martedì 15 marzo 2022

Prospettiva

 


Prospettiva



Giunge un momento nella nostra vita in cui sentiamo che ci stiamo facendo trascinare dalle abitudini e che la vita stessa è diventata sempre uguale ogni giorno, praticamente meccanica.



Ci sembra quasi di guardare un film: non siamo noi i protagonisti ma solo gli spettatori! ( ed abbiamo pagato caro il biglietto: con il nostro tempo).



E’ come un battito di ciglia e, se non lo cogliamo, il prossimo potrebbe essere troppo tardi.



Non voglio spaventarvi e neppure insegnarvi nulla ma solo condividere questa intuizione.



Se lo cogliamo sapremo che per creare la realtà in base ai nostri desideri dovremo per forza affrontare un cambio di prospettiva.



Questa nuova prospettiva sarà l’inizio della concatenazione dell’armonioso svolgersi dei fatti.



Vuoi sapere come fare?

lunedì 14 marzo 2022

Consapevolezza emotivo corporea

 


Quando pensiamo al corpo ci vengono in mente pensieri di solidità o comunque sicuramente parti in tre dimensioni, qualcosa di fermamente strutturale e fisico.

Ma andando più nel profondo possiamo scoprire che in realtà noi siamo una comunità di cellule, “solamente” circa 100 mila miliardi.
Inoltre come dicevo prima le cellule ogni sette anni si rigenerano completamente e quindi ogni istante moriamo e nasciamo, in un costante cambiamento che è poi il fondamento della vita stessa.
Il nostro corpo rappresenta un esempio di quanto meravigliosa può essere la creazione di Dio: una “macchina” perfetta che si auto rigenera e ripara ogni secondo e che può fare autentici miracoli.
Nessuno di noi è consapevole che dentro di noi avvengono miliardi di processi in modo perfettamente armonico e sincronizzato per permetterci di continuare la nostra vita di tutti i giorni.
Nonostante la nostra disattenzione e, purtroppo, spesso incuria verso il nostro corpo, esso continua a funzionare in modo perfetto fornendoci tutto quello di cui abbiamo bisogno.
Una delle qualità che abbiamo perso nell’attuale vita moderna è proprio la naturalità, il contatto con il nostro corpo, come camminare scalzi su un prato o una spiaggia e magari correre nudi e buttarsi in mare o scalare una montagna, respirando aria pura in contatto con animali e piante intorno a noi…
Una delle attività che più conosco e che ci avvicina a questo tipo di contatto profondo con la natura è il massaggio, attraverso quello che si può definire l’organo più importante del nostro corpo: la pelle.
Tramite la pelle possiamo stabilire un contatto profondo tra persone o con noi stessi, così come la membrana delle cellule rappresenta di gran lunga un’importanza più alta dello stesso nucleo contenente il famoso dna, in quanto permette la comunicazione con le altre cellule e quindi la vita stessa.
Sfiorare la pelle di una persona perfettamente rilassata durante un massaggio è un viaggio meraviglioso che permette contatti indicibili ma che si possono solo provare con l’esperienza , uscendone del tutto rinnovati, pieni di nuova energia e sicuramente garantendo un passo in più verso l’attivazione del proprio principio di auto-guarigione.
Abbiamo già visto diversi metodi, i perché ed il come possiamo prenderci cura tramite la mente e la chimica del nostro insieme corpo-mente-spirito ed ora vorrei ricordare quanto è importante la naturalità e la consapevolezza dei gesti di ogni giorno per il nostro corpo.
Gran parte di quello che facciamo, diciamo o pensiamo è frutto di un processo automatico della nostra mente detto INCONSCIO che prende il sopravento quale fosse una sorta di pilota automatico. Anche i movimenti del nostro corpo se ci facciamo travolgere dalle abitudini e non cerchiamo ogni tanto di prendere il sopravvento tramite la consapevolezza, diventano automatici e quindi fuori controllo. Questo è molto pericoloso per la nostra incolumità ma anche per la nostra salute perché la postura e la dinamica dei movimenti spesso provocano a lungo andare problemi seri a livelli scheletrico, muscolare e soprattutto articolare.
Abbiamo qui due armi formidabili per contrastare questo problema:
1) il moto regolare e consapevole
2) i massaggi
L'arte del massaggio non è solo lavorare sul corpo ma in realtà presume un viaggio interiore fatto dal massaggiatore a priori su se stesso per poi lavorare sugli altri, si tratta di trasferire qualcosa di positivo attraverso le mani e tutto se stesso sulla persona che stiamo “toccando”.
E' un vero atto di amore verso la persona attraverso le nostre mani per fare scoprire al cliente qualcosa di bello oppure anche i suoi lati oscuri. Nel nostro corpo sono rinchiusi come se fosse un libro tanti capitoli della nostra vita in modo emozionale, non sono ricordi “mentali” o immagini o suoni oppure odori ma solo le emozioni che ne sono scaturite.
Possono essere emozioni piacevoli o no ma sono proprio dentro il nostro corpo, e quando il “tocco” del massaggiatore non è disgiunto dalla sua presenza di tipo meditativo, quelle dita, quelle mani e tutta quella presenza le farà scoprire a noi per poterle gestire in quel momento o , se vogliamo, in momenti successivi con noi stessi.
Tutto ciò che scopriamo di positivo può essere il benessere trasferito al corpo tramite movimenti che agiscono sulla circolazione, sulla fascia, sui muscoli, l'apparato scheletrico e le articolazioni, il sistema linfatico e tanto altro , fino ad arrivare ai blocchi fisici ed emozionali presenti nel nostro corpo da tempo immemorabile e pronti ad uscire per scoprire, guarire, piangere, ridere, creare intenso benessere e rilassamento, risposte, nuove domande, intuizioni, lampi di luce e baratri neri dentro di noi... tutto ciò che esce verrà accolto ed elaborato nel migliore dei modi.
E' un processo che si crea insieme, il massaggio, una relazione fra il massaggiatore ed il suo cliente che può rimanere formale a volte ma che spesso invece diventa un legame indissolubile in cui insieme si scoprono parti di noi sconosciute. Un legame che può durare solo per il tempo del trattamento o rimanere per sempre come una bellissima amicizia in cui si condividono parti intime di noi: il massaggiatore dona la sua conoscenza ed il massimo del suo amore nel creare benessere tramite la sua tecnica e se stesso, donando anche l'accoglienza senza giudizio di ogni parte intima che il cliente vorrà condividere, una relazione profonda che si basa su regole ben precise di benevolenza, professionalità, accoglienza, ascolto attivo e riservatezza di tutto ciò che ne uscirà.
Il lavoro del professionista olistico ha un'etica ben precisa riguardo questo che comprende anche il fatto di non sconfinare mai nella terapia psicologica o nella cura medica del corpo del cliente, per ovvi motivi di incompatibilità, professionalità e soprattutto per il pericolo di creare danno anziché benessere: in questi casi la soluzione migliore è consigliare al cliente di rivolgersi al professionista adatto alle esigenze che potrebbero presentarsi occasionalmente.
Questo non significa ovviamente che il lavoro fatto fino a quel momento sia inutile perché la persona si presenterà allo specialista con già il problema “in mano” e quindi senza inutili e dispendiose sessioni per scoprire su cosa lavorare.
Ciò non toglie che il cliente ha facoltà e ovviamente libertà di lavorarci con il metodo che gli sembra più congeniale e non è detto che il sistema “ufficiale” sia sempre il migliore.
Alcune persone per loro natura intrinseca tendono a rivolgersi ad operatori olistici con la massima fiducia e soprattutto motivazione mentre altre tenderebbero al contrario a rivolgersi alla medicina ufficiale o altro tipo di operatori perché le loro credenze sono in linea con questo o quello.
Il punto centrale sono le credenze proprio come insegnano gli esperimenti basati sull’effetto placebo o sul suo contrario l’effetto nocebo. Ovviamente come credenze intendo qualcosa di molto più profondo di quello che possiamo pensare o no di un argomento specifico. Le credenze sono radicate in noi in base alle esperienze avute soprattutto nella prima fase di vita, sono spesso inconsce e sono la base della nostra scala di valori ed anche talenti o difetti e quindi basilari per chi vuole fare un lavoro su se stesso.
Questo significa solamente che il massaggio ed il massaggiatore hanno una loro dimensione e possono arrivare fino a certi limiti , oltre il quale l’operatore olistico non può consigliare al cliente una cura oppure dei comportamenti, in quanto questi aspetti fanno parte del lavoro di qualcun altro, ovvero di un medico (medicina ufficiale o la cosiddetta medicina alternativa come ad esempio omeopatia, medicina olistica, medicina tradizionale cinese, ecc ecc; ovviamente a scelta del cliente, oppure nel caso si scenda nel “regno della mente” può essere di aiuto uno psicologo, psicoterapeuta ed anche qui esistono metodi alternativi che non sto ad elencare).
La cosa importante è che ognuno svolga il suo ruolo e metta a disposizione del cliente le sue competenze ed i suoi talenti senza sconfinare in ruoli e competenze che non ha e vale anche per i medici: se un medico volesse infatti improvvisarsi massaggiatore olistico senza aver fatto un percorso non sarebbe comunque pericoloso per il cliente, semplicemente perché non sa quello che fa?

