono una fonte affidabile di B12, dal momento che in Natura sono presenti degli analoghi di questa Vitamina che però non posseggono alcuna azione metabolica specifica.
Gli integratori utili devono dichiarare di contenere “Cobalamina” o “Cianocobalamina”, che è la VERA Vitamina B12. Vanno evitate le preparazioni multivitaminiche, nelle quali l’assorbimento della B12 potrebbe essere ostacolato dalla presenza di altri Nutrienti.
Questi preparati sono reperibili nelle Farmacie, dove se non sono disponibili possono venir ordinati nell’arco di pochi giorni. Possono anche essere ordinati via Internet. Un elenco di integratori vegani è disponibile sul sito di SSNV: Integratori di B12 disponibili in Italia.
Glossario
mg = milligrammi
mcg = microgrammi
die = al giorno
pmol/l = picomoli per litro
dl = decilitri
Il Vegetarismo come Prevenzione e Cura
Il miglioramento delle condizioni economiche ha portato con sé delle modificazioni dello Stile di Vita - con il passaggio da attività lavorative “di fatica” (che richiedono un costante esercizio fisico) ad attività lavorative sedentarie - e conseguente riduzione globale dell’attività fisica quotidiana.
Si sono inoltre introdotte delle abitudini “voluttuarie”, quali fumo, alcool, caffè. Ultimo, ma non meno importante, i costumi alimentari si sono spostati dall’uso di prodotti prevalentemente agricoli e poco lavorati all’uso di prodotti di derivazione animale a lavorazione industriale. Le abitudini di vita dei Paesi industrializzati sono dannose, in quanto articolate su elevate assunzioni di Calorie, Grassi e Proteine animali, di carne che contiene amine eterocicliche pericolose, di alimenti salati, e per contro troppo bassa assunzione di Fibra alimentare, frutta, verdura e Micronutrienti.
Anche se sembra banale, è proprio lo Stile di Vita con le sue abitudini (dieta, esercizio fisico, fumo, alcool) il più importante determinante della Salute. Esso esercita i propri effetti già dai primi anni, con effetto cumulativo per tutta la durata dell’esistenza di un individuo.
In questo contesto, una Dieta Vegetariana equilibrata costituisce a tutti gli effetti una misura di Prevenzione Primaria dello Stato di Salute, dal momento che tutti i principali Studi condotti sui Vegetariani hanno concluso che i Vegetariani vivono circa 5 anni più a lungo rispetto alla Popolazione generale dello stesso Paese, e godono in genere di un buono Stato di Salute. Questi benefici sembrano riconducibili anche al controllo del fumo, al maggior esercizio fisico, ed alle caratteristiche della composizione della Dieta piuttosto che alla semplice eliminazione della carne.
Poiché le radici delle principali malattie dell’adulto, quali Obesità, Arteriosclerosi, Ipertensione e molti Tumori si sviluppano già nell’infanzia, e sono in gran parte prevenibili con delle corrette abitudini di vita, è indispensabile che i genitori pongano particolare attenzione all’educazione alimentare dei propri figli, soprattutto in questo mondo in cui l’Alimentazione è diventata la principale industria e veniamo continuamente bersagliati da propagande che inneggiano al consumo di cibi sempre più trasformati e come tali poveri di sostanze nutritive e ricchi di Calorie (cosiddette “Calorie vuote”). I nostri figli saranno, se aderiremo a questo tipo di pressioni, i malati di domani.
Esaminiamo rapidamente le principali malattie “da eccesso”, mettendo a fuoco soprattutto le patologie correlate all’Alimentazione.
Cancro
Per i Tumori più diffusi è stato accertato un legame con il tipo di Alimentazione. Il National Cancer Institute nel 1981 ha riconosciuto che circa il 35% delle morti per Tumore era da ricondurre a fattori dietetici (con un ampio margine di variabilità, del 10-70%). Una più recente analisi (1995) conferma le stime (32%, restringendo però il campo di variabilità al 20-42%). Per i Tumori più diffusi, però, queste cifre sono di gran lunga superiori: colon-retto (70%), mammella (50%), prostata (75%), pancreas (75%).
Le Linee Guida per la prevenzione dei Tumori indicano come migliore strategia per la prevenzione del Cancro l’adesione ad una dieta ricca di Fibre e povera di Grassi, che includa vari tipi di frutta, verdura, cereali integrali e legumi. Questi alimenti sono infatti poveri di Grassi Saturi e ricchi di Antiossidanti e Fibre. Gli alimenti a base di soia contengono inoltre Fitoestrogeni, sostanze che proteggono la mammella dal rischio di Tumore (come evidenziato nelle popolazioni Asiatiche).
Non sorprende quindi che i Vegetariani, la cui dieta soddisfa naturalmente tali requisiti, si collochino ai livelli più bassi di rischio di Cancro. E’ stato infatti stimato che se gli Americani aderissero alle Linee Guida dietetiche correnti pubblicate dall’Istituto Nazionale per il Cancro, la frequenza di Cancro diminuirebbe del 25-50%.
Malattie cardiovascolari
Le complicanze dell’Arteriosclerosi provocano a loro volta malattie a carico degli organi colpiti: le arterie Coronariche (infarto, angina, miocardiosclerosi con insufficienza cardiaca), le arterie Cerebrali (ictus, demenza, parkinson), le arterie degli Arti Inferiori (claudicatio, gangrena), l’Aorta (aneurismi), le arterie renali (Ipertensione, insufficienza renale) e dell’occhio (retinopatia). Molte di queste situazioni sono causa di morte, ma soprattutto di invalidità.
L’Arteriosclerosi comincia già in età infantile e giovanile (come evidenziato nel corso di autopsie di giovani morti durante le guerre in Corea e Vietnam), e progredisce asintomatica per molti anni, fino a dare manifestazioni cliniche in età medio avanzata.
Molti Studi hanno dimostrato la presenza di una associazione tra livelli ematici di Colesterolo e cardiopatia. Il Framingham Study, iniziato nel 1949, ha rivelato che esiste un livello di Colesterolo al di sotto del quale, essenzialmente, non si verifica infarto del miocardio (150 mg/dl). I tre quarti degli abitanti delle Terra non superano tale livello.
Il Colesterolo è presente in tutti i cibi di derivazione animale, e viene prodotto dall’organismo a partire dai Grassi Saturi, contenuti in abbondanza nei prodotti di derivazione animale. A differenza degli altri Grassi, il Colesterolo è localizzato principalmente nella parte magra della carne. Nessun alimento di derivazione vegetale, per contro, contiene Colesterolo.
La carne magra apporta circa il 20-30% delle Calorie dai Grassi, mentre in cereali, fagioli, verdura e frutta meno del 10% delle Calorie totali deriva dai Grassi. Inoltre, i cibi vegetali apportano Vitamina C, Vitamina E, beta-carotene e flavonoidi, elementi che rivestono anche un ruolo importante nella prevenzione delle cardiopatie. Il consumo regolare di noci riduce il rischio di cardiopatia. I Vegetariani, di qualunque categoria, mostrano un ridotto rischio di Cardiopatia Ischemica, e uno Studio recente (1999) rileva come la Dieta Vegetariana riduca la mortalità per malattie cardiovascolari del 24%. Tale situazione può essere ulteriormente migliorata ponendo maggiore attenzione ad aumentare l’assunzione di B12, Acidi Grassi Omega-3 e Calcio, ed a ridurre gli Acidi Grassi Trans-idrogenati ed il Sale. Inoltre, una Dieta Vegetariana a basso contenuto di Grassi e ad alto contenuto di Fibre, può abbassare del 10% la Pressione Arteriosa a prescindere dal contenuto in Sodio. Un ulteriore effetto benefico sullo Stato di Salute è costituito da una riduzione dei depositi tissutali di Ferro, correlati con cardiopatia ed Ipertensione.
Obesità e Diabete Mellito
L’Obesità può ridurre la durata della vita anche di 20 anni. I Vegetariani Occidentali hanno una più bassa incidenza di Obesità e Diabete in confronto ai non-Vegetariani. L’Obesità (BMI>30, dove BMI = Indice di Massa Corporea) è una delle cause principali di Diabete Mellito, in quanto favorisce una situazione di Insulino-resistenza. Un aumento del BMI causa un abbassamento dei livelli di HDL-Colesterolo (Colesterolo buono), ed aumenta i livelli di LDL-Colesterolo (Colesterolo cattivo), così come aumenta la Pressione Arteriosa ed il rischio di Cardiopatia Ischemica, Cancro del colon e della mammella. Il BMI ideale è di 20-23 per la maggior parte delle persone. Per una persona alta 175 cm, il BMI ideale corrisponde ad un Peso Corporeo di 62-71 kg.
Una Dieta ad elevato contenuto in Fibre ed a bassa Densità Calorica, cioè ricca di frutta e verdura riduce il rischio di Obesità. Per contro, i cibi costituiti da “Calorie vuote” (bibite zuccherate, snack, grassi) favoriscono l’Obesità, come pure un eccesso di Proteine nella dieta. Elevati livelli di attività fisica, basse assunzioni di Grassi Saturi, ed elevati introiti di Fibra riducono il rischio di Diabete Mellito, indipendentemente dalla presenza di Obesità. Abbondanza di frutta, verdura e cereali integrali al posto di cereali raffinati possono proteggere da questo aumento del rischio.
Osteoporosi
L’Osteoporosi sta oggi assumendo un andamento epidemico. Nonostante la comune credenza che sia sufficiente assumere quantità adeguate di Calcio per proteggere la salute dell’osso, si è visto che l’incidenza di questa malattia è elevata proprio in quei Paesi dove pure è elevato il consumo di Calcio alimentare. Alcuni Studi recenti hanno evidenziato come l’Osteoporosi appaia in qualche modo correlata ad un elevato consumo di Latte, simbolo per eccellenza di Calcio.