Estratto del libro "CEC Consapevolezza Emotivo Corporea, Il triangolo del benessere: equilibrio e guarigione partendo da noi stessi di Alessandro Orlandi.

domenica 6 marzo 2022

La vera guerra è dentro di te

 Senza nulla togliere alla tragedia di un popolo che deve fuggire a causa delle decisioni scellerate di pochi potenti (vedi Ucraina), vorrei ricordare che attualmente esistono centinaia di guerre nel modo ed alcune da anni di cui NESSUNO SI OCCUPA. Il fatto che la TV ed i giornali siano immediatamente passati dalla paura per il vairus a quella della guerra unica NON VI FA ANCHE PER UN ISTANTE VENIRE QUALCHE DUBBIO DI UNA MANIPOLAZIONE?

Il fatto che i supermercati espongano l'insalata russa cambiando il nome in insalata italiana, che vengano bloccati i conti correnti di chi ha un cognome russo, che venga bloccato all'università un corso sul grande Dostoevskij, che alcuni bar gettino la vodka per il lavandino....SINCERAMENTE A ME SPAVENTA MOLTO DI PIU' CHE LA GUERRA IN UCRAINA.
Significa che molte persone hanno completamente perso il senso critico e sono completamente influenzabili da qualsiasi bomba mediatica decisa a tavolino.
Domani con chi se la prenderanno?
PS: per info sulle guerre in corso digita su un qualsiasi cercatore on line guerrenelmondo



mercoledì 23 febbraio 2022

E' il momento di scegliere da che parte stare

 https://fb.watch/blZriU3QPd/

Martin Luther King diceva " Alla fine non ricorderemo le parole dei nostri nemici, ma il silenzio dei nostri amici".
Mi rivolgo virtualmente a tutti coloro che hanno accettato in questi ultimi due ultimi anni la deriva totalitaria ed illogica imposta da un potere "vile affarista".
Leonardo Da Vinci diceva "Chi non punisce il male, lascia che si faccia" e non a caso perché è grazie ai cosiddetti collaborazionisti che questa realtà creata ad arte sulla base della paura, si è cementata nelle menti deboli con una una narrazione di pensiero unico: anti-scientifico, senza logica ma soprattutto senza umanità.
Non entro nei dettagli ma , se avete 6 minuti da perdere piuttosto che guardare la tv, i giornali, un video gioco o qualche assurda immagine sullo smartphone guardatevi un video che lo riassume abbastanza bene.
Ricordatevi chi siete, che cosa siete! Potete scegliere! E' venuto il momento di prendere una posizione, non si può più stare in mezzo e mettere la testa sotto la sabbia.
E tu, come la pensi a riguardo?



domenica 9 gennaio 2022

I pericoli della normalità

 Il vostro attuale presidente del consiglio, in un discorso alla tv ha detto che abbiamo dovuto conquistare questa normalità con i denti... Io dico che la sua normalità se la può tenere e credo invece che per ottenere un vero benessere dobbiamo affidarci ai valori che reggono la nostra dignità di esseri umani.

In questo discorso , molto moderato esprimo alcune opinioni sull'attuale situazione. Sarebbe utile avere da chiunque un feed back costruttivo per ampliare la conoscenza e non per avere consensi inutili. Grazie



sabato 28 agosto 2021

Pace

 


In questo mondo di guerre, c'è bisogno di tanta pace: dentro i cuori e fuori, nelle nostri azioni. Restiamo consapevoli e non facciamoci dominare dalla rabbia, se qualcuno tenta di portarci nel vortice della guerra rispondiamo con la resistenza non violenta.
Alessandro Orlandi.

giovedì 19 agosto 2021

Connessioni

 



In quest’epoca di connessioni multiple sembriamo tutti uniti; possiamo condividere i nostri pensieri e sentimenti attraverso i mezzi tecnologici avanzati in ogni momento grazie a smartphone, pc, tablet, tv, orologi e siamo quindi sommersi da una mole enorme di informazioni.
Diventa quindi molto importante, se non fondamentale, riuscire a discernere ed essere consapevoli e presenti quando si pensa, si legge, si ascolta, si parla e quindi si agisce.
In realtà sembriamo uniti ma siamo sempre più soli , davanti ai nostri monitor, senza veri contatti umani, contatti con la natura, connessioni con persone che amiamo sempre più brevi per lasciare spazio al lavoro, oppure perché semplicemente ci lasciamo distrarre da stupidaggini ininfluenti per la nostra vita ma che ci appaiono importanti, come guardare abbondantemente lo sport, le serie tv, i video giochi o altro.
Non c’è niente di male in questi interessi che ho citato, assolutamente! Siamo noi che dobbiamo dosare con la giusta misura perché l’abbondanza quando diventa eccesso prende lo spazio della nostra vita, dei nostri propositi più profondi, del contatto con i nostri affetti, dell’amore.
Come dice il mio amico Neale Donald nel suo libro “Conversazioni con Dio” possiamo farci una semplice domanda per sapere di non sbagliare: “Cosa farebbe l’Amore?”.
Proviamoci a farlo , a chiederci cosa veramente è importante ed invece cosa è urgente, dobbiamo noi gestire il tempo e non deve essere lui a farlo.
Alessandro Orlandi

lunedì 30 novembre 2020

La Consapevolezza Emotivo Corporea

 


Nessuno ha la verità in tasca ma neppure il contrario, siamo come persone che vagano nel buio con una candela in mano ed un fiammifero. L’azione di accendere il fiammifero è il primo passo verso il risveglio e richiede una grande qualità, il coraggio.