I Paesi a più elevato consumo di latticini sono: Finlandia, Svezia, Nuova Zelanda, Stati Uniti ed Inghilterra. Questi Paesi sono anche quelli che presentano i più elevati tassi di Osteoporosi: una simile osservazione dovrebbe quindi indurre i medici ad assumere una posizione supportata da evidenze scientifiche rispetto a quelli che sono i veri fattori di rischio e di protezione nei confronti dell’Osteoporosi. La Densità Ossea dipende infatti più dalla composizione della dieta e dall’attività fisica svolta che non dalla semplice assunzione di Calcio. E’ indispensabile salvaguardarne la permanenza nello scheletro, cioè salvaguardare la quantità totale di Calcio nell’organismo, agendo anche sulle perdite di questo minerale. Per “bilancio del Calcio”, si intende la differenza tra entrate (+) ed uscite (-). Quando il Bilancio Totale del Calcio è negativo, il Calcio deve venire mobilizzato dall’Osso, che così si indebolisce.
Alla perdita di Massa Ossea concorrono diversi fattori, denominati “Ladri di Calcio”: le Proteine nella dieta, soprattutto quelle animali; il Sodio, sotto forma di Sale da Cucina, e quello contenuto nei Cibi Animali confezionati; la Caffeina; il Fumo; la mancanza di Attività Fisica; l’Alcool; l’uso di alcuni Farmaci (Antiacidi, Antiepilettici, Cortisonici); il Fosforo, contenuto nella carne.
Le Proteine nella dieta provocano un effetto ad “U” rovesciato sull’Osso: fino al raggiungimento della dose giornaliera raccomandata favoriscono la crescita dell’Osso, quando si eccede questa dose, più Proteine vengono introdotte, più Calcio viene sottratto all’Osso. Quindi, non è importante solo la quantità di Calcio assunta, ma il tipo di dieta. Le Proteine producono infatti nel corso dei vari processi di trasformazione scorie acide, e le Proteine Animali sono le più acide, essendo ricche di Aminoacidi Solforati, che passando attraverso il Fegato producono Acido Solforico. Questi residui Acidi devono venire allontanati dall’Organismo con le Urine, ed il Calcio è il tampone ideale a questo scopo.
Il Calcio deve essere quindi ottenuto da verdure, legumi o cibi fortificati e non è assolutamente dimostrato che un elevato consumo di latte e latticini prevenga l’Osteoporosi.
Demenza e Malattia di Parkinson
Demenza e Parkinson, malattie degenerative invalidanti sempre più comuni nelle civiltà occidentali, appaiono correlate alla dieta. Ancora una volta la dieta Occidentale, ricca di zuccheri semplici e Carboidrati raffinati (ad elevato indice glicemico), e di prodotti animali (ricchi di Grassi Saturi), e povera di cibi vegetali non raffinati (con scarso o nullo contenuto di Fibre, Vitamine, polifenoli ed altri Antiossidanti, Fitoestrogeni), può promuovere una situazione di insulino-resistenza, ridotta produzione di acido nitrico, eccesso di radicali liberi e di Omocisteina, che può favorire l’insorgenza della Demenza tipo Alzheimer.
Recenti Studi Clinici concludono che una dieta ricca in Grassi animali appare associata ad un significativo aumento di rischio di sviluppare Morbo di Parkinson, mentre i Grassi di origine vegetale non aumenterebbero questo rischio.
L'Alimentazione Vegetariana nelle diverse fasi della Vita
Gravidanza e allattamento
La gravidanza è un periodo che comporta un aumento del fabbisogno nutrizionale, perciò la dose giornaliera raccomandata (RDA) di molte Vitamine e Minerali è superiore a quella raccomandata in precedenza. In questa fase, aumentano le richieste di Calorie, Proteine, Vitamina D, B12, Acido Folico e Minerali quali Calcio, Ferro e Zinco, necessari per sostenere la crescita del bambino e permettere gli adattamenti dell’organismo della madre. Come già riportato, l’ADA sancisce che le Diete Vegetariane e Vegane ben bilanciate sono adatte a tutti gli stadi del ciclo vitale, gravidanza ed allattamento inclusi. Le donne in gravidanza, in generale, necessitano di 300 Calorie in più al giorno, a partire dal secondo trimestre, anche se il fabbisogno soggettivo può variare a seconda del peso corporeo di partenza e dell’incremento ponderale, che deve rispettare i valori stabiliti. Il fabbisogno di Proteine sale di circa il 20%, e durante l’allattamento del 30-35%.
L’Acido Folico, è un elemento importante da subito per la prevenzione delle malformazioni fetali. Normalmente la Dieta Vegetariana risulta la più ricca di Acido Folico, e potrebbe permettere di raggiungere la RDA di 350-400 mcg anche senza l’uso di supplementi, che tuttavia sono consigliati. La verdura a foglie verde scuro, i cereali integrali ed i legumi costituiscono delle ricche fonti di Acido Folico. La RDA della Vitamina B12, normalmente di 2.0 mcg, aumenta a 2.2 mcg in gravidanza e 2.6 mcg durante l’allattamento. Poiché la vitamina B12 è importante per lo sviluppo del Sistema Nervoso e la sintesi dei tessuti, è importante che la donna ne assuma quantità adeguate per proteggere il neonato dal rischio di carenza.