Con tale coraggio diveniamo liberi di essere noi stessi.

Poi accendiamo lo stoppino della candela, facendo naturalmente quello che è più logico per chi è al buio, e tornando alla nostra naturalità più profonda: la voglia di scoprire, di conoscere, di apprendere nuove esperienze: la creazione della realtà.

La luce della candela che spezza le tenebre dell’ignoranza rappresenta la luce della consapevolezza: una pura osservazione della vita senza giudizio e con piena e calma accettazione.

Questi tre passi sono i tre pilastri dell’essere umano ed anche i tre lati del triangolo del benessere.

Dal Libro CEC , La Consapevolezza Emotivo Corporea, Il Triangolo del Benessere: Equilibrio e Guarigione partendo da noi stessi, di

Alessandro Orlandi


domenica 22 novembre 2020

Basta maestri e adepti

 


Ormai lo devo dire, lo so che diventerò impopolare ma non importa: i guru mi hanno rotto, anzi non solo loro ma anche i loro adepti: mi avete veramente scassato non dico cosa.

Perché continuate a guardare il dito che punta alla luna? La luna stessa ve lo ha detto, ogni maestro che si possa chiamare tale specifica che ogni sua parola serve per la crescita degli altri. Ogni allievo deve superare il maestro, non nel senso egoico del termine ma solo perché avrà raggiunto la sua indipendenza psicologica e non avrà più bisogno del filtro del pensiero del maestro.

Quindi dopo anni ed anni perché continuate ad usare le parole dei maestri e non le vostre? Non avete imparato niente? Io preferisco leggere una singola stupidaggine nata dalla vostra creatività che migliaia di immense parole dei soliti maestri, sono più vere, più pure, reali.

Ognuno deve prendersi la responsabilità della propria vita , a partire dai propri pensieri, parole e azioni, che non possono essere sempre una fotocopia filtrata dal pensiero del “maestro”!

Colui che crea numerosi allievi o adepti non lo chiamerei neppure con tale nome, perché ha fallito nel suo obiettivo più importante ovvero creare altri maestri.

Io ci sono già passato in questo tunnel e forse ho visto la luce o forse mi sto solo illudendo ma almeno quello che penso, dico e faccio cerco che sia il più possibile frutto della mia consapevolezza e non della fotocopia di qualche centinaio di libri: sono io, veramente io con la mia mente, il mio cuore ed il mio corpo.

Preferisco essere citato da 2 persone nel mondo che copiare il pensiero di un altro ed essere virale, lo so che è una pazzia in questo mondo di social media e citazioni di citazioni citate, ma non ci posso fare niente, sono così e credo sia onesto e giusto essere se stessi.

Alessandro Orlandi

ogni riferimento nella foto è puramente casuale, immagine senza copyright scaricata da pixabay.com

giovedì 29 ottobre 2020

Grazie alle persone della mia vita

 Un'intuizione mentre guidavo mi ha suggerito un video in cui parlo delle persone importanti della mia vita. Non parlo di genitori e fratelli ma solo di amicizie e relazioni.

Credo sia curativo almeno una volta farlo. Io lo farò ancora sicuramente. Mando un abbraccio a tutte le persone che ho incontrato nella mia vita, sia in senso positivo che negativo, in quanto in tutte e due i modi ho imparato. Grazie 🙏



Umorismo

 Due giorni fa provavo a fare un video parlando di motivazione ma non c'è stato verso di riuscire...ma qualcosa comunque ne è uscito, perché ho avuto l'idea di raccogliere tutti i vari tentativi ed errori, per farci tutti due risate.

L'umorismo credo sia uno degli aspetti più importanti per affrontare la vita nel modo migliore: non prendiamoci troppo sul serio... Buona visione a tutti.



venerdì 23 ottobre 2020

Motivazione: quarto passo verso la trasformazione

 La motivazione è ciò che ci spinge verso la nostra missione di vita; come la benzina in una macchina se manca, è poca o di cattiva qualità andremo poco lontani o male.

Deve essere vera, profonda, sentita e non pensata o ragionata. Nasce dal sentire , dai sentimenti e dall'intuizione e non dalla ragione, oppure dall'unione dei due. La nostra missione di vita, il nostro scopo è la vera motivazione che ci spinge verso la giusta direzione , poiché entriamo nel flusso. La motivazione è sempre personale e non può essere uguale per tutti o per un gruppo, per questo può aiutare un'analisi dei bisogni personali tramite la piramide di Maslow oppure altri strumenti come l'enneagramma.



martedì 13 ottobre 2020

Energia: terzo passo verso la trasformazione

 Per iniziare e continuare il nostro cammino abbiamo bisogno di energia. Da dove proviene e come possiamo rimanere sempre in uno stato armonico in modo da continuare ad avanzare verso la trasformazione?




domenica 20 settembre 2020

Primo passo verso la trasformazione: la consapevolezza.

 Senza la consapevolezza ogni azione, pensiero e parola diventano spesso automatici e quindi non siamo noi a guidare la nostra vita. Una visione e osservazione lucida della realtà del quieora senza giudizio e con distacco emotivo. Possiamo allenare questa facoltà con la presenza totale di quello che pensiamo, diciamo e facciamo, basta volerlo ed iniziare.



Il tuo progetto di vita è tuo?

Il tuo progetto di vita è tuo?
Ogni tanto ciascuno di noi si ferma a pensare a cosa farà nel prossimo futuro ed a volte ci troviamo a fantasticare su cosa ci piacerebbe e cosa invece in realtà stiamo vivendo.
A questo punto potremmo pianificare, usando specifici metodi, per scoprire qual' è il nostro vero progetto di vita e poi per metterlo in pratica. Oppure possiamo accendere la tv e lasciare che tutto scorra automaticamente.
Nel primo caso abbiamo pensato ed agito per essere chi siamo mentre nel secondo lo decide qualcun altro.
Sei sicuro che la vita che stai vivendo sia la tua? Oppure lasci che sia tutto come hanno deciso gli altri? Hai in qualche modo lavorato per specificare in modo profondo quale sia il tuo progetto di vita? Dove ti sta portando il tuo progetto di vita? Quali obiettivi ti sei posto per te stesso e le persone intorno a te?
Queste e migliaia di altre domande sono l'inizio per prendere consapevolezza di se stessi e della propria missione di vita.
Se quello che pensi, dici e fai ti procura gioia vuol dire che sei in sintonia con il tuo progetto o che comunque non serve nessun lavoro di ricerca, mentre in caso contrario, cosa aspetti?
Questo post non vuole banalizzare un argomento che andrebbe trattato con maggiore attenzione ma solo condividere con voi l'inizio dei dubbi che possono portare ad un lavoro su se stessi.
Se siete interessati a questo argomento potete cercare on-line o nelle librerie il libro “La Missione di Vita” di Angela Verardo.