L’anemia da carenza di Ferro è fisiologica in gravidanza, indipendentemente dalla dieta. Tutte le donne durante la gestazione necessitano di alimenti ricchi di Ferro, come verdure con foglie verdi, fagioli e legumi secchi, e frutta secca. Associando tali cibi agli agrumi, si può aumentare l’assorbimento di questo minerale. La RDA del Ferro, normalmente di 18 mg nella donna fertile, aumenta a 30 mg (solo in gravidanza). Per soddisfare questa richiesta, quasi sempre è necessaria l’assunzione di supplementi. Calcio e Vitamina D lavorano in sintonia per garantire lo sviluppo di denti ed ossa. L’assorbimento di Calcio aumenta durante la gravidanza, compensando l’accresciuto fabbisogno, che è di 1200 mg al dì anche durante l’allattamento, mentre va garantita una adeguata esposizione alla luce solare o la supplementazione di 10 mcg di Vitamina D.
La RDA dello Zinco aumenta durante l’allattamento (da 7 a 12 mg): buone fonti di Zinco sono frutta secca, cereali integrali, pop corn e legumi. E’ inoltre importante che la donna utilizzi regolarmente, dall’inizio della gravidanza al termine dell’allattamento, una fonte di Omega-3, quale ad esempio 1 cucchiaio al dì di olio di semi di lino.
Infanzia e adolescenza
Le Diete Vegetariane e Vegane, pianificate in modo appropriato, sono in grado di soddisfare i fabbisogni nutrizionali della prima e seconda infanzia e dell’adolescenza. L’ADA e la American Academy of Pediatrics affermano che le diete Vegane permettono la normale crescita dei bambini.
L’alimento ideale per il neonato nel primo anno di vita è il latte materno. I benefici per il neonato includono lo sviluppo del Sistema Immunitario, la protezione dalle infezioni e dal rischio di allergie. I benefici per la madre includono una riduzione del rischio di Cancro al seno prima della menopausa, ed il rilascio di ormoni anti-stress. Per i primi 4-6 mesi, il latte materno deve essere l’unico cibo, e la sola alternativa possibile sono le formulazioni per l’infanzia a base di soia. Il latte di soia usualmente in commercio non deve costituire l’alimento di prima scelta fino dopo l’anno di età. I bambini Vegani allattati al seno possono richiedere supplementi di Vitamina B12, se la dieta della madre è inadeguata; i più grandicelli possono richiedere supplementi di Zinco e fonti affidabili di Ferro e Vitamine D e B12. Il calendario dell’introduzione di cibi solidi è simile a quello raccomandato per i non-Vegetariani. Tofu, legumi secchi ed analoghi della carne sono introdotti come fonti proteiche intorno ai 7-8 mesi d’età. Le diete Vegane vanno pianificate per essere nutrizionalmente adeguate e sostenere la crescita dei bambini sino ad 1 anno di età.
Nella seconda infanzia e nell’adolescenza le diete dei bambini Vegani soddisfano le RDA per molti Nutrienti, a fronte di un introito più elevato di Fibre e più ridotto di Grassi Totali, Grassi Saturi, e Colesterolo rispetto ai bambini onnivori. Tuttavia particolare attenzione va posta nei confronti degli introiti di Calcio, di Zinco e Ferro. Il fabbisogno proteico è lievemente più elevato per i bambini Vegani, ma è facilmente soddisfatto con una dieta variata che fornisca adeguata energia. Inoltre va enfatizzata l’importanza di introdurre buone fonti di Acidi Grassi Omega-3 e di Vitamina B12. Se l’esposizione alla luce solare non è adeguata, va prevista una supplementazione di Vitamina D. I bambini Vegani possono presentare un ritmo di crescita più lento, ma comunque completo, mentre i bambini Lacto-Ovo-Vegetariani presentano una crescita sovrapponibile a quella degli onnivori. Bambini sottoposti a diete più restrittive, quali quelle macrobiotiche, possono - per contro - presentare problemi di malnutrizione.
Età Anziana
Nei Paesi industrializzati l’età media della popolazione sta aumentando, e gli anziani stanno gradualmente prendendo il sopravvento. I nostri figli hanno una maggior probabilità rispetto a noi genitori di vivere a lungo. Ma vivere come? Il mantenimento di uno Stato di Salute ottimale è la carta vincente per vivere una vecchiaia felice, in salute, che può durare anche più di una ventina d’anni: è una fase della Vita di ciascun individuo che vale la pena di essere vissuta, in quanto unica nei suoi aspetti piacevoli (saggezza maturata, possibilità di utilizzo del tempo libero, superamento di molti obblighi e responsabilità), ed in quelli spiacevoli (solitudine, limitazioni fisiche, depressione).
Vecchiaia non è sinonimo di malattia, ma il bilancio di questi due aspetti è governato dallo Stato di Salute, e con l’avanzare dell’età aumenta il rischio di malattia. Le malattie più frequenti sono Artrosi, Arteriosclerosi ed Ipertensione con relative complicanze (ictus cerebrale con emiplegia, infarto cardiaco, arteriopatia periferica), Diabete, Osteoporosi, Parkinson e Demenza. Altre frequenti malattie, i Tumori, compromettono lo scorrere della vita in fasi differenti, impedendo all’individuo di invecchiare, o rendendo l’anziano vittima di enormi sofferenze.