Buona vita a tutti. 



giovedì 17 settembre 2020

4 passi verso la trasformazione

 Parlando di cambiamento e quindi trasformazione ho individuato 4 passi principali di cui parlo brevemente:

- consapevolezza - responsabilità - energia - motivazione A breve alcuni approfondimenti sui 4 temi. Aspetto i vostri commenti. Iscrivetevi al canale! Buona vita.



venerdì 31 luglio 2020

Vi leggo un brano di un nuovo libro sul benessere

Vi leggo un assaggio dell'introduzione di un libro in corso d'opera. Ditemi se vi piace. Aspetto vostri commenti. Grazie


mercoledì 22 luglio 2020

Triade, triangolo, trinità

Spesso ho notato tramite l'esperienza che per completare alcuni importanti processi di cambiamento, nella vita occorrono tre fasi. Ne parlo in questo video. Attendo vostri feed back e domande, grazie.


giovedì 25 giugno 2020

Sorridi e la vita ti sorride

Un monologo "di getto" e molto naturale per esprimere quanto la consapevolezza e la gratitudine possano influire sulla nostra realtà. 😀


venerdì 22 maggio 2020

Propositi


Io dico che dovremmo smetterla di lamentarci mettendo post su questo strumento di comunicazione che è facebook e cominciare a guardarci intorno e dentro di noi. Non sono il primo a dirlo e neppure l'ultimo ma la lamentela, le brutte notizie, la rabbia, l'odio ecc ecc alimentano solo malessere dentro di noi perché a partire da queste emozioni e pensieri le nostre cellule producono sostanze nocive che ci fanno e faranno stare peggio. Non solo a noi ma a chi le legge...
E quindi ricordiamoci del nostro "pensiero felice" e se non lo ricordiamo creiamone uno o centomila ora ed usiamoli per stare meglio.
E' come un sassolino buttato su un lago che crea mille onde che si propagano in tutte le direzioni.
Abbiamo tre favolosi strumenti per migliorare la nostra vita: il pensiero, quello che respiriamo/mangiamo ed il nostro corpo da tenere in forma con esercizi personalizzati: si chiama consapevolezza emotivo corporea, allora cominciamo a lavorare per questa nuova umanità?

martedì 31 marzo 2020

Tutto va come deve andare, nel migliore dei modi

Se mi aveste chiesto 1 mese fa come sarebbe stata la mia vita e quella delle persone intorno a me avrei risposto in modo diverso. Questa esperienza che ci sta segnando del coronavirus, come tante altre accadute a me ed ad altre persone, incorporano anche opportunità che dobbiamo cogliere. Possiamo scegliere se essere uniti e condividere i nostri talenti, passioni e valori per cercare insieme il nostro scopo oppure lasciarci andare al pessimismo, essendo poi trascinati dagli eventi come una piuma al vento. Noi però possiamo scegliere. Scegliamo bene e con consapevolezza. Grazie
Musica in sottofondo del Maestro Roberto Cacciapaglia, dall'album ATLAS.


Star Trek Picard



Domenica 29 marzo 2020
Anche in un semplice telefilm, nella fine della serie tv “Star Trek Picard” prodotta da Amazon ci possono essere dei messaggi che arrivano al cuore. A me è successo e spero anche agli altri che lo abbiano visto. In caso contrario voglio condividere con voi le mie impressioni.
La storia brevemente:
Alla fine della sua vita l’ammiraglio Picard decide di sacrificare la sua vita per dare l’esempio alle vite “sintetiche” che si stanno ribellando ai romulani (una razza non umana) che li vogliono estinguere, “chiamando” una razza di sintetici che estinguerebbe ogni forma di vita organica: la classica guerra in cui nessuno vince e tutti perdono, perché non sono in grado di vedere nell’altro solo che separazione, mentre invece c’è anche tanta comunione.
Come lo fa? Come dice lui stesso, come si fa con i bambini, bisogna insegnargli con l’esempio, è l’unico modo. Non serve spiegare, si possono scrivere anche 1000 libri o trovare la spiegazione scientifica più lucida di un fatto ma ciò che lo rende unico e veramente reale è FARNE ESPERIENZA.
Allo stesso modo Picard una volta morto incontra il suo vecchio amico e collega di tante avventure, Data (un sintetico) che ha sacrificato anni prima la sua vita per salvarlo; Prima di lasciarlo andare al suo destino, Data gli chiede di fargli un favore: provocarne la morte scollegandolo dalla “simulazione quantica molto sofisticata “ dove ora sopravvive la sua coscienza uploadata.
Anche un sintetico, un droide, una macchina o come volete chiamarlo, può insegnarci che il vero valore delle cose lo possiamo capire soprattutto se le possiamo perdere, altrimenti non attribuiamo un valore bensì la normalità, l’abitudine e quindi non entriamo in profondità a capirne i significati e soprattutto a viverne totalmente e intensamente l’esperienza.
Non scordiamoci quindi di ringraziare ogni giorno per tutti i doni dalla vita che abbiamo, e che potremmo perdere da un momento a l'altro, ed allo stesso tempo non facciamoci prendere dalla paura della perdita, perché significherebbe perdere il senso, il valore e la profondità dell’esperienza totale, vissuta veramente.
La paura annebbia il cuore e la mente e l’abitudine degli automatismi (la non consapevolezza) sono i nostri nemici numero uno e due. Attrezziamoci quindi per rispondere in modo efficace.
Grazie
Lunga vita e prosperità.

il paura-virus

Martedi 31 marzo 2020
Ho scelto di postare quest’unico video riguardo la situazione attuale del paura-virus anche se non sono totalmente d’accordo con i toni aggressivi e polemici del Dott.Montanari. In quanto ai contenuti però mi sembra lecito diffondere una “voce fuori dal coro” in quanto senza sentire diverse campane mi chiedo come le persone si possano fare un’idea. Se accendete la tv ascolterete sempre le stesse cose e nessuno fa domande più approfondite, solo numeri di contagi, decessi e guariti senza nessun riferimento statistico preciso.
Nessuno spiega se le mascherine ed i guanti sono utili a chi normalmente gira per strada o a far la spesa (ovviamente lo sono per i medici ed infermieri) ma tutti si lamentano della mancanza degli stessi dpi. Ci vietano di uscire anche da soli se non per emergenze ed il paese si è fermato, in tutti i sensi: siamo come spettatori di un nulla che si svolge altrove.
Girano anche tabelle con il numero dei morti generalizzato da cui si evince che il numero era più alto l’anno scorso: e quindi, dobbiamo tutti prenderci una laurea in medicina, virologia, statistica, giornalismo?
Io scelgo di usare la logica ed il buon senso, con una buona dose del mio istinto: quello che ti dice il cuore, l’inascoltato che invece è pregno di segnali intuitivi provenienti dal campo comune, senza però lasciarsi aggredire dalle emozioni.
A voi la scelta. Credere o pensare e sentire. Ora diventa una scelta importante, perché parliamo della nostra vita.
Alessandro Orlandi

Il video é stato censurato da youtube ma potete trovarlo qui:
https://vimeo.com/399310448

Altrimenti ecco qui il testo dell'intervista

Qui, di seguito, il testo dell’intervista che è stata censurata dopo essere comparsa per qualche ora sul sito di Vita al Microscopio. Ora aspettiamo che il regime blocchi anche questo sito.

Roberta Doricchi intervista il dott. Stefano Montanari.

 

Roberta Doricchi – In questo periodo che fa tanto peste manzoniana credo sia impossibile non parlare del Coronavirus.

Stefano Montanari – Io non sono un virologo…

RD – Ma qualcosa sa.

SM – Vede, io sono fuori moda. Lo sono perché ciò che so fa parte della conoscenza basata sulla fisica, sulla chimica, sulla fisiologia, sulla farmacologia, sulla biologia… In più, so quello che ho imparato da quasi mezzo secolo di ricerca personale. Niente a che fare con quello che oggi viene spacciato come scienza.

RD – Mi dia un’opinione su questa epidemia.

SM – Non solo non sono un virologo, ma non sono neppure uno psicologo né un esperto di sociologia. Meno che mai sono uno psichiatra, e ancora meno sono un magistrato, perché è la magistratura che dovrebbe indagare su certi comportamenti. Ciò che posso dirle è che il Coronavirus battezzato  SARS-CoV-2 dopo aver portato per un po’ un nome provvisorio è uno dei non pochi virus fatti in laboratorio.

RD – Fatto apposta?

SM – Questo proprio non lo so e, nel caso specifico, a saperlo non sono in tanti. Ma mica glie lo vengono a raccontare. Ci sono virus che nascono senza volerlo, li classifichi tra gli incidenti, e altri che sono creati da modificazioni messe in atto per motivi di ricerca o per altri motivi su cui mi lasci evitare di entrare. Comunque sia nato questo virus, la cosa ha scarsa rilevanza se non dal punto di vista di investigazioni che nulla hanno a che fare con la salute. Sappia, ma è cosa molto nota, che modificare un virus è tutto sommato semplice ed esistono persino brevetti che proteggono certe metodiche per farlo, e, per quello che c’interessa ora, proprio lavorando anche sui Coronavirus.

RD – I Coronavirus: lei usa il plurale…

SM – Sì, certo. Si tratta di un genere di virus appartenenti alla famiglia Coronaviridae e alla sottofamiglia Orthocoronavirinae, per quello che può interessare chi legge questa intervista. Se ne conoscono diversi ceppi, alcuni dei quali possono provocare patologie negli esseri umani, da un volgare raffreddore a polmoniti, e il nuovo virus cinese condivide tantissime caratteristiche con i suoi fratelli.

RD – La domanda di cui credo chi ci legge aspetta la risposta è: si muore?

SM – Bisogna impegnarsi parecchio.

RD – Che cosa significa?

SM – Premesso che di quel virus in particolare sappiamo poco stante la novità della sua comparsa, non esistono dati che indichino una mortalità significativamente diversa da quella di una qualunque influenza. È indispensabile aggiungere che i pochissimi che sono morti ad oggi non sono morti di Coronavirus ma con il Coronavirus, il che è molto diverso.

RD –  Cioè?

SM – Si trattava di pochissimi casi di persone molto avanti negli anni e già affette da patologie gravi. Per loro sarebbe bastato un normale raffreddore per il tracollo. Indicare come responsabile della loro morte il Coronavirus ha lo stesso grado di comicità che aveva incolpare il morbillo della manciata di morti sopravvenute in pazienti terminali.

RD – È solo comicità?

SM – Se non fosse comicità, dovremmo tirare in ballo condizioni come l’ignoranza e la truffa che non vogliamo tirare in ballo. E, allora, fermiamoci alla comicità.

RD – Una comicità piuttosto costosa, mi pare.

SM – Questo è uno degli aspetti curiosi su cui ho solo domande e nessuna risposta.

RD – Quali domande?

SM – Cominciamo dall’inizio, e sono certo di dimenticare qualche passaggio. Almeno da mesi io sto vedendo delle strane forme influenzali con polmoniti che faticano a rispondere non solo ai farmaci ma all’omeostasi, cioè alla capacità di autoguarigione che, in maggiore o minor misura, abbiamo tutti. Piano piano quei pazienti sono guariti e diventano difficilmente indagabili, anche perché non sono rintracciabili. Dunque, nessuna prova che si tratti del virus cinese. Mi chiedo come mai qualche mese fa si mise in atto una simulazione centrata su un’epidemia  teorica, guarda caso da Coronavirus, che avrebbe fatto sessanta milioni di morti nel mondo. Poi mi chiedo come mai qualche centinaio di soldati americani siano stati ospitati proprio a Wuhan, appena prima del manifestarsi della malattia. Altra domanda: perché i passeggeri dell’aeroporto di quella città venivano irrorati con un aerosol della cui natura niente è stato detto, e questo settimane prima che venisse denunciata l’esistenza del virus? Ma è di fronte alla reazione dei governi che resto ancora più perplesso.

RD – A che reazioni si riferisce?

SM  – Oggettivamente ci troviamo di fronte a ben poco: un virus, non importa il suo stato di famiglia, che ha un grado di patogenicità bassissimo e una mortalità irrilevante. Di patogeni infinitamente più diffusi e infinitamente più aggressivi ne abbiamo a iosa e nessuno si agita. Anzi, la stragrande maggioranza di loro è perfettamente sconosciuta alla massa e nessuno ne parla né, tanto meno, se ne preoccupa. Restando all’Italia, in termini di popolazione lo 0,8% del Pianeta, abbiamo 49.000 morti l’anno per infezioni contratte in ospedale e lei lo ha mai visto riportato a titoli cubitali? O ha mai visto ospedali chiusi per questo?

RD – Spieghi meglio.

SM – Ogni giorno più di 130 persone muoiono nella sola Italia per malattie infettive, e spesso si tratta di affezioni respiratorie, contratte nel corso di un ricovero in ospedale. Insomma, lei va a farsi togliere l’appendice ed esce con la polmonite, una malattia che, ovviamente, nulla ha a che fare con l’infiammazione dell’appendice ileo-ciecale. Questo semplicemente perché il grado d’igiene dei nostri ospedali è largamente insufficiente e i batteri e i virus strisciano e saltellano allegramente, per usare un’informazione scientifica che ci regalò la ex ministra Lorenzin. E, se a morire sono in 130 al giorno o pochi di più, pensi a quanti si ammalano e guariscono. E pensi a quanti muoiono a distanza dal ricovero e la loro morte non rientra nel calcolo. Di questo non si parla e tutti vivono felici.

RD – Perché non se ne parla?

SM – Io la risposta ce l’ho, ma, essendo suddito di un regime molto attento a non correre rischi sulla propria sopravvivenza, me la tengo. Le dico solo che tenere pulito un ospedale non garantisce vantaggi sulla cui natura mi lasci sorvolare.

RD – Ma, tornando al Coronavirus, perché si sta paralizzando l’Italia se quello che dice lei è vero?

SM – Ecco: è a questo che non trovo una risposta. Insomma, a chi giova? I numeri sono impietosi anche se si finge che chi è morto con il Coronavirus sia morto a causa del Coronavirus. Comunque si guardi la cosa, siamo di fronte all’irrilevanza. E, allora, a chi conviene massacrare la nostra economia già comatosa? A chi conviene dare al mondo l’immagine di un paese di appestati? Proprio ieri sera mi telefonava mio figlio da Tenerife dove abita da anni, e mi diceva che una signora incontrata per caso alla cassa del supermercato, sentendo l’accento, gli ha chiesto se fosse italiano e, ricevuta la ferale conferma, è inorridita. Del resto, è la reazione che non pochi italiani hanno verso i cinesi che incrociano per strada, come se il virus prediligesse un’etnia. Il fatto è che la percezione che rischiamo di dare è quella dei lebbrosi o degli appestati.