Queste patologie, come abbiamo già spiegato, sono prevenibili con una corretta Alimentazione, in varia misura. La loro incidenza risulta infatti nettamente superiore nei Paesi dove la dieta è ricca di prodotti animali e povera di cibi semplici. Nei Paesi dove la dieta si basa soprattutto su alimenti vegetali queste malattie sono molto meno frequenti od addirittura sconosciute.
L’adozione tanto più precoce nella vita di una Dieta Vegetariana permette quindi di fare molto in questo senso, ed è in grado di esercitare effetti favorevoli fino in età avanzata. In questa fase della Vita, l’elevata assunzione di Antiossidanti può esercitare effetti positivi anche sul processo stesso di invecchiamento naturale. Il passaggio ad una Dieta basata su alimenti vegetali si è dimostrato utile anche quando si siano già sviluppate malattie croniche quali ad esempio Arteriosclerosi e Tumori.
L’adozione di un regime Vegetariano si è rivelato una misura di Prevenzione Secondaria, in grado di rallentare od invertire il decorso di queste malattie, rappresentando una valida alternativa alla terapia medica e chirurgica. Ciò permette di incidere anche sull’utilizzo di farmaci, spesso responsabili di effetti collaterali e di vere e proprie malattie, denominate appunto “malattie jatrogene”.
In età anziana c’è più tempo per curare i vari aspetti dello Stile di Vita, e va posta particolare attenzione a mantenere variata la dieta, con l’uso di cibi crudi e poco lavorati, ricchi di Fibre e di Acqua. Il fabbisogno di tutti i Nutrienti è sovrapponibile a quello dell’adulto, con l’eccezione del Calcio, per il quale vi è indicazione (negli onnivori) ad un lieve aumento delle richieste. E’ importante poi, come in tutte le età, rispettare anche le altre variabili positive dello Stile di Vita, quali la pratica di regolare esercizio fisico, l’eliminazione del fumo e dell’alcool, e l’assunzione di abbondanti quantità di liquidi.
Vegetarismo e Sport
Per il supporto dell’attività fisica di allenamento e per l’agonismo è fondamentale la scelta di una dieta appropriata, che soddisfi l’elevato fabbisogno energetico e calorico e risponda alle esigenze necessarie per le funzioni vitali, per i processi di termoregolazione, la compensazione delle perdite (sudore, urina, ecc.) e il turnover dei tessuti.
Negli ultimi anni le diete ad elevato contenuto proteico sono state grandemente pubblicizzate per aumentare le prestazioni atletiche. A supporto di questo tipo di diete non esistono molti dati scientifici.
Come già spiegato, tali diete favoriscono la comparsa di Arteriosclerosi e cardiopatia, e per questo non sono raccomandate dall’American Heart Association.
Diete ad elevato contenuto di Carboidrati, basso contenuto di Grassi e moderato contenuto di Proteine sono indicate per ottenere le migliori performances atletiche. I Carboidrati costituiscono infatti la fonte energetica primaria utilizzata durante l’esercizio fisico intenso e prolungato. In assenza di un adeguato apporto calorico fornito dai Carboidrati complessi, l’organismo è costretto a utilizzare i Grassi di deposito e le Proteine tissutali.
La durata dell’esercizio fisico, la sua intensità, il livello di allenamento e la quantità iniziale di Carboidrati immagazzinati nel muscolo sotto forma di Glicogeno, determinano il fabbisogno energetico dell’organismo dell’atleta. Nella dieta dell’atleta, i Carboidrati complessi sono il carburante d’eccellenza, mentre le Proteine sono necessarie per il rinnovo e l’accrescimento del tessuto muscolare.
La presenza o meno di carne nella dieta appare irrilevante per il livello di prestazioni raggiunte dagli atleti. Cereali integrali, frutta, verdura costituiscono fonti ideali di Carboidrati e Proteine, quindi un’alimentazione basata su una varietà di cereali, legumi e verdure è facilmente in grado di fornire tutti gli aminoacidi essenziali e il substrato energetico richiesto dall’organismo dell’atleta.
L’elevata assunzione di Antiossidanti è poi in grado di proteggere i tessuti dai danni secondari allo stress ossidativo causato dal pesante esercizio fisico. Considerato che il grande apporto di Carboidrati, indispensabile per l’atleta, è più facilmente ottenibile con questo tipo di alimentazione, le Diete Vegetariane e Vegane ben bilanciate risultano del tutto compatibili con attività sportive - anche molto intense - e sono addirittura consigliabili per chi pratichi sport di resistenza.
In particolare la Dieta Vegana è la scelta migliore, perché consente di ottenere il giusto apporto proteico senza lo svantaggio di introdurre Grassi animali. Tale dieta è poi in grado di apportare vantaggi a breve e lungo termine per la Salute (riduzione della Pressione Arteriosa, della dislipidemia, del grasso corporeo e degli altri fattori di rischio), garantendo all’atleta di poter continuare a lungo la propria pratica sportiva.