RD – Ma, insomma, ci dobbiamo proteggere contro il virus?

SM – Ognuno deve essere libero di comportarsi come crede meglio. Io posso dire che chiudere dei territori e dei luoghi di aggregazione, scuole comprese, è una cosa che non sta né in cielo né in terra. Vedere gente che fa a botte per comprare a qualunque prezzo le mascherine di carta è tristemente ridicolo, se non altro perché molte di quelle proteggono dai virus come un’inferriata protegge dalle zanzare. E pure l’Amuchina… La gente è convinta che basti bagnarsi le mani con l’Amuchina, di fatto quello che chiamiamo commercialmente varechina insieme con alcool etilico, per essere al riparo da virus e batteri.

RD – La gente aspetta con ansia il vaccino.

SM – Dei vaccini e della loro totale inutilità ho parlato molte volte portando prove inoppugnabili e certificate. In questo caso è possibile che ci troviamo nelle condizioni del vaccino contro il tetano.

RD – Cioè?

SM – Il tetano è una malattia decisamente rara non trasmissibile da uomo a uomo e che non dà immunità. Il che significa che, a differenza di quanto accade con malattie come il morbillo, la varicella, la pertosse e non poche altre, chi si è ammalato può ammalarsi di nuovo. Insomma, non si acquisisce immunità. Non è affatto improbabile che il virus cinese sia nella stessa condizione, esattamente come i tanti virus influenzali con i quali condivide affinità: lei sia ammala d’influenza e si può ammalare di nuovo all’infinito perché la malattia non induce alcuna immunità. Quindi, come è il caso dell’influenza, quel vaccino potrebbe essere assurdo fin dalle basi teoriche. Insomma, la solita illusione a spese di chi ci casca, e un’illusione con gli effetti collaterali inevitabili per qualunque farmaco ma senza alcuna contropartita vantaggiosa.

RD  – E, allora, che fare?

SM – Niente.

RD – Niente?

SM – Niente di più di quello che lei fa normalmente per evitare di prendersi il raffreddore o l’influenza. Posso aggiungere che un’alimentazione razionale senza tante delle porcherie che mangiamo e che, ancora peggio, rifiliamo ai nostri bambini, fa miracoli. Con quella non si guarisce: si previene. Tenere in ordine l’intestino, tenere equilibrato il chilo e mezzo di batteri, funghi e virus che ci abitano e che costituiscono il microbiota è fondamentale. Le riserve armate del nostro sistema immunitario, quello che ci difende dalle malattie infettive, stanno in grande maggioranza proprio lì. Poi, se l’infezione arriva, è indispensabile non cercare di eliminare la febbre. Il rialzo della temperatura ha due effetti fondamentali complementari: migliora le nostre difese e indebolisce i patogeni.

RD – Dunque, la Tachipirina…

SM – La Tachipirina è solo uno dei tantissimi farmaci che contengono paracetamolo, un principio attivo che abbassa la temperatura corporea e che, quando è male utilizzato come, purtroppo, è nella stragrande maggioranza dei casi, fa danni. Forse per togliersi di torno le mamme fastidiose che non hanno voglia di accudire i bambini con la febbre, i pediatri propinano paracetamolo a piene mani, infischiandosi del fatto che, così facendo, annientano la prima e più efficace difesa di cui disponiamo. E poi c’è l’abuso degli antibiotici, troppo spesso somministrati a casaccio.

RD – A casaccio?

SM – Gli antibiotici sono farmaci mirati. Il che vuol dire che ognuno di loro è efficace nei confronti di certi batteri e non di altri. Quando non si è certi di quale sia il batterio che ha provocato la malattia, si ricorre quasi di regola agli antibiotici chiamati ad ampio spettro, vale a dire farmaci che si spera arrivino dove il medico non è arrivato con la sua diagnosi. Ma peggio ancora si fa quando si somministrano antibiotici per una malattia virale. Qui c’è l’assoluta certezza che il farmaco sarà inutile e in medicina ciò che è inutile è invariabilmente dannoso, non esistendo nessun medicinale privo di effetti dannosi. Aggiungo che l’abuso di antibiotici ha creato ceppi batterici sempre più resistenti, con questo indebolendo fino,non di rado, ad annullare l’efficacia di quella classe di farmaci formidabili. A margine, le dico che anche la chirurgia soffre di questo problema.

RD  – Perché?

SM – Perché quando il chirurgo lavora espone il suo paziente al mondo esterno e il corpo non è preparato a questa interferenza. Di qui l’indispensabilità di una copertura antibiotica. Ma se l’antibiotico funziona poco…

RD – Quindi, se ho capito bene, non ci sono antibiotici contro il Coronavirus.

SM – No di certo, come non ci sono per i virus in generale, compresa la varietà di Coronavirus responsabile di tanti raffreddori. Di fatto, i farmaci antivirali di cui disponiamo hanno un’efficacia modesta e per il Coronavirus non c’è niente che abbia un’efficacia provata.

RD – E le vitamine?

SM – Le vitamine A, E, D e C sono utili nella prevenzione, così come sono utili certi alimenti.

RD – Per esempio?

SM – Per esempio lo zenzero, la curcuma (sempre presa con il pepe nero, altrimenti perde efficacia), l’echinacea… Poi gli alimenti fermentati come i crauti o il kefir. E, ancora, le verdure, specie quelle in foglia. Insomma, se si mangia correttamente, se si fa una vita sana evitando, ad esempio, il fumo, si mantiene l’organismo capace di difendersi.

RD – Lei ha citato il fumo.

SM – Se vogliamo restare al Coronavirus che tanto terrorizza la gente, la difesa più immediata è quella che riguarda l’efficienza dei polmoni. Di qualunque cosa s’illudano i fumatori, i loro polmoni non sono in condizioni ideali e uno dei problemi è quello dello strato eccessivo di muco, spesso  con caratteristiche non proprio sane, che ricopre i bronchi e che fa scivolare profondamente i patogeni entrati per inalazione. In aggiunta, le ciglia vibratili, specie di fruste che sono presenti sulla parete interna dei bronchi, sono paralizzate dal fumo e non sono più capaci di spingere fuori dei polmoni gli aggressori. E, allora, anche il Coronavirus trova una bella porta aperta. Ma la cosa vale per qualunque patogeno che passi attraverso il sistema respiratorio, comprese le particelle di cui mi occupo da decenni.

RD – Insomma, per stare bene bisogna comportarsi bene.

SM – Sì, è così. E tenga anche conto che, se la paura è utile perché ci fa essere pronti a difenderci, la paura indebolisce le difese.  Dunque, è utile solo se è motivata e se è contenuta nei limiti della razionalità. Qui, invece, siamo al cospetto di una manifestazione d’isteria collettiva indotta per motivi che ignoro da chi approfitta dell’ignoranza e della fragilità intellettuale della gente.

RD – Un consiglio?