Atleti
Carl Lewis: Salto in lungo e velocità
Carl Lewis ha eguagliato un primato che si pensava ineguagliabile e che apparteneva al mitico Jesse Owens: vincere quattro titoli olimpici nella stessa edizione dei Giochi. L’”era Lewis” è durata 17 anni, dal 1981 al 1997. Nel 1990 l’atleta decise di diventare Vegano, con la consulenza del dottor John McDougall: i risultati parlano da soli! Il suo successo più straordinario è stato l’essere riuscito a rimanere ai vertici dello sprint e del salto in lungo per 15 anni, passando attraverso infortuni e sconfitte, con le sue sole forze, senza prendere nessun tipo di sostanze proibite. Primo senza l’aiuto della chimica... e Vegano!
Ruth Heidrich: Triathlon (Ironman)
6 titoli Ironman (3.800m di nuoto, 180 Km di ciclismo e 42 di corsa). Ha vinto più di 700 competizioni tra maratona, triathlon, pentathlon e altro. E’ diventata Vegana e triatleta dopo la diagnosi di Tumore della mammella, nel 1982. E’ presidente della “Vegetarian Society of Hawaii”.
Una vita vegetariana
La transizione
Alcune persone decidono di passare ad una Dieta Vegetariana in modo drastico, altre preferiscono un approccio più graduale. La seconda modalità permette di effettuare una transizione più fisiologica e dà il tempo di provare molti nuovi modi di soddisfare le esigenze nutrizionali. Ecco qualche consiglio per un passaggio graduale.
Fate una lista dei cibi e dei menu che consumate abitualmente. Identificate tra questi i cibi vegetariani, e considerateli come punto da cui partire. Programmate di consumare un pasto vegetariano diverse volte alla settimana usando i cibi che più vi piacciono. Aggiungete più pasti vegetariani rivisitando le vostre ricette preferite ed imparate a conoscere il tofu e il seitan, gli alimenti alternativi al latte (latte di soia, di riso, di mandorle, yogurt e budini di soia o riso) e a valorizzare la cucina italiana tradizionale a base di cereali e legumi. Ampliate le vostre scelte cercando nuove ricette nei libri di cucina e provando nuovi prodotti nei negozi di alimenti. Molti piatti vegetariani possono essere preparati senza ricetta o senza passare troppo tempo in cucina.
Fate una lista di piatti vegetariani che potete mangiare fuori casa, in bar, ristoranti, supermarket e gastronomie. Valutate se i vostri pasti comprendono una buona varietà di cereali integrali, di legumi e di prodotti a base di soia, di verdura e frutta, tutti i giorni. Se non è così, cercate di equilibrare il vostro menu.
Siate creativi nel programmare i pasti, aumentate il consumo di legumi e verdure mangiandoli sia a pranzo che a cena. Provate spesso nuovi cibi, nuovi cereali come couscous, quinoa, bulghur, orzo, chicchi di grano e verdura e frutta utilizzate comunemente in altre cucine, come il cavolo cinese e le alghe (come la nori, kombu, hiziki, ecc.). La varietà dei cibi è la migliore garanzia che la vostra alimentazione sia sana e il concentrarsi sugli aspetti positivi del cambio di alimentazione, piuttosto che sul rimpianto per i cibi che decidete di eliminare, è un ingrediente psicologico fondamentale per un passaggio sereno alle nuove abitudini a tavola.
Un altro efficace sistema consiste nell’eliminazione progressiva di determinati cibi animali, da effettuarsi a ritmo settimanale, sempre facendo attenzione ad apportare al vostro organismo adeguate quantità di nutrienti provenienti da fonti alternative. Per esempio, eliminando la carne “rossa” la prima settimana, la carne “bianca” la seconda, il pesce la terza, poi le uova e i latticini... dopo sei settimane vi troverete ad essere vegani!
Organizzarsi e scoprire cibi nuovi
Spesso i novelli o aspiranti Vegetariani si chiedono con sgomento “Cosa posso mangiare?!?”.
Ma in realtà molti dei piatti tradizionali della cucina italiana sono già Vegani, e altri possono diventarlo con piccole modifiche. Esistono innumerevoli risotti Vegetariani, molti condimenti per la pasta, varie zuppe e minestre a base di verdure e legumi, torte salate di verdure, legumi cucinati in vari modi, e tutti i piatti di verdura che siamo abituati a considerare come “contorno” possono diventare ottimi secondi aumentandone semplicemente la quantità. Senza contare tutte le insalate, arricchite con semi oleosi e noci tritate, alghe e germogli, ricchi di Vitamine, Minerali e Proteine.
All’eventuale obiezione: “Ma a me non piace la verdura!” possiamo rispondere facendo osservare che “la verdura” la devono mangiare anche i non-Vegetariani, perché contiene Vitamine, Minerali e Fibre, indispensabili al nostro organismo. Quindi non è che chi è vegetariano debba mangiare “più verdura” degli altri. Non è quella che comunemente viene definita “verdura” (cioè insalata, carote, verdura cotta, ecc.) che deve andare a sostituire la carne. Questa va sostituita da legumi, cereali, noci e nocciole, ed eventualmente soia e derivati o seitan. Perciò, essere Vegetariani è davvero molto facile, anche senza introdurre alcun “cibo nuovo” nella nostra dieta. Già che ci siamo, però, perché non esplorare anche nuovi e gustosi cibi, tradizionali in altre culture?