SM – Usate la ragione e non date credito a chi vi usa come animali da reddito. Spesso l’imperatore è nudo.





martedì 3 marzo 2020

La profondità non esiste senza umorismo



Se pensiamo ad un albero di solito ci vengono in mente subito il tronco,
i rami e le foglie e magari i bellissimi frutti. Pochi però pensano che per
volgersi verso l’alto e crescere in questa direzione l’albero ha dovuto
svilupparsi anche in un altra direzione.
Le radici non solo consentono al l’albero di nutrirsi e restare stabile
collegato alla terra ma anche di collegarsi ad altre piante e quindi a tutto
il mondo a lui collegato.
Io credo che allo stesso modo noi non possiamo essere veramente profondi
se prima non impariamo a ridere.

lunedì 13 gennaio 2020

Facciamoci prendere per mano dal mondo

Buongiorno al cambiamento. Se non siamo sintonizzati su quello che siamo e quindi la nostra vocazione rischiamo che la vita ci faccia "deragliare" attraverso crisi, che non capiamo e ci creano sofferenza. In quei momenti ci sentiamo soli al mondo e separati da tutto ma in realtà è proprio l'universo che ci sta indicando una via...

martedì 31 dicembre 2019

Discorso di fine anno 2019

Buoni propositi per il nuovo anno? No, buoni propositi per entrare nel cambiamento e nella nostra evoluzione...
Un abbraccio a tutti ❤️



giovedì 17 ottobre 2019

Chi dorme e chi guarda



Sono giunto ad una conclusione guardando i gusti delle persone nel fruire di contenuti on line.
Le persone non vogliono svegliarsi, crescere, imparare, prendersi la responsabilità della propria vita e per spiegare questo vi voglio ricordare quel personaggio del film matrix di nome Cypher che, pur sapendo di essere assoggettato alle macchine alla stregua di una batteria vivendo un sogno organizzato da un software falso, lo preferisce alla libertà poiché troppo dura, dovendo combattere contro un nemico che sembra invincibile.
Alcune persone preferiscono dormire, essere assoggettate al sistema anche quando capiscono che esiste, poiché gli è troppo scomodo dover scegliere ogni giorno cosa pensare, dire, fare.
E davvero più facile usare quegli stereotipi prefabbricati che ci vengono propinati che ricercare dentro se stessi i propri valori e talenti e mettere in pratica così il nostro scopo.
Uscire dalla cosiddetta area di comfort può fare paura o può essere difficile per qualcuno, ma rimanervi senza tentare presuppone il fatto della non scelta, della non libertà e quindi qualcun altro deciderà per noi.
Poi ci sono invece coloro che dormono e non sanno di essere assoggettati ad un sistema e quindi non capiranno neppure di cosa sto parlando.
Ci vediamo alla prossima, fuori da Matrix.
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I came to a conclusion looking at people's tastes in using online content.
People do not want to wake up, grow, learn, take responsibility for their own lives and to explain this, I want to remind you of the character from the matrix film of name Cypher who, knowing he is subjected to machines like a battery, living a dream organized by  a fake software, he prefers it to freedom because it is too hard, having to fight against an enemy that seems invincible.
Some people prefer to sleep, be subjected to the system even when they understand that it exists, because it is too uncomfortable for them to have to choose every day what to think, say, do.
It is really easier to use those prefabricated stereotypes that are offered to us than to search within ourselves for our own values ​​and talents and so put our purpose into practice.
Coming out of the so-called comfort zone can be scary or difficult for someone, but staying there without trying presupposes the fact of not choosing, not freedom and therefore someone else will decide for us.
Then there are those who sleep and don't know they are subject to a system and therefore they won't even understand what I'm talking about.
See you next time, out of the Matrix.

lunedì 16 settembre 2019

Il cambiamento

Ogni cambiamento verso un progresso parte da una nostra scelta. La prima scelta da fare è crearsi la libertà di dedicare tempo alla nostra crescita personale, in modo naturale e senza forzature.


martedì 6 agosto 2019

la bellezza sta negli occhi di chi guarda



La bellezza è negli occhi di chi guarda

Non è solo un detto o un proverbio ma contiene una grande verità. Ma che cos'è la verità se non un espressione soggettiva della propria mente? Come quello che chiamiamo realtà.
Appunto per questo motivo che la bellezza risiede in chi guarda e non nell'oggetto guardato proprio perché siamo noi a crearlo nel modo in cui lo vediamo.
Questo principio funziona molto bene con i social media come facebook, instagram, ecc ed anche la tv stessa, dove vengono veicolate determinate notizie, immagini, video e comunque “messaggi” che modificheranno la nostra percezione della realtà.
A quel punto la nostra realtà, la nostra verità in base a quanto ci saremo fatti influenzare da quei messaggi sarà negativa quanto negativi saranno stati i messaggi, oppure di paura, oppure di gioia e via così...
Tutti possiamo avere alti e bassi e vivere momenti di gioia, normalità ed anche momenti down in cui vediamo tutto negativo ma ciò che fa la differenza è se siamo consapevoli di questo oppure completamente o in parte inconsapevoli e quindi come la piuma al vento del film Forrest Gump seguiamo il destino che ci hanno imposto.
Se non siamo sempre consapevoli del nostro potere di creare la realtà intorno a noi possiamo essere vittime dei manipolatori sia reali che inconsistenti e quindi seguiremo quello che, come li chiama Vadim Zeland, i pendoli ci diranno di fare, dire, essere...
La nostra attenzione deve essere non solo per quanto riguarda i messaggi consci ma soprattutto per quelli che arrivano direttamente al nostro inconscio, dove operano meccanismi a noi ignoti ma che sono potentissimi perché sono stati impiantati nella nostra mente soprattutto quando eravamo bambini, nella fase dell'apprendimento e soprattutto nella fase in cui tutti quello che ci dicevano era per noi realtà assoluta, senza alcun filtro critico.
Ad esempio in questi giorni tutti stanno diventando ecologisti e si lanciano con sdegno contro ogni ente governativo che dovrebbe e doveva essere più attento agli incendi in Siberia.
Non sto dicendo che gli incendi non esistono ma se non fossero pubblicizzati continuamente, invece cosa esisterebbe e cosa no?
Se il tuo messaggio ed il tuo scopo è essere contro qualcosa la stessa risposta avrai, ovvero qualcuno contro di te e via così. Questo avviene anche a livello inconscio, quindi anche se il tuo messaggio potrebbe sembrare ad una prima analisi positivo se di fondo c'è un bisogno di attaccare qualcuno o l'odio o invidia per qualcun altro il risultato sarà ambivalente ma non positivo al 100%.
Non entro nel merito dei meccanismi e le motivazioni di questo perché sarebbe lungo ed inutile.
Facciamo più attenzione a quello che scriviamo, postiamo, sui social media
Facciamo più attenzione come re-agiamo rispondendo alle persone
Facciamo più attenzione ed usiamo più consapevolezza e ponderatezza e forse la nostra realtà comincerà a migliorare sempre di più.
E se ne accorgeranno anche gli altri, quindi come vedete vale per tutti, il tutto.

Alessandro Orlandi

venerdì 19 luglio 2019

Cosa ci è rimasto di vitale?




Cosa ci è rimasto di vitale nella nostra vita?

Da quando l’uomo (o come dicono giustamente i miei compagni di viaggio e amici Andrea e Alessandro di Project Escape : https://www.projectexcape.it/) , l’homo sapiens si è scollegato dalla natura di cui faceva a fa parte integrante è avvenuta una degradazione sempre più marcata sul focus ove l’uomo pone rilievo.
Mi spiego meglio: finito il contatto con la natura ed iniziata la vita di città nelle civiltà post-industriali le persone trovano ormai sfogo della loro naturalità quasi solo nelle relazioni quotidiane con le altre persone.
Ma come sono ormai diventate queste relazioni? Con chi interagiamo più spesso? Con quale modalità? E qual’è l’effetto di queste relazioni?
La nostra vita si svolge per l’80% o anche più al lavoro o a qualcosa ad esso collegato e sul posto si lavoro come sono le nostre relazioni?
A parte qualche rara eccezione quasi sempre ricopriamo ruoli, come anche nella vita ma sul lavoro in modo più marcato e questi ruoli sono maschere che ci mettiamo e togliamo e che fanno poco parte di noi stessi, della nostra vera natura , della nostra essenza più profonda.
A volte della nostra essenza non comunichiamo mai con nessuno, neppure con i nostri famigliari, le persone più care perché temiamo di scoprire le nostre parti più intime, più fragili ma allo stesso tempo più vere.
Tutto questo significa che non siamo quasi mai noi stessi, non sappiamo neppure chi siamo e neppure ce lo chiediamo e nessuno si sogna di vedere questo negli altri. Negli altri vediamo molto più facilmente i difetti e quello che non ci piace e non va bene all’establishment, e quindi diventa una vera farsa di ruoli in cui cambiamo incessantemente maschera.
Quando parliamo con gli altri spesso è per sfogare la frustrazione di questa situazione o di altre problematiche, gettando irrimediabilmente la nostra spazzatura nella mente dell’altro, che poi farà lo stesso con altre persone. Nessuno veramente ascolta con empatia o in modo attivo e consapevole e quindi s’innesca una vera a propria reazione a catena di spazzatura.
La nostra società è quindi un’immensa pattumiera, o una discarica? Sarebbe veramente esagerato dire questo ma pochi cercano di fare qualcosa di diverso per rimediare al disagio delle relazioni malate.
Gli accorgimenti sarebbero ad esempio il colloquio con se stessi in modo consapevole immersi nel silenzio, il contatto con la natura ed i suoi suoni naturali mentre sempre più spesso vedo persone che per sfogare questa inquietudine riversano il loro poco tempo libero in realtà virtuali come film, giochi elettronici, social network o riempono il vuoto di una sana relazione con gli altri con altre cose che non c’entrano nulla come lo shopping compulsivo, il cibo sia in un senso (mangiare troppo) che nell’altro con l’ortoressia, il sesso ( sia in un senso che nell’altro ed in mille modalità diverse anche grazie al massiccio bombardamento mediatico di internet).
Sul lavoro spesso le relazioni sono tossiche perché le aziende sono costruite su un concetto di massima competizione e ricerca del profitto ad ogni costo, mascherato da mission aziendale e valori sempre finti ed inventati per sviare le persone dal vero ed ultimo scopo.
Un ambiente totalmente competitivo dove la persona conta pochissimo ed il denaro è padrone non può determinare relazioni naturali fra le persone ed ognuno trova la sua maschera da indossare 8 ore delle 24 al giorno, senza contare che oggi anche fuori dall’orario di lavoro siamo subissati da comunicazione spazzatura via internet con i nostri fantastici e bellissimi telefonini (che ci fanno credere essere l’ oggetto di tecnologia che ci rende più facile la vita mentre in realtà si tratta del più grande inganno perpetuato dall’uomo a se stesso per renderlo schiavo e controllato h24 da chi decide come deve essere la nostra vita, cosa dobbiamo pensare, desiderare ecc ecc….).
Cosa ci è rimasto di vitale nella nostra vita? Quel poco tempo libero che spesso impieghiamo male perché stanchi o sviati da falsi scopi o falsi desideri. Oppure come dicevo prima usiamo il nostro tempo libero per soddisfare bisogni che non sono nostri ma ci sono stati inculcati dai media per reggere un mercato sempre più competitivo, una crescita infinita di consumi che ormai è diventata impossibile in quanto supera la risorse del nostro pianeta e lo sta compromettendo, rompendo l’armonia e l’equilibrio naturale.
Ci rimane davvero poco ed il tempo della nostra vita continua a andare avanti incessantemente senza che ce ne accorgiamo.


Since man (or as my traveling companions and friends Andrea and Alessandro of Project Escape: https://www.projectexcape.it/) correctly say, homo sapiens has become disconnected from the nature he was doing an integral part has increasingly deteriorated on the focus where the man places emphasis.
Let me explain better: once contact with nature is over and life in cities has begun in post-industrial civilizations, people find their naturalness almost exclusively in daily relationships with other people.
But how have these relationships become now? With whom do we interact more often? With what modality? And what is the effect of these relationships?
Our life takes place for 80% or even more at work or something connected to it and where do we work as our relationships are?
Apart from some rare exceptions, we almost always cover roles, as in life but on work in a more marked way, and these roles are masks that we put on and take off and that do little part of ourselves, of our true nature, of our deepest essence .
At times of our essence we never communicate with anyone, not even with our relatives, the dearest people because we fear to discover our most intimate parts, the most fragile but at the same time more true.
All this means that we are almost never ourselves, we do not even know who we are or even ask ourselves and no one dreams of seeing this in others. In others we see defects much more easily and what we do not like and is not good for the establishment, and therefore it becomes a real farce of roles in which we incessantly change the mask.
When we talk to others it is often to vent the frustration of this situation or other problems, irretrievably throwing our rubbish in the mind of the other, who then will do the same with other people. No one really listens empathetically or actively and consciously and therefore triggers a true and proper garbage chain reaction.
So is our society an immense dustbin or a dump? It would be really exaggerated to say this but few try to do something different to remedy the discomfort of sick relationships.
The precautions would be for example the conversation with oneself in a conscious way immersed in silence, the contact with nature and its natural sounds while more and more often I see people who, to vent this anxiety, pour their little free time into virtual reality as a film, electronic games, social networks or fill the void of a healthy relationship with others with other things that have nothing to do with compulsive shopping, food either in one way (overeating) or in the other with orthorexia, the sex (both in one sense and in another and in a thousand different ways also thanks to the massive media bombardment of the internet).
At work, relationships are often toxic because companies are built on a concept of maximum competition and pursuit of profit at all costs, disguised as a company mission and values ​​that are always fake and invented to divert people from the true and ultimate purpose.
A totally competitive environment where the person counts very little and the money is the master can not determine natural relationships between people and everyone finds his mask to wear 8 hours of the 24 a day, not to mention that today even outside working hours we are overwhelmed from junk communication via the internet with our fantastic and beautiful mobile phones (which make us believe to be the object of technology that makes our life easier while in reality it is the greatest deception perpetuated by man to himself to make him a slave and controlled h24 by those who decide how our life should be, what we need to think, to desire, etc. etc.).
What is left of vitality in our lives? That little free time that we often misuse because tired or misled by false aims or false desires. Or as I said before we use our free time to satisfy needs that are not ours but we have been inculcated by the media to support an increasingly competitive market, an infinite growth of consumption that has now become impossible as it exceeds the resources of our planet and it is compromising it, breaking harmony and natural balance.
We have very little left and the time of our life continues to go on incessantly without our realizing it.
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