Cereali: oltre a riso e pasta di grano duro, esistono molti altri cereali che possiamo mangiare, cia-scuno con un gusto diverso. Provateli in zuppe, polpette, sformati, o in fiocchi e nei dolci: farro, orzo, quinoa, grano saraceno, miglio, avena, segale, orzo, frumento (anche nei suoi derivati, cous co-us e bulghur) e mais. La germogliazione dei chicchi ne esalta il contenuto in Nutrienti.
Legumi: possono essere utilizzati in zuppe, in stufati, come purea, e crudi germogliati; in forma di farina possono essere usati per gustose frittate (ed esempio di ceci). Anche la soia è un legume, ma solitamente viene usata già lavorata in forma di latte, tofu, o di soia ristrutturata disidratata. La scelta tra i legumi è ampia: lenticchie, piselli, fave, fagioli borlotti, fagioli cannellini, fagioli bianchi di Spagna, fagioli neri, fagioli rossi, azuki (detta “soia rossa”), ceci, cicerchie, piselli secchi spezzati, lenticchie rosa, soia verde.
Semi: i semi delle varie piante sono ricchi di Vitamine e Minerali e preziosi nella dieta di tutti. Aggiunti a insalate, o ai condimenti della pasta, costituiscono un gustoso “additivo” del tutto naturale! I più diffusi sono i semi di zucca, girasole, papavero, lino, sesamo, amaranto. Una miscela di semi di sesamo tostati e pestati con l’aggiunta di sale integrale, è un ottimo condimento per le insalate, che viene chiamato “gomasio” e può essere comprato in tutti i negozi di alimentazione naturale, anche arricchito con alghe tritate (attenzione, è molto salato). Altri semi (crescione, alfa-alfa) possono essere usati come germogli.
Noci: ricche di Proteine, Minerali, Vitamine e Olii vegetali. Ottime a colazione, nel muesli o da sole, tritate nelle insalate e nei dolci, sulla pasta, oppure in paté da spalmare. Le più comuni sono: noci, nocciole, pinoli, mandorle, noci brasiliane, anacardi, arachidi.
Alghe: sono un cibo ricco di Iodio e Calcio, e sono tradizionali nei Paesi orientali. Si possono aggiungere in pezzi alle zuppe di legumi, per rendere gli stessi più digeribili, oppure nel ripieno in torte salate, grattugiate o spezzettate sulle insalate, e nella pasta.
Latte di soia: ricchissimo di Proteine, si può trovare aromatizzato in vari modi (vaniglia, cioccolato, ecc.) e arricchito con varie Vitamine e Calcio. Il gusto varia molto tra una marca e l’altra. A un palato non abituato può risultare non gradevole se bevuto da solo, ma accompagnato con caffè, cacao, orzo solubile, oppure in forma di budini e yogurt diventa decisamente appetibile. Può essere usato nella preparazione dei dolci al posto del latte, e non lascia alcun retrogusto.
Proteine ristrutturate di soia: si presentano in forma di “bistecche” o “spezzatino” di soia disidratato, e vanno fatte rinvenire nel brodo vegetale per qualche minuto prima della cottura. Possono essere cucinate come il tradizionale spezzatino, o come scaloppine in padella, e hanno il vantaggio di acquisire l’aroma del sugo di cottura, partendo da una base neutra. Sono molto ricche di Proteine, ma non contengono altri nutrienti, per cui è meglio non abusarne, e accompagnarle sempre con verdure.
Tofu: anche se viene definito”formaggio di soia” non ha niente a che vedere coi latticini, come sapore. Ne esistono moltissime varietà, con sapori molto diversi tra loro. Pochissime varietà sono buone mangiate “al naturale” con semplice olio e sale, ma tutte sono ottime da usarsi in torte salate, stufati, o sformati, perché assumono il gusto degli altri ingredienti della pietanza. Anche il tofu è un alimento ricco di Proteine.
Seitan: è un alimento a base di glutine di frumento, iperproteico. Viene venduto in vari formati: affettato per panini, aromatizzato con vari sapori; affumicato; a fette da mettere in padella; “informe” per spezzatini e stufati. Al contrario del tofu, è molto buono anche mangiato al naturale. Il suo aspetto ben si presta a creare delle “imitazioni” della carne, quindi lo troviamo anche in forma di wurstel, di arrosto, di mortadella, ecc.
Surgelati a base di soia e seitan: ovviamente è bene non basare la propria dieta sui surgelati, ma ogni tanto fanno comodo! Esistono oggi varie cotolette, hamburger, wurstel, ecc. a base di soia e seitan che sono davvero ottimi al palato, e, pur trattandosi sempre di surgelati e quindi non troppo salutari, lo sono comunque molto di più degli analoghi a base di carne.
Ricette
Centinaia di ricette sui siti:
www.vegan3000.info
www.scienzavegetariana.it/ricette
www.vegetariani.it
www.promiseland.it
www.veganitalia.com
Come Pianificare una Dieta Vegetariana Equilibrata
Ecco pochi semplici principi base, che forniscono il criterio con cui selezionare i cibi e programmare i pasti e costituiscono le Linee Guida per questo tipo di Alimentazione.
Linee Guida
1. Consumare abbondanti quantità e varietà di cibi vegetali.
I cibi vegetali devono essere consumati quotidianamente, in modo variato ed abbondante, ed includono: tutti i tipi di cereali integrali, legumi, verdura, frutta, noci, semi, olii vegetali, alimenti dolci naturali, erbe e spezie. Consumare regolarmente cibi appartenenti a tutti i gruppi di cibi vegetali, in quantità sufficienti a soddisfare il fabbisogno calorico, cotti e crudi, è garanzia di assunzione di tutti i Nutrienti (ad eccezione della Vitamina B12), Fibre, Antiossidanti e Sostanze Fitochimiche, necessari affinché la Dieta possa definirsi equilibrata.
2. Privilegiare cibi vegetali non raffinati o poco trasformati.
Vanno privilegiati questi cibi, poco lavorati e quindi ricchi di Nutrienti essenziali (Vitamine, Minerali) e Fibre, piuttosto che cibi raffinati e trasformati che molto spesso apportano molte calorie e pochi Nutrienti. Possono fare eccezione alcuni Alimenti di lavorazione industriale, che vengono “arricchiti” con Vitamine e Minerali (Vitamina B12, Calcio).
3. Il consumo di Latte ed uova è facoltativo
Vale a dire che una Dieta Vegetariana deve limitare (od abolire) i cibi animali indiretti, che non solo non sono necessari per ottenere l’adeguatezza nutrizionale della Dieta, ma possono condurre a situazioni di “eccesso” collocando i Lacto-Ovo-Vegetariani nelle stesse fasce di rischio degli Onnivori. In sostanza, il problema delle Diete Lacto-Ovo-Vegetariane può essere quello di essere poco variate (penalizzando l’assunzione di cibi vegetali), di comportare un’eccessiva assunzione di Grassi e Proteine animali e risultare quindi nutrizionalmente NON adeguate. Per contro, l’adeguatezza Nutrizionale di una Dieta Vegana si realizza solo con l’integrazione della Vitamina B12 e la regolare assunzione, tramite gli alimenti, di Calcio, ed acido alfa-linolenico.
4. Il consumo di una vasta gamma di Grassi Vegetali non è dannoso.
I cibi animali indiretti sono ricchi di Grassi Saturi e Colesterolo, mentre i Grassi vegetali, provenienti da noci, semi oleaginosi, avocado, olive, soia ed olii vegetali sono ricchi di Acidi Grassi Polinsaturi e Monoinsaturi, poveri di Grassi Saturi e privi di Colesterolo. Da quanto abbiamo detto sinora, è chiaro come vada privilegiato il consumo di questi Grassi, che può raggiungere anche il 30% delle calorie totali, salvo indicazioni mediche particolari.
5. Consumare generose quantità di acqua ed altri fluidi.
Il consumo di Acqua, succhi di frutta e verdura, tisane e tè più volte al giorno permette l’assunzione di Vitamine, Antiossidanti e Sostanze Fitochimiche. Il tè verde è presente nella dieta delle Popolazioni Asiatiche da oltre 5.000 anni, e risulta essere una ricca fonte di Antiossidanti, soprattutto Flavonoidi.
6. Ricordarsi di porre attenzione anche agli altri fattori responsabili di uno Stile di Vita sano.
Come già sottolineato, la Dieta costituisce uno dei fattori che determinano un sano Stile di Vita. Va posta attenzione anche alla pratica di regolare esercizio fisico, alla frequente esposizione alla luce solare, ad adeguato riposo, all’astensione da abitudini voluttuarie nocive quali fumo ed alcool, ed a limitare esposizioni prolungate a stress di qualunque natura.
Bibliografia
LIBRI SULLA NUTRIZIONE VEGETARIANA
* Walter Pedrotti, Il nuovo Cucchiaio Verde, Demetra, Verona, 1996.
* G. Lepetit De La Bigne, A. Amante, L’alimentazione vegetariana, Ed. Tecniche Nuove, 1994.
* Nico Valerio, L’alimentazione naturale, Ed. Mondadori, 1992.
* M & K Messina, The Vegetarian Way, Three Rivers Press (NY, USA), 1996.
* Dean Ornish, Dr. Dean Ornish’s Program for Reversing Heart Disease: The Only System Scientifically Proven to Reverse Heart Disease Without Drugs or Surgery, Ivy Books, 1996.
* Hans Diehl, Aileen Ludington, Health Power, Herald Publishing Association, 2000.
* Joan Sabaté, Vegetarian Nutrition, CRC Press, 2001.
* Luciana Baroni, Hans Diehl, Decidi di stare bene, Ed. Sonda, 2004.
